Il sollevamento nell'ONU

 

 

La riunione lo scorso  martedì 26 ottobre dell’Assemblea Generale della ONU, che si suppone sia la massima autorità politica del pianeta, era stata convocata con un obiettivo così tante volte  ripetuto che è già familiare:"Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba."

 

È il progetto più discusso,  più approvato e mai compiuto nella storia delle Nazioni Unite.

 

Tutti sappiamo che se tale imputazione si facesse contro Cuba o qualsiasi altro paese latinoamericano o dei Caraibi e questi facesse orecchio di mercante, su questo paese cadrebbero fulmini e saette.

 

L’atto detestabile che con tanta chiarezza  e precisione si attribuisce agli Stati Uniti d’America, e di cui si chiede l’eliminazione, è definito dal Diritto Internazionale come atto di genocidio.

 

Si eleva a 19 il numero di volte che dall’anno 1992 si approva nell’Assemblea Generale domandando l’eliminazione di questa abusiva e criminale azione,  ma se cresce il numero delle volte che si reitera e approva la Risoluzione, cresce anche il numero dei paesi che le hanno offerto il loro appoggio, e diminuiscono  quelli che si astenevano ed il minuscolo gruppetto che votava contro. 

 

Nell’ultima sono stati solamente due quelli che l’hanno respinta e tre quelli che si sono astenuti dal voto, i cui nomi corrispondono a piccoli Stati che in realtà sono dipendenze coloniali degli Stati Uniti.

 

Un fatto da considerare è che nel mondo sono avvenuti grandi cambi da quando è stata fondata la ONU, quando ancora non erano smessi i combattimenti della Seconda Guerra Mondiale, che costò 50 milioni di vite ed un enorme distruzione. Molti paesi che oggi costituiscono la maggioranza delle Nazioni Unite, erano ancora colonie delle potenze europee che avevano occupato con la forza i territori della maggior parte del mondo, ed in alcuni continenti quasi la loro totalità. Centinaia di milioni di persone in non pochi casi di civiltà molto antiche  e di cultura superiore, furono sottomesse al  colonialismo in virtù della superiorità delle armi degli aggressori.

 

Cuba no fu un’eccezione.

 

In questo emisfero, l’ultima colonia della Spagna fu il nostro paese, per le sue ricchezze dei prodotti agricoli scarsi ed allora di grande domanda  che producevano le mani laboriose di contadini liberi e di centinaia di migliaia di schiavi d’origine africana. Quando le altre colonie della Spagna si erano liberate nei primi decenni del XIX secolo, questa manteneva con mano di ferro e i metodi più dispotici la sua colonia in Cuba.

 

Nella seconda metà di quel secolo, la nostra Isola, in cui la Spagna sognava di tenere un baluardo per la riconquista delle sue antiche colonie in Sudamerica, fu culla di un profondo sentimento nazionale  e patriottico.

 

Il popolo cubano iniziò la battaglia per la sua indipendenza quasi 70 anni dopo le altre nazioni fraterne dell’America Latina.

 

Senza altre armi che i machete con cui si tagliavano le canne ed il brio e la rapidità dei cavalli  cubani, in poco tempo i patrioti di Cuba divennero temibili soldati.

 

Trenta anni dopo il nostro popolo sofferente era al punto di realizzare i suoi obiettivi storici nella lotta eroica contro una decadente, ma caparbia potenza europea.

 

L’esercito spagnolo, nonostante l’enorme numero di soldati che aveva, era già incapace di mantenere il possesso dell’Isola, dove controllava solo le principali aeree urbane ed era al punto del collasso.

 

Fu allora che il forte impero che non aveva mai nascosto la sua intenzione d’impadronirsi di Cuba, intervenne in quella guerra dopo aver dichiarato cinicamente che: il popolo dell’Isola di Cuba è, e per diritto dev’essere libero e indipendente.

 

Finalizzata la guerra, fu negato al nostro paese il diritto di partecipare ai negoziati di pace. Il governo spagnolo  consumò il tradimento a Cuba ponendola nelle mani degli  interventisti. 

