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Stati Uniti: Assange non è un giornalista è un attore politico |
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28 dicembre 2010 - Néstor García Iturbe www.granma.cu (cd)
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Negli Stati Uniti esistono varie leggi che penalizzano quelle che chiamano “azioni di spionaggio” commesse da coloro che chiamano "insorgenti" che, quando le agenzie di spionaggio statunitensi li organizzano e li finanziano in altri paesi, si chiamano “dissidenti”.
Tra queste leggi si può citare quella contro lo Spionaggio, vigente dal 1917, che in accordo con i desideri del presidente Woodrow Wilson restringeva la possibilità, compresa nel Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, che qualsiasi cittadino poteva dichiarasi contrario all’entrata del paese nella Prima Guerra Mondiale, una guerra che secondo quel presidente era vitale per gli interessi della nazione.
Oggi direbbero per la sua sicurezza nazionale.
Molti cittadini, tra i quali dirigenti sindacali, educatori, artisti e accademici, manifestarono contro l’entrata degli USA nella guerra e tutti furono minacciati ed alcuni processati per aver violato “la Legge di Spionaggio”, anche se il loro delitto era unicamente esercitare il diritto che concedeva il Primo Emendamento della Costituzione.
Alcuni furono condannati anche a dieci anni di reclusione, in condizioni disumane, picchiati dagli altri prigionieri e anche dai carcerieri. Tutto questo unito alla necessaria pubblicità per far sentire il terrore necessario per non volersi vedere coinvolti in quelle situazioni.
Durante l’epoca di George W. Bush, con la creazione del Dipartimento di Sicurezza della Patria e con alcune funzioni per lo stesso, si è cercato di far rivivere la Legge contro lo Spionaggio, con un successo limitato.
Ora l’amministrazione di Obama, Premio Nobel della Pace, nuovamente si sta appoggiando s questa caduca e incostituzionale legislazione, per trattare d’applicarla al caso di Julián Assange (WikiLeaks) e anche seminare il terrore in quelli che in futuro cercheranno d’imitarlo.
In questo caso l’amministrazione Obama sta cercando d’ignorare quello che la Costituzione degli Stati Uniti stabilisce sulla libertà di stampa, quella libertà che loro stessi accusano di violazioni in altri paesi.
Per realizzare questa oscura manovra il Dipartimento di Stato ha precisato che loro non riconoscono Julián Assange come un giornalista, ma come un “attore politico”. (quello che sostiene il Dipartimento di Stato è pericoloso per i suoi salariati, che attuano come blogheri, o per gli autodenominati giornalisti indipendenti, che potrebbero essere a loro volta denominati “attori politici”.
La denominazione di Assange come “attore politico” è del Segretario di Stato Assistente P.J. Crowley, che ha dichiarato che questa persona ha un proposito politico dietro le sue attività, e che questo il governo degli Stati Uniti lo considera incompatibile con l’attività di un giornalista. (Una definizione interessante che lascia completamente senza argomenti i “blogheri” e i detti “giornalisti indipendenti” che sono stati creati dagli USA e ricevono periodicamente istruzioni e finanziamenti necessari per realizzare lavori di tipo politico e non giornalistico).
La Costituzione degli Stati Uniti non stabilisce limiti al concetto di libertà di stampa, nè condizioni a quelli che la esercitano nel loro carattere di giornalisti.
Nemmeno ha stabilito che si possa definire come tale il termine di attore politico, che è una creazione dell’amministrazione Obama, per cercare di limitare i diritti dei suoi cittadini, nell’esercitare quanto stabilito negli Emendamenti della Costituzione.
Nella misura in cui avanza il regime di polizia esistente negli Stati Uniti le libertà retrocedono.
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