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Cultura Marsalis brilla assieme ai musicisti cubani, a L’Avana |
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5 ottobre 2010 - www.granma.cu
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Il jazz ha vissuto una giornata di gloria in Cuba con una jam session anticipatrice dei concerti che il trombettista nordamericano Wynton Marsalis offrirà con la Jazz Lincoln Center Orchestra.
È stato il benvenuto dei colleghi cubani, che è divenuto un abbraccio con la musica, che ha invitato ed ha unito. Non esiste jazzista che resista al potere di un invito ad una scarica d’improvvisazione liberatrice.
Marsalis lo muove anche il suo amore per la radici dell’Isola.
“Stiamo vincolandoci, amiamo la musica di Cuba e dei suoi artisti”, ha dichiarato.
Nel giardini dell’Istituto della Musica il jazz ha vibrato con tutta la sua potenza, mentre nell’aria fluttuava il battito delle sue origini, ai margini di New Orleans, dove sorse negli oscuri tuguri per aprire nuovi cammini alla musica e alimentarsi di tutto quello che lo poteva nutrire, che era suscettibile ad essere elaborato, jazzeato...
Tra i cubani ha brillato un suo discepolo dell’Accademia Julliard, degli Stati Uniti durante un anno, Yasek Manzano, giovane trentenne con una splendida maturità ed un talento sempre pronto a superare le frontiere e ad andare oltre, esplorando l’eredità africana ed il legato molteplice dei Caraibi.
Manzano non è arrivato solo con il suo quintetto, ma ha incorporato il Quartetto di Corde Amadeo Roldán ed hanno suonato temi come Gorgona, Cimarrón e Babel.
Come invitato Emir Santacruz.
Poi si è sommata la Jazz Band del direttore e arrangiatore Joaquín Betancourt, che ha portato il quintetto del sassofonista Michel Herrera.
Il finale di lusso con Marsalis che ha dato alla sua tromba ali per un volo libero assieme ai musicisti della Jazz Lincoln Center, in congiunzione perfetta con i cubani, per far sì che la musica si espandesse, aggiungendo la sua temperatura, e illuminasse con una luce in più il pomeriggio- quasi notte de L’Avana.
“Questo incontro in Cuba è molto importante per la musica nordamericana”, ha detto Marsalis. E la frase ha solcato l’aria, tra le braccia della propria eco.
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