 

Gli Stati Uniti s’impadronirono delle risorse naturali, delle terre migliori, il commercio, le banche, i servizi e le principali industrie del paese. Ci trasformò in una neocolonia  e dovemmo sopportare questo per più di 60 anni, ma siamo tornati ad essere indipendenti e non smetteremo mai di lottare.

 

Con questi precedenti i lettori di altri paesi comprenderanno meglio le parole del nostro Ministro degli Esteri, Bruno Rodríguez, il 26 ottobre scorso.

 

Il dibattito è cominciato alle 10 di mattina.

 

Prima hanno paralato 5  paesi a nome del Gruppo dei 77, poi il Movimento dei Paesi non Allineati, l’Unione Africana, il CARICOM ed il MERCOSUR, tutti appoggiando la Risoluzione.

 

Poi hanno parlato 14 paesi, tra i quali quelli che hanno più di mille milioni di abitanti ognuno : la Cina e l’India, con quasi 2500 milioni tra tutti e due; altri che contano con più di cento, come la Federazione Russa, l’Indonesia  e il Messico; altri  9 con un noto ruolo nella vita internazionale: Venezuela, Repubblica Islamica dell’Iran, Algeria, Sudafrica, Isole Salomone, Zambia, Gambia, Ghana e Barbados; 19 interventi prima di Bruno.

 

Il suo discorso è stato lapidario. Citerò alcune volte paragrafi interi delle sue parole.

 

Ha iniziato con un riferimento ai gravi pericoli della guerra che ci minacciano ed ha aggiunto :

 

"Per sopravvivere è  imprescindibile un salto nella coscienza dell’Umanità, possibile solamente  mediante la diffusione di un’informazione vera su questi temi, che la maggioranza dei politici nascondono o ignorano, la stampa non pubblica e che per la gente sono così spaventosi che sembrano incredibili”.

 

"... la politica degli Stati Unii contro  Cuba non ha supporto  etico o legale alcuno, credibilità o appoggio. Lo dimostrano i più di 180’ voti in questa  Assemblea Generale delle Nazioni Unite che negli ultimi anni hanno reclamato che si ponga fine al blocco economico, commerciale e finanziario”.

 

"La condanna  dell’America Latina e dei Caraibi è energica ed unanime. Il Vertice dell’Unità svolto a Cancún, nel febbraio del 2010, lo ha espresso espresso risolutamente. I leaders della regione lo hanno comunicato direttamente all’attuale Presidente nordamericano. Si può essere certi che la condanna espressa contro il blocco e contro la legge Helms-Burton identifica, come pochi temi, il patrimonio politico della regione”.

 

"Visioni ugualmente inequivocabili sono state espresse dal Movimento dei Paesi Non Allineati, dai Vertici Ispano americani, dai Vertici  dell’America Latina e dei Caraibi con l’Unione Europea, dall’Unione Africana, dai vertici del Gruppo ACP e praticamente da qualsiasi gruppo di nazioni che si sia pronunciato a favore del diritto internazionale e del rispetto dei principi e dei propositi  della Carta della ONU”.

 

"È amplio e crescente il consenso nella società nordamericana e nell’emigrazione cubana in questo paese contro il blocco e a favore del cambio di politica verso  Cuba. [... ] il 71% degli statunitensi vogliono la normalizzazione delle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti ...”

 

"Le sanzioni contro Cuba sono rimaste intatte e si applicano con tutto il rigore. Nell’anno 2010 l’accerchiamento economico si è indurito ed il suo impatto quotidiano continua ad essere visibile in tutti gli aspetti della vita in Cuba, ed ha conseguenze particolarmente serie in sfere così  sensibili per la popolazione, come la salute e l’alimentazione”.

 

Immediatamente ha segnalato una serie di crudeli misure che danneggiano  sensibilmente i bambini con delicati problemi di salute, che il governo degli Stati Uniti non può smentire.

 

Poi ha detto:

 

“Le multe dei Dipartimenti del Tesoro e di Giustizia contro entità del  loro paese e della Unione Europea in quest’ultimo anno per transazioni realizzate da Cuba con altri Stati superano nell’insieme gli 800 milioni di dollari”.

 

Ha proseguito informando:

 

"La confisca di un trasferimento di più di 107000 Euro, appartenenti alla compagnia Cubana de Aviación e realizzato per mezzo del  Banco Popolare Spagnolo da  Madrid a Mosca, è stato un autentico furto”.

