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Morti più di 2000 emigranti illegali negli ultimi 10 anni nel deserto dell’Arizona |
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25 ottobre 2010 - www.granma.cu
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Un rapporto della Coalizione dei Diritti Umani dell’Arizona ha denunciato che più di duemila emigranti senza documenti sono morti alla frontiera del Messico con gli Stati Uniti negli ultimi dieci anni, tentando di superare il deserto che si trova nella zona.
Nel documento si precisa che gli anni con il maggior numero di morti sono stati il 2005, con 282 deceduti, e il 2010 non ancora terminato, con 253 persone trovate cadavere.
Dall’anno fiscale 2000 e sino alla fine dell’anno fiscale 2010 un totale di 2104 illegali, cioè senza documenti, sono morti tentando di superare il deserto dell’Arizona, afferma il testo.
La portavoce dell’istituzione, Kat Rodríguez, ha dichiarato che l’informazione si basa sui dati segnalati degli uffici dei Medici Legali delle Contee di frontiera di due paesi, ed inoltre ha sottolinaeto che i paesi d’origine di questi emigranti morti sono con maggior frequenza Messico, Guatemala, Ecuador e Repubblica Dominicana.
Inoltre ha aggiunto che nel 2010 sono stati trovati 156 cadaveri (61,7%) che non sono stati identificati dalle autorità (Rebelión
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Una notizia atroce Una pattuglia di frontiera degli USA ha ucciso, sparandogli, un bambino messicano |
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9 giugno 2010 - www.granma.cu (EP)
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Sergio giocava con quattro amici, quando le pallottole sparate dall’altro lato della frontiera lo hanno ucciso a Ciudad Juárez.
Hanno sparato le armi della pattuglia di frontiera degli USA a questo ragazzino messicano di 14 anni.
Una pallottola lo ha colpito alla testa e lo ucciso sul colpo, ha reso noto l’edizione digitale di El Mundo, in Spagna.
La famiglia del ragazzino ha denunciato i fatti ed assicura che ci sono testimoni del crimine, dopo una prima versione che diceva che la morte era relazionata ad una sparatoria del narcotraffico.
Dagli Stati Uniti sono stati confermati gli spari, ma l’informazione si ferma lì, aspettando che il FBI concluda l’investigazione già aperta per il caso.
Il portavoce del FBI, Andrea Simmons, ha confermato che "almeno un agente della Pattuglia di frontiera ha sparato con la sua arma da fuoco contro qualcuno”.
Quando gli hanno sparato, Sergio Adrián Hernández stava giocando in territorio messicano sotto il detto Puente Negro, che divide la frontiera con El Paso, sotto il quale scorre una fiumiciattolo nel quale giocava con altri quattro amici.
Il corpo del bambino è restato nascosto in un lato, dietro un muro del ponte, perché, sentendo sparare si stava nascondendo. Gli altri, più fortunati, sono riusciti a scappare e schivare le pallottole.
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Un messicano muore dopo l’aggressione
di 20 agenti statunitensi |
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3 giugno 2010 - www.granma.cu (EP)
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Un immigrante messicano è morto dopo essere stato vittima di una brutale aggressione ad opera di agenti della Pattuglia di Frontiera degli Stati Uniti che lo hanno detenuto per paura che fosse illegalmente nel paese, cosa che ha incrementato il timore per le possibili conseguenze che potrebbe causare la nota Legge Arizona.
Anastasio Hernández Rojas, di 42 anni, è morto lunedì, nel pomeriggio, per arresto respiratorio nell’Ospedale Sharp Memorial di Chula Vista, California, dove era stato portato dopo l’aggressione degli ufficiali statunitensi che gli avevano anche applicato scariche elettriche.
Hernández, che viveva da 20 anni a San Diego, era stato detenuto lo scorso venerdì quando agenti statunitensi si sono resi conto che non aveva la documentazione necessaria per risiedere negli Stati Uniti. In quello stesso istante hanno cominciato le procedure di “deportazione volontaria” verso il Messico.
L’aggressione è avvenuta a pochi metri dalla Garita Internazionale Ysidro-Tijuana quando stava per essere trasportato in Messico. Gli ufficiali hanno affermato di averlo picchiato perché aveva cercato di resistere all’espatrio.
La Commissione Nazionale dei Diritti Umani del Messico (CNDH) ha però assicurato che Hernández è stato aggredito da almeno 20 agenti della Guardia di Frontiera, della dogana e di immigrazione. “Lo hanno colpito ripetutamente e gli hanno applicato scariche elettriche anche anche quando non prestava più resistenza”, ha aggiunto.
Alcuni testimoni citati dai media messicani denunciano che l'immigrante ha ricevuto scariche così forti da lasciarlo immobile. Un’équipe medica ha cercato di rianimarlo ma era già incosciente, perciò hanno dovuto trasportarlo in ospedale, dove gli specialisti hanno diagnosticato la sua morte cerebrale.
Hernández, nato a San Luis Potosí, era padre di cinque bambini di nazionalità statunitense e si dedicava a pulire piscine.
Secondo i suoi famigliari, l’uomo viveva da più di 20 anni illegalmente nel paese, dove si stima ci siano 20 milioni di messicani.
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