Il Comitato per Fermare l'FBI (Committee to Stop FBI, in
inglese) ha lanciato un appello urgente alla solidarietà internazionale
perchè si unisca alla campagna a sostegno degli attivisti dei diritti umani
che sono oggetto di violenti attacchi della polizia federale per le loro
azioni contro gli interventi militari nordamericani all'estero.
Il gruppo ricorda, nel suo sito web stopfbi.net, come lo scorso 24
settembre, agenti dell'FBI hanno fatto irruzione nelle abitazioni di
attivisti, in particolare di quelli che solidarizzano con le lotte in
Palestina e Colombia. Le retate alla ricerca di "sospetti" e le
perquisizioni di case hanno avuto luogo in Illinois, Minnesota, California,
e Carolina del Nord.
Attivisti di Illinois, Minnesota e Michigan hanno ricevuto mandati di
comparizione davanti alla Corte, un metodo ampiamente utilizzato dalla
polizia per intimidire le persone che, se si rifiutano di fare
dichiarazioni, possono ricevere sentenze di incarcerazione.
Ciò costituisce "un abuso di potere da parte dell'FBI evidentemente
concepito per creare un clima di paura tra coloro che hanno il coraggio di
lottare per la pace e la giustizia", sottolinea il comitato che difende il
diritto del cittadino a sviluppare attività di solidarietà internazionale
senza essere molestato.
Il comitato denuncia la "scalata degli attacchi" dell'FBI non solo contro
militanti dei diritti umani, ma anche "contro le comunità arabe e musulmane
e gli immigrati negli Stati Uniti".
"E' la continuazione della repressione della dissidenza avviata con il
maccartismo, della brutale persecuzione dei movimenti popolari da parte di
COINTELPRO ( un programma di infiltrazione da parte dell'FBI attivo tra il
1956 e il 1971) e, più recentement, degli attivisti per la "giustizia
ambientale", segnala il gruppo, osservando "una crescente ondata di odio
della destra".
Il comitato rivolge un appello ai militanti contro la guerra, a favore dei
diritti umani, "agli attivisti della solidarietà internazionale, agli
attivisti anti-razzisti" perchè operino in solidarietà con chi si trova nel
mirino della repressione poliziesca, indirizzando la loro denuncia
all'ambasciata USA del proprio paese.
Lo scorso 30 settembre, la nota commentatrice Amy Goodman aveva dichiarato
che la mattina di venerdì 24 settembre, "agenti dell'FBI hanno fatto una
violenta irruzione, con le pistole in pugno, in varie abitazioni di
attivisti contro la guerra, perquisendole per ore".
L'FBI "ha confiscato computer personali e portatili, fotografie e altri
effetti personali", ha precisato Goodman denunciando che "le vittime hanno
ricevuto mandati di comparizione davanti al Gran Giurì di Chicago".
"Si tratta dell'incidente più recente nell'attuale offensiva contro la
dissidenza negli Stati Uniti, che perseguita gli attivisti per la pace
accusandoli di appoggiare "organizzazioni terroriste straniere", ha
sottolineato.
E' degno di rilievo come tale ondata repressiva dell'FBI negli Stati Uniti
non stia ricevendo la pur minima attenzione da parte delle agenzie
internazionali di stampa.