 

A  continuazione il nostro Ministro degli Esteri ha segnalato una cosa di grande importanza sugli effetti del brutale crimine contro l’economia di Cuba, data la tendenza a menzionare cifre storiche sul ammontare in dollari del valore di un bene mobile o immobile, un prestito, un debito o qualsiasi altra cosa che si misuri in dollari nordamericani, senza considerare il valore costantemente decrescente del dollaro negli ultimi quattro decenni. Come esempio cito una bibita molto nota: la Coca Cola, senza calcolare nulla per la pubblicità, 40 anni fa costava 5 centesimi ed oggi il suo prezzo fluttua in qualsiasi paese, tra 150 ed i 200 centesimi di dollaro.

 

Bruno ha dichiarato :"Il danno economico diretto provocato al popolo cubano con l’applicazione del blocco supera in questi 50 anni i  751000 milioni di dollari, nel valore attuale di questa moneta.”

 

Ossia non è cascato nell’errore d’utilizzare la cifra delle perdite dovute al blocco, un anno dopo l’altro, come se il valore del dollaro fosse esattamente uguale ogni anno. Come conseguenza di quella frode  mondiale che significò la sospensione unilaterale, decisa da  Nixon, della copertura in oro di questa moneta al tasso di 36 dollari l’oncia Troy, unita alle emissioni di dollari senza limite alcuno, il potere d’acquisto di questa moneta si ridusse straordinariamente. Il MINREX si è preso il lavoro di sollecitare da un gruppo di esperti del Ministero d’Economia  che facessero la valutazione e questo ha dimostrato il danno economico del blocco a Cuba in 50, anni espresso con l’attuale valore di questa moneta.

 

"Lo scorso  2 settembre" , ha detto nel suo intervento,, "lo stesso  presidente Obama ha ratificato le sanzioni contro Cuba, alludendo al presunto “interesse nazionale” degli Stati Uniti. Ma tutti sanno che la Casa Bianca  continua a prestare  maggior attenzione agli   “interessi  special”, ben finanziati, di un’esigua minoranza che ha fatto della politica contro Cuba un affare molto lucrativo."

 

"Molto recentemente, il 19  ottobre, il presidente Obama ha definito, secondo varie  agenzie  di stampa, come “insufficienti” i processi che, a suo criterio, avvengono oggi  in Cuba ed ha condizionato qualsiasi nuovo passo alla realizzazione dei  cambi interni che vorrebbero vedere nel nostro paese”.

 

 "Il Presidente si sbaglia pensando d’avere il diritto d’immischiarsi e definire i processi che oggi avvengono in Cuba. È deplorevole che sia così male informato e consigliato”.  

 

"Le trasformazioni che oggi realizziamo rispondono ai desideri dei cubani ed alla volontà sovrana del nostro popolo. [... ] Non si propongono di compiacere i desideri  o soddisfare gli interessi del governo degli Stati Uniti, sino ad oggi  sempre opposti a quelli del  popolo cubano”.

 

"Per la superpotenza, tutto quello che non conduce  allo stabilimento di un regime che sia subordinato ai suoi interessi  sarà insufficiente, ma questo non accadrà  perchè molte generazioni di cubani hanno dedicato e dedicano il meglio della propria vita alla difesa  della sovranità e dell’indipendenza di Cuba."

 

"Al contrario, questo governo  ha continuato l’arbitraria pratica di mettere Cuba nelle sue  spurie liste, includendo quella degli Stati che – presumono – patrocinano il terrorismo internazionale, liste fabbricate dal Dipartimento di Stato per definire  il comportamento di altre nazioni. Questo paese non ha l’autorità morale per compilare quelle liste che dovrebbe iniziare come primo per regola, ed inoltre non esiste una sola ragione per  includere Cuba in nessuna”.

 

"Il governo nordamericano inoltre mantiene l’ingiusta condanna dei Cinque cubani combattenti antiterroristi che sono detenuti da più di dodici anni nelle loro prigioni, la cui causa ha suscitato la più amplia solidarietà della comunità internazionale.

