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Raúl Castro ha accompagnato il Presidente del Sudafrica all’aeroporto |
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9 dicembre 2010 - Miguel Maury Guerrero www.granma.cu (ain)
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Jacob Gedleyihlekisa Zuma, presidente della Repubblica del
Sudafrica, ha dichiarato la sua ammirazione per lo spirito internazionalista di Cuba pochi momenti prima di salutare, nell’aeroporto, il Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, che lo ha accompagnato alla sua partenza.
Zuma ha dichiarato alla stampa la sua ammirazione per l’Isola e per il suo popolo e si è dichiarato molto felice d’aver potuto incontrare il Comandante in Capo Fidel Castro Ruz.
“Sono molto impressionato e ammirato per lo spirito internazionalista di questo paese, dei suoi cittadini e del suo patriottismo, che lo distinguono dal resto del mondo” ha detto.
Zuma ha aggiunto che cercherà di trasmettere le sue impressioni nel suo paese, per riferire le qualità del popolo cubano ai giovani africani.
Il presidente africano era giunto a Cuba domenica 5, per la prima volta dopo la sua lezione, e nei quattro giorni trascorsi nell’Isola è stato ricevuto dal presidente cubano ed è stato decorato con l’Ordine Nazionale José Martí. Inoltre ha chiuso il Forum degli imprenditori Cuba-Sudafrica.
Poi ha collocato corone di fiori per l’Eroe Nazionale cubano, José Martí, nel Memoriale in suo onore, in Plaza de la Revolución, e davanti al Pantheon degli internazionalisti cubani morti per l’indipendenza di altri popoli, nel cimitero Cristóbal Colón.
La sua visita nell’Isola aveva l’obiettivo di rafforzare i vincoli politici e d’ampliare quelli economici e commerciali, e tutto questo, hanno scritto i media dell’informazione sudafricani e di altri luoghi, è stato pienamente realizzato.
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Raúl Castro ha accompagnato il Presidente del Sudafrica all’aeroporto |
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9 dicembre 2010 - Miguel Maury Guerrero www.granma.cu (ain)
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Jacob Gedleyihlekisa Zuma, presidente della Repubblica del Sudafrica, ha dichiarato la sua ammirazione per lo spirito internazionalista di Cuba pochi momenti prima di salutare, nell’aeroporto, il Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, che lo ha accompagnato alla sua partenza.
Zuma ha dichiarato alla stampa la sua ammirazione per l’Isola e per il suo popolo e si è dichiarato molto felice d’aver potuto incontrare il Comandante in Capo Fidel Castro Ruz.
“Sono molto impressionato e ammirato per lo spirito internazionalista di questo paese, dei suoi cittadini e del suo patriottismo, che lo distinguono dal resto del mondo” ha detto.
Zuma ha aggiunto che cercherà di trasmettere le sue impressioni nel suo paese, per riferire le qualità del popolo cubano ai giovani africani.
Il presidente africano era giunto a Cuba domenica 5, per la prima volta dopo la sua lezione, e nei quattro giorni trascorsi nell’Isola è stato ricevuto dal presidente cubano ed è stato decorato con l’Ordine Nazionale José Martí. Inoltre ha chiuso il Forum degli imprenditori Cuba-Sudafrica.
Poi ha collocato corone di fiori per l’Eroe Nazionale cubano, José Martí, nel Memoriale in suo onore, in Plaza de la Revolución, e davanti al Pantheon degli internazionalisti cubani morti per l’indipendenza di altri popoli, nel cimitero Cristóbal Colón.
La sua visita nell’Isola aveva l’obiettivo di rafforzare i vincoli politici e d’ampliare quelli economici e commerciali, e tutto questo, hanno scritto i media dell’informazione sudafricani e di altri luoghi, è stato pienamente realizzato.
