Cuba, esempio nelle Mete del Millennio |
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29 settembre 2010 - Ana María Domínguez Cruz www.granma.cu |
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Cuba è l’esempio di quanto si può fare con risorse limitate, ma con alte dosi di volontà, dando la priorità ai bambini, adolescenti e giovani, futuro della nazione, ha sottolineato José Juan Ortiz Brú, rappresentante del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) in Cuba.
Durante la presentazione del rapporto Progresso per l’Infanzia, il cui tema centrale è realizzare gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio con Equità, il funzionario ha segnalato che nemmeno nei momenti più difficili, durante il periodo speciale, Cuba ha mai smesso di dare priorità all’infanzia.
“Si tratta di volontà politica, più che di sviluppo tecnologico o potere monetario; si tratta della coscienza che gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio sono nelle nostre mani da e per le nuove generazioni.
Durante l’incontro è stato segnalato che un decennio dopo l’approvazione della Dichiarazione del Millennio, anche se sono stati registrati importanti passi avanti in alcuni degli obiettivi tracciati, è evidente che nei prossimi cinque anni, quando scadrà il periodo fissato per gli Obiettivi del Millennio, il panorama mondiale sarà sempre triste se non si mettono a fuoco le politiche pubbliche nei settori meno favoriti.
“Parlare di equità implica uno sviluppo sociale che la generi, a partire dalla priorità data alla cittadinanza, al suo benessere ed alla partecipazione nella costruzione del suo progetto; a che vale tanto sviluppo tecnologico se milioni di bambini e di adolescenti sono sempre fuori dalle scuole e dalle più elementari attenzioni della sanità?” ha detto Ortiz Brú.
Il funzionario ha sottolineato che il richiamo d’attenzione per tutti i governi è già un grido e che le nuove generazioni sono quelle che soffrono di più la miseria, la fame, le malattie come il paludismo e il VIH/SIDA ed altre, relazionate alla denutrizione e all’assenza di acqua potabile.
Non si tratta di localizzare solamente le zone geografiche più danneggiate nel continente africano o latinoamericano, ma di far sì che coloro che hanno il potere decisionale nelle mani eliminino le crepe del sistema economico imperante, che si mostra incapace di generare equità e di offrire un mondo sostenibile.
L’ONU riconosce l’entità del ruolo
di Cuba a favore dell’infanzia
José Juan Ortiz, rappresentante a Cuba del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF), ha convocato l’esempio dell’Isola in materia di diritti umani e in difesa dell’infanzia.
In una conferenza stampa offerta nella capitale, il direttivo ha evidenziato, a dispetto dell’essere una nazione povera e bloccata, che si può garantire l’imprescindibile alla salute e all’educazione, a partire della volontà politica.
Ortiz ha ricordato che a principi degli anni 90 del passato secolo il paese caraibico è stato vittima di quello che è stato qualificato come “il maggior cataclisma non bellico dell’era moderna” – la caduta del campo socialista – tuttavia, non ha mai sospeso i propri servizi sociali.
Cuba è un esempio del fatto che si è voluta l’equità, si è raggiunta; l’Isola ha dimostrato che se si delimitano le necessità si possono garantire i diritti.
Il funzionario si è domandato: “Perché in questo piccolo paese sì e in altri no?”, e ha sintetizzato la risposta nell’espressione “volontà politica”.
Nell’incontro, la massima figura dell’UNICEF a Cuba ha commentato che l’isola Caraibica è una delle nazioni che più si avvicina al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, che ha proposto l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) per l’anno 2015.
Ortiz ha convocato a cambiare l’ingiusto ordine politico, economico e sociale preponderante nel mondo, il quale ha qualificato come unico causante la disuguaglianza imperante nel pianeta, così come anche degli alti livelli di povertà e morte.
Ha spiegato che l’attuale sistema economico, che favorisce la privatizzazione, genera solo la disuguaglianza, rende i ricchi sempre più ricchi, e aggiunge ai poveri fame e morte evitabili.
In materia dei diritti umani, ha aggiunto, tutti siamo uguali, e la comunità internazionale non può rimanere tranquilla mentre esistono differenze o privilegi tra gli uomini, e l’egoismo primeggia al di sopra della solidarietà.
Il problema – ha segnalato – non è che scarseggino gli alimenti, che invece eccedono per tutta la popolazione mondiale; il problema è di distribuzione e disuguaglianza nella spartizione della ricchezza.
Nei paesi poveri – ha detto – si produce la maggior parte degli alimenti che si consumano in quelli sviluppati, verso i quali si esporta attraverso le multinazionali che si appropriano delle terre e della ricchezza del Terzo Mondo.
L’incontro ha avuto luogo nella sede dell’Associazione Cubana delle Nazioni Unite, in presenza di Carlos Amat, Presidente dell’Istituzione.
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