 

"Cuba, che è stata  vittima del terrorismo di Stato, reclama da questo governo  che ponga fine alla doppia facciata e all’impunità di cui godono gli autori confessi di azioni di terrorismo, che hanno agito con la protezione della politica anticubana di questo paese...”

Giunto a questo punto Bruno ha assestato  alla delegazione degli Stati Uniti il colpaccio  del famoso memorandum del vice segretario assistente di Stato, Lester Mallory, reso pubblico una decina di anni più tardi, che mostra il ripugnante cinismo della politica degli  Stati  Uniti.

 

"La maggioranza dei cubani  appoggia  Castro [... ] Non esiste un’opposizione  politica effettiva [...] Il solo  mezzo possibile  per fargli perdere l’appoggio interno [al governo] è provocare la delusione e l’insoddisfazione e lo scoraggiamento mediante l’insoddisfazione economica e la penuria [...] si devono porre in pratica rapidamente tutti i mezzi possibili per debilitare la vita economica [...] negando a Cuba denaro e rifornimenti, con il fine di ridurre i salari nominali e reali, con l’obiettivo di provocare fame, disperazione e la caduta del governo."

 

"Anche se la persecuzione  economica costituisce l’ostacolo principale per lo sviluppo del paese e per elevare il livelli di vita del popolo, Cuba mostra risultati innegabili nell’ eliminazione della povertà e della fame, con indici di salute e di educazione che sono di riferimento mondiale... " 

 

"Cuba ha potuto dichiarare qui, poche settimane, un elevato ed eccezionale compimento degli Obiettivi  di Sviluppo  del Millennio. Questi risultati, realizzati da Cuba, sono ancora un’utopia per una gran parte della popolazione del pianeta."

 

"Cuba non smetterà mai di denunciare il blocco  e non smetterà di reclamare il diritto  legittimo del sui popolo  a vivere e lavorare  per il proprio sviluppo socioeconomico in condizioni d’uguaglianza, in cooperazione con il resto delle nazioni, senza cerchio economico nè pressioni esterne.

 

"Cuba ringrazia la comunità internazionale per la ferma solidarietà con il nostro popolo, sicura che un giorno si farà giustizia e non sarà più necessaria questa risoluzione.

 

"Molte grazie", ha detto per concludere il  suo primo intervento.

 

Prosegue domani.

 

 

Fidel Castro Ruz

31 ottobre 2010

ore 17.13

 

 

 

Quando Bruno ha concluso il suo intervento verso mezzogiorno del 26 ottobre scorso, corrispondeva il turno, come di norma, per le spiegazioni del voto, prima che il Progetto fosse sottoposto  a votazione.

 

Per primo ha parlato l’ambasciatore degli Stati Uniti Ronald D. Godard, assessore principale dell’area per i Temi  dell’Emisfero Occidentale, capo della delegazione del suo paese. Le sue  inusitate parole rendono inutile l’analisi per dimostrare che le denunce del Ministro degli Esteri  di Cuba erano rigorosamente giuste. Bastano le sue stesse  affermazioni per riflettere l’essenza cinica della politica di questo paese.

 

“…Gli Stati Uniti […] sono fermamente impegnati  con l’appoggio al desiderio del popolo cubano di determinare liberamente il futuro del loro paese”.

 

“…Gli Stati Uniti […] hanno il diritto sovrano di decidere le proprie relazioni economiche  con alti paesi. Le relazioni economiche degli Stati Uniti con Cuba sono un tema bilaterale […] indirizzato  a creare un clima più aperto in Cuba ed un maggior rispetto dei  diritto Umani e delle libertà fondamentali.”

 

“Non dobbiamo perdere  di vista questo fatto in un dibattito plagato da argomenti retorici del passato ed una messa a fuoco su differenze tattiche, in un dibattito che nulla fa per aiutare il popolo cubano”.

 

“La mia delegazione  lamenta che la delegazione di Cuba continui,un anno dopo l’altro, a definire in maniera  inappropriata e scorretta le restrizioni  commerciali a Cuba come un atto di genocidio. […] Gli Stati Uniti  non impongono alcuna restrizione agli aiuti  umanitari a Cuba…”

 

“Nel  2009, gli Stati Uniti  […] hanno autorizzato 237 milioni di dollari in assistenza umanitaria privata sottoforma di regali, con alimenti ed altri prodotti  essenziali, donazioni umanitarie non agricole e donazioni sanitarie.”