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Omaggio ai martiri nel Cacahual Consegna la Bandiera alla delegazione che andrà al Festival della Gioventù e degli Studenti in Sudafrica |
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8 dicembre 2010 - Lourdes Pérez Navarro www.granma.cu (ain)
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Il Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, e l’eccellentissimo signor Jacob Gedleyihlekisa Zuma, Presidente della Repubblica del Sudafrica, hanno presieduto nel Mausoleo di El Cacahual, la cerimonia politico - militare in commemorazione del 114º anniversario della morte in combattimento del Maggiore Generale Antonio Maceo Grajales, Luogotenente Generale dell’Esercito di Liberazione e del suo aiutante, il Capitano Panchito Gómez Toro, con il 21º anniversario del ritorno in Patria dei resti dei combattenti morti nel compimento delle missioni internazionaliste, noto come Operazione Tributo.
In presenza dei due presidenti nello storico luogo, sono state poste corone di fiori e sono state sparate 21 salve d’artiglieria come saluto ufficiale al governante africano nell’Isola.
In un momento speciale della cerimonia, José Ramón Machado Ventura, Primo Vicepresidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, ha consegnato la bandiera alla delegazione che rappresenterà Cuba nel XVII Festival Mondiale della Gioventù e degli Studenti, che si svolgerà in Sudafrica.
La Bandiera nazionale è stata ricevuta da Liudmila Álamo Dueñas, prima segretaria del Comitato Nazionale dell’Unione dei Giovani Comunisti.
Intervenendo nella cerimonia l’Eroe della Repubblica di Cuba e ultimo capo della missione militare cubana nella República dell’Angola, il generale di divisione Samuel Rodiles Planas, ha affermato che l’esempio di Maceo come stratega militare ed il suo senso della disciplina e della lealtà senza limiti alla Patria, hanno guidato le migliaia di cubani che hanno offerto il loro aiuto solidale ad altri popoli del mondo e soprattutto alle fraterne nazioni del continente africano.
Ha sottolineato che i delegati al Festival sono un esempio della gioventù cubana che lavora per perfezionare e consolidare il nostro socialismo, e che esporranno la realtà della Rivoluzione.
Due voci giovani hanno ratificato l’impegno delle nuove generazioni di consolidare il legato patriottico e solidale dei martiri cubani: la pioniera Sulena Céspedes Pavot, della scuola media della capitale a Felipe Poey, che ha vinto il concorso Amici delle FAR, e la guantanamera Talía Banguela Fournier, delegata al Festival giovanile.
Hanno assistito alla cerimonia dirigenti del Partito, del Governo e delle organizzazioni politiche e di massa, i capi principali dei ministeri delle Forze Armate Rivoluzionarie e degli Interni, una rappresentazione di combattenti internazionalisti e di familiari dei Caduti nel compimento del dovere, la delegazione cubana al Festival Mondiale della Gioventù e gli Studenti, gli integranti della delegazione sudafricana in visita nel paese, ed il corpo diplomatico militare accreditato in Cuba.
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Raul Castro ha ricevuto il Presidente del Sudafrica |
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7 dicembre 2010 - www.granma.cu (ain)
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Il Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, ha ricevuto nel Palazzo della Rivoluzione, Jacob Gedleyihlekisa Zuma, presidente della Repubblica del Sudafrica, che realizza una visita ufficiale a Cuba.
Dopo la cerimonia protocollare, i due presidenti hanno analizzato l’eccellente stato delle relazioni bilaterali, ed hanno sostenuto il proposito comune di continuare a rafforzarle. Inoltre hanno commentato vari temi dell’attualità internazionale.
Durante le conversazioni ufficiali, Jacob Gedleyihlekisa Zuma è stato accompagnato da Maite Nkoana-Masahbane, ministra delle Relazioni Internazionali e la Cooperazione del Sudafrica.
Per la parte cubana, hanno partecipato Esteban Lazo Hernández, vicepresidente del Consiglio di Stato, e Marcelino Medina González, ministro Interino degli Esteri.
Il Presidente Jacob Zuma è stato decorato con l’Ordine José Martí, la più alta decorazione che assegna la Repubblica di Cuba. Il presidente Jacob Gedleyihlekisa Zuma ha ringraziato dell’onore con poche e sentite parole.
Il Presidente del Sudafrica ha reso omaggio ai martiri cubani
Jacob Zuma, presidente della Repubblica del Sudafrica, ha espresso la sua ammirazione per il patriottismo del popolo cubano, rendendo omaggio ai suoi martiri.