 

“Nell’aprile del 2009, il Presidente Obama ha indicato che  “gli Stati Uniti  cercano un nuovo inizio con  Cuba’, ma che ‘esiste un tragitto più lungo  da percorrere per superare decenni di mancanza di fiducia’. […] abbiamo iniziato conversazioni per ristabilire il servizio postale diretto tra gli USA e Cuba ed abbiamo incrementato gli scambi artistici e culturali.”

 

“Il Presidente Obama ha detto pubblicamente che la liberazione dei prigionieri politici e le riforme economiche sono positive per il popolo cubano. Gli Stati Uniti  sperano di vedere  il compimento di queste promesse in tempi rapidi, con una maggior apertura del governo cubano, come mostra la sua volontà d’avere relazioni costruttive con il suo stesso popolo. […] Gli Stati Uniti considerano che  non si potrà  pienamente avere una nuova era nelle  relazioni Stati Uniti-Cuba sino a che il popolo cubano non godrà delle libertà politiche ed economiche internazionalmente riconosciute, che questo organo ha tanto difeso in altri paesi del mondo.”

 

“La mia delegazione voterà contro questa risoluzione. Gli Stati Uniti considerano che è l’ora che questo organo centri le sue energie nell’appoggio al popolo cubano nella sua lotta per decidere il suo proprio futuro e andare al di là  dei gesti  retorici che rappresenta questa risoluzione”.

 

“Grazie signor Presidente.”

 

Immediatamente ha spiegato la sua intenzione di voto la capo della delegazione del Nicaragua, il cui popolo ha conosciuto sulla propria pelle la guerra sporca di Ronald Reagan che è costata tanto sangue. Le sue parole sono state sferzanti.

 

Si vota e 187 paesi  hanno  votato a favore della Risoluzione; due voti contrari:  Stati Uniti e Israele, l’inseparabile alleato nelle azioni di genocidio e tre astensioni: Isole Marshall, Micronesia e Palau. Tutti i 192 membri della ONU hanno partecipato.

 

Conclusa questa parte, la rappresentazione del Belgio, a nome dell’Unione Europea, alleata degli  Stati Uniti,  ha aperto  la partecipazione alle delegazioni che desideravano  spiegare il loro voto.

 

Quindi hanno parlato 16 paesi con forte protagonismo nella politica internazionale, per spiegare perchè hanno votato a favore della Risoluzione, nel seguente ordine: Uruguay, Bolivia, Angola, Myanmar, Suriname, Bielorussia, Saint Kitts y Nevis, Laos, Tanzania, Libia, Siria, Sudan, Vietnam, Nigeria, San Vicente y las Granadinas e la Repubblica Popolare Democratica della Corea.

 

Permettete di ricordare che molti paesi si sono astenuti  dall’uso della parola su richiesta della nostra stessa delegazione, per far sì che il processo della votazione non si dilatasse troppo a detrimento di un miglior tempo per la diffusione del dibattito e per lo sforzo  pesante che implicava la partecipazione di un maggior numero di oratori.

 

Nonostante questo, 37 delegazioni hanno parlato in termini chiari e precisi a favore del giusto progetto che per la 19ª volta è stato approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Stavolta è stato il più energico e lungo dibattito su questo delicato e importante tema.

 

Alle  ore 16.17  c’è stata  la replica di Cuba, esposta dal Ministro degli Esteri del nostro paese.

 

L’essenziale che ha detto, anche se quasi tutto il  testo era essenziale, è stato:

 

“Signor Presidente:

 

“Ringrazio Molto per le loro parole i 13  oratori e  le delegazioni presenti in questa imprevista sessione pomeridiana.

 

“Su quanto hanno detto per gli Stati Uniti e la Unione Europea:

 

“Questa è la 19ª occasione in cui la delegazione degli Stati Uniti ci ripete la stessa cosa”.

 

“Il blocco  è un atto di guerra economica ed un atto di genocidio.

 

“Forse il Dipartimento di Stato non ha fatto il compito, non ha studiato il tema”?

 

“L’anno scorso avevo letto qui gli articoli corrispondenti…”

 

“Oggi ho letto qui il  famoso Memorandum del signor Mallory.

 

“Non sono ‘argomenti ideologici’ del passato. Il blocco  è un vecchio rimasuglio della Guerra  Fredda. Il tema  non è la retorica, ma l’atto d’aggressione a Cuba”.

 

“Il proposito degli Stati Uniti  non è aiutare nè appoggiare il popolo  cubano.

 

Si sa che il blocco provoca privazioni e sofferenze. Non provoca morti, perchè la Rivoluzione cubana lo impedisce. Come si potrebbe spiegare che si facciano soffrire così i bambini cubani, com’è stato descritto qui? Se si volesse aiutare e appoggiare il popolo cubano, l’unica cosa da fare sarebbe eliminare il blocco”.

 

“Perchè s’impedisce ai nordamericani di visitare Cuba e ricevere informazioni di prima mano? Perchè si restringono  i detti contatti ‘popolo a popolo?”

 

“I pretesti per il blocco sono cambiati. Prima la presunta appartenenza all’asse cino-sovietico, poi  la detta  esportazione della Rivoluzione all’America Latina, poi la presenza di truppe cubane in Africa per sconfiggere  l’apartheid, preservare l’indipendenza dell’Angola e conquistare quella della  Namibia”.

 

“Poi  la manipolazione sui diritti umani. Ma il blocco è una violazione brutale dei diritti umani dei cubani!”

 

“Siamo disposti a discutere le violazioni dei diritti umani e possiamo cominciare con il campo di concentramento di Guantánamo, dove si tortura e non esiste il habeas corpus. È il regno delle  ‘Commissioni Militari’, fuori dallo Stato di diritto. Potrebbe, la delegazione nordamericana, spiegarci che cos’è successo nei campi di Abu Ghraib, Bagram e Nama”?

 

“Sono state formulate accuse contro i responsabili? Sono state formulate accuse contro coloro che hanno autorizzato i governi europei ad accettare le prigioni segrete in Europa ed i voli segreti della CIA con le persone sequestrate”?

 

Il rappresentante dell’Unione Europea lo potrebbe chiarire”?

 

“Possiamo parlare di Wikileaks. Perchè non ci raccontano qualcosa sulle atrocità che raccolgono i 75000 documenti sui crimini in  Afganistan e i 400000 sull’Iraq”?

 

“I cambi in Cuba sono una cosa dei cubani. Cambieremo tutto quello che dev’essere cambiato per il bene dei cubani, ma non chiederemo opinioni al governo degli Stati Uniti. Scegliamo liberamente il nostro  destino. Per questo abbiamo fatto una Rivoluzione. Saranno cambi sovrani e non ‘gesti’.  Sappiamo che per gli Stati Uniti la sola cosa sufficiente sarebbe l’instaurazione a Cuba di un governo ‘pro yankee’. ma questo non succederà!”

 

 “Volete la cooperazione nelle nostre università? Che si eliminino le restrizioni degli scambi accademici, studenteschi, scientifici e culturali e si  permetta di stabilire accorsi tra queste istituzioni.

 

“Volete la cooperazione contro il narcotraffico, il terrorismo, il traffico di persona, i disastri naturali, la posta? Rispondete almeno alle proposte che abbiamo presentato da più di un anno senza condizioni di sorta!”

 

“Un alto funzionario della USAID ha confermato ieri  al giornalista Tracey Eaton che, nell’ultimo periodo, hanno mandato 15,6 milioni di dollari a (e cito) ‘individui  sul terreno in Cuba’. Così  chiamano i loro mercenari”.

 

“Le trasmissioni illegali di radio e televisione continuano”.

 

“I Cinque antiterroristi cubani continuano ad essere ingiustamente reclusi. Recentemente è stato posto, senza motivi, Gerardo Hernández Nordelo <http://bohemia.cu/dossiers/politica/heroes/quieneson/gerardo.htm> in isolamento negandogli l’assistenza medica.