"Ê una visita molto emozionante. Questo luogo racconta la storia dell’eroismo del popolo cubano. Io credo che per noi sia una lezione molto importante di come onorare i nostri stessi Eroi”, ha detto il presidente, che ha posto una corona di fiori nel Pantheon dei caduti nella difesa della Patria, accompagnato dal membro del Burò Politico Esteban Lazo Hernández, vicepresidente del Consiglio di Stato, e da Jorge Risquet, membro del Comitato Centrale.
"La cosa più gratificante è vedere che il Governo e il popolo cubano non hanno dimenticato coloro che hanno sacrificato le loro vite. È stato uno sforzo portarli tutti dall’ Africa e questo indica il loro profondo patriottismo”, ha aggiunto, dopo il percorso del Pantheon assieme alla Generalessa di Brigata Teté Puebla.
Nella stessa Necropoli di Colón, Zuma ha reso omaggio anche al primo rappresentante in Cuba del Congresso Nazionale Africano (ANC la sigla in inglese), Alex Lagumas, un figlio del Sudafrica che partecipò ai combattimenti di a Playa Girón.
Nelle ore del pomeriggio, il Capo di Stato africano ha reso omaggio a José Martí, in Plaza de la Revolución, accompagnato dal vice ministro degli Esteri Marcos Rodríguez Costa. |
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Il presidente del Sudafrica, Jacob Gedleyihlekisa Zuma, in visita ufficiale a Cuba |
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6 dicembre 2010 - www.granma.cu (ain)
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Il presidente del Sudafrica, Jacob Gedleyihlekisa Zuma, ha appena iniziato una visita ufficiale a Cuba, la prima che realizza nella sua condizione di Capo di Stato.
Durante la sua permanenza a L’Avana il presidente sudafricano incontrerà il suo omologo cubano, Raúl Castro, e volgerà varie attività.
Zuma è stato ricevuto domenica 5 dal viceministro cubano degli Esteri, Marcos Rodríguez, nell’aeroporto internazionale “José Martí”.
Intanto gli organizzatori del Forum Imprenditoriale Cuba-Sudafrica stanno ultimando dettagli per aprire sessioni questo lunedì nell’Hotel Nacional della capitale.
Il Sudafrica partecipa all’incontro con una delegazione di più di 50 uomini d’affari dei settori minerari, del turismo, l’agro industria, la costruzione, le comunicazioni e la farmaceutica, guidati dal ministro del Commercio e Industria, Robert Davis.
L’incontro permetterà all’Isola di mostrare le potenzialità d’esportazione di alcuni prodotto e servizi oltre alle opportunità per gli investimenti stranieri, propiziando il rafforzamento e la crescita dei vincoli commerciali tra Cuba e Sudafrica.
BREVE RASSEGNA BIOGRAFICA
Jacob Gedleyihlekisa Zuma è nato il 12 aprile del 1942, a Inkandla, in provincia di KwaZulu Natal, Sudafrica, nel 1958 è entrato nelle fila del Congresso Nazionale Africano (ANC).
Nel 1962, dopo la proibizione del Partito da parte del regime del apartheid, divenne membro attivo del braccio armato del ANC, Umkhonto we Sizwe. Mentre tentava di uscire dal paese nel 1963, fu arrestato e condannato a 10 anni di reclusione.
Dopo la sua liberazione, Zuma aiutò a mobilitare la resistenza interna e svolse un ruolo decisivo nel ristabilimento delle strutture clandestine del ANC nell’allora Natal, tra il 1974 e il 1975.
Abbandonò il Sudafrica per l’esilio nel dicembre del 1975 e nei successivi 12 anni visse in Swazilandia e poi in Mozambique. Durante questo periodo, partecipò a lavori clandestini con l’ex presidente Thabo Mbeki.
Dopo la legalizzazione del ANC nel febbraio del 1990, fu uno dei primi leaders del partito a ritornare in Sudafrica per cominciare il processo dei negoziati con il regime del apartheid d’allora.