“Terroristi internazionali, rei confessi, come Orlando Bosch <http://bohemia.cu/dossiers/politica/heroes/terrorismo/orlando-bosch.htm> e Posada Carriles <http://bohemia.cu/dossiers/politica/heroes/terrorismo/posadacarriles.htm> passeggiano liberamente a Miami e vi fanno persino  attività politica.”

“Il blocco è abusivamente extraterritoriale e danneggia tutti e anche i presenti qui. Non è un fatto bilaterale”.

“Signor Presidente:

 

“A quanto è stato detto sull’Unione Europea ho poco da aggiungere.

 

“Non le riconosciamo  autorità morale nè politica alcuna per criticarci in materia di diritti umani.

“Sarebbe meglio che si occupassero  della loro brutale politica anti-immigranti, della deportazione delle minoranze, della violenta repressione contro i manifestanti e della crescente esclusione sociale dei suoi disoccupati  e dei settori con meno entrate”.

 

“Il Parlamento Europeo, vergognosamente in maniera infame si dedica a premiare gli agenti pagati dal governo degli Stati Uniti in Cuba”.

 

“Ma l’Unione Europea si sogna se crede che  potrà normalizzare le relazioni con Cuba, sino a quando esisterà la detta Posizione Comune.

 

“Molte grazie”

 

Tutti si aspettavano una risposta dagli Stati Uniti alla replica di Bruno, ma il meglio che ha fatto in vita sua l’ambasciatore con la delegazione - che non ha fatto il gesto maleducato d’abbandonare la sala – è stato  resistere a quella valanga di argomenti ai quali  non poteva ribattere nulla.  La replica di Cuba li ha paralizzati ed ho avuto la sensazione di vederli svanire progressivamente sino a sparire dalla scena.

 

In 50 anni di blocco,  la superpotenza non ha potuto, nè potrà, sconfiggere la Rivoluzione Cubana. Non mi sono dedicato all’esercizio di contare i voti a favore o contro la “Risoluzione”. Ho osservato, in cambio, il calore e la convinzione di coloro che hanno parlato contro l’ingiusta e arbitraria misura. È un errore credere che questa misura si potrà mantenere all’infinito. È stata una sollevazione. I popoli sono già stanchi di aggressioni, saccheggi, abusi ed inganni.

 

Le delegazioni non avevamo mai espresso con maggior vigore le loro proteste contro la burla che implica il disprezzo alla giusta condanna della comunità mondiale contro un atto di genocidio, che si ripete ogni anno.  Sono coscienti che la cosa più grave è il saccheggio sistematico delle risorse naturali imposto alla maggioranza dei popoli,  la progressiva mancanza di alimenti, la distruzione del medio ambiente, il crescente numero di guerre  di genocidio contro altri popoli, appoggiate con le basi militari ubicate in più di 75 paesi, il crescente pericolo d’una conflagrazione suicida per tutti i popoli del mondo.

 

La ONU non può esistere senza la presenza dei popoli che esigono l’eliminazione del blocco. Questa istituzione, nata quando nell’immensa maggioranza  non eravamo  nemmeno  indipendenti, a che serve senza di noi?

 

Che diritto ci assiste se non possiamo nemmeno domandare che si elimini il blocco imposto contro un piccolo paese?

 

In una forma o in un’altra ci hanno subordinato agli interessi degli Stati Uniti e della NATO, organizzazione militare guerrafondaia, che spreca più di un milione di milioni di dollari ogni anno in guerre ed armi, milioni che  sarebbero più che sufficienti per apportare l’essenziale a tutti i popoli del mondo”.

 

Molti paesi del Terzo Mondo si vedono  obbligati a cercare soluzioni, con indipendenza da quello che accade agli altri; è come marciare su una stuoia  che si muove in senso inverso e a velocità più alta .

 

Manca  una ONU veramente democratica e non un feudo imperiale in cui la gran maggioranza dei popoli non conta nulla. La ONU, fondata prima Della fine della seconda Guerra Mondiale, era gia esaurita.

 

Non permettiamo che c’impongano il ridicolo ruolo di riunirci ancora una volta tra 12 mesi per burlasi di noi. Facciamo sentire le nostre domande e salviamo la vita della nostra specie prima che sia già  troppo tardi.

 

 

Fidel Castro Ruz

1º Novembre del 2010

Ore  17.53