Poi svolse un ruolo decisivo nell’organizzazione dell’ Acta Groote-Schuur tra il Governo dell’allora presidente sudafricano Frederick de Klerk e l’ANC, che prese importanti decisioni sul ritorno degli esiliati e sulla liberazione dei prigionieri politici. È stato vicepresidente del Sudafrica dal 1999 al giugno del 2005, con il presidente Mbeki.
Nel 1998 ha stabilito il Fondo Fiduciario Educazionale Jacob Zuma del Programma di Ricostruzione e Sviluppo che ha beneficiato sino ad oggi circa 20000 bambini dalle elementari all’università.
È stato eletto Presidente della Repubblica del Sudafrica, il 6 maggio del 2009. |
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Il Battito del Sudafrica |
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6 dicembre 2010 - Jorge L. Rodríguez González www.granma.cu
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Ha un nome ritmico, di molti colori come il crogiolo di culture che definiscono il Sudafrica. Nelle sue strade vivono ancora i ricordi delle sofferenze umane e delle vessazioni commesse dall’apartheid. Si sente anche il calore della lotta e la stoica resistenza dell’uomo negro contro le indignanti politiche segregazioniste, radicate prima dello stabilimento della democrazia multirazziale nel 1994. È Soweto.
Chiunque potrebbe pensare che si tratti di un nome africano per la sua sonorità. Ma la parola fu originariamente un acronimo inglese di South Western Township (Municipio di Sud-Ovest).
Ubicata in una vasta area, 24 km a sud-ovest di Johannesburg – conosciuta come Città dell’Oro – Soweto fu, fin dal principio, un risultato dei piani segregazionisti. Lì la dittatura razzista alloggiò i neri che voleva stessero ben lontani dalla Johannesburg in espansione, e che, fino a quel momento, erano serviti come mano d’opera nell’industria delle miniere.
Molti lavoratori negri si trasferivano a Johannesburg dalla campagna e da altri paesi vicini, in cerca di lavoro nella vigorosa città sudafricana che brillava per le sue ricche miniere d’oro.
La discriminazione era istituzionalizzata in un corpo di leggi che contemplavano la proibizione di matrimoni misti, la “fornicazione illegale” – segnalata come atto “immorale” ed “indecente” – tra una persona bianca e un’africana, indiana o “di colore”. I neri, per poter transitare per aree che appartenevano esclusivamente ai bianchi, dovevano avere una specie di passi, un permesso per poter giustificare la propria presenza dove leggi ignominiose vietavano loro di stare.
Mentre i sobborghi bianchi si notavano per il loro splendore, i quartieri negri come Soweto mostravano le loro poverissime e miserabili condizioni di vita, le catapecchie, l’assenza di elettricità, d’istallazioni d’acqua potabile…
L’ingiustizia, l’oppressione, l’abuso, il dispotismo, la disuguaglianza, l’ignominia…molti ingredienti fecero scoppiare la ribellione.
Soweto si convertì nella culla della resistenza e del movimento politico contro il regime dell’apartheid. L’instancabile Nelson Mandela vi incontrò terreno fertile per alimentare il suo nazionalismo e pianificare un nuovo destino per il Sudafrica. Le proteste studentesche furono il combustibile che mosse e lanciò il movimento nazionale contro l’assolutismo razzista, che culminò poi con la sepoltura della dittatura bianca.
Il 16 giugno del 1976, migliaia di studenti delle elementari e delle medie scesero nelle strade del quartiere negro di Soweto per protestare contro l’imposizione della lingua “afrikaans” (un insieme di inglese e olandese) nelle scuole, cosa totalmente assurda ed irrazionale, visto che la popolazione nera non la parlava.
Le loro voci si diressero contro un sistema d’educazione d’esclusione e razzista, nel quale i neri avrebbero ricevuto una formazione per svolgere funzioni di servizio ai bianchi, e contro le condizioni d’insalubrità dei loro quartieri. Per l’intensità della repressione contro gli studenti, quel giorno è ricordato come uno dei più tristi della storia del Sudafrica. Con pietre e pali, utilizzando come scudi i coperchi dei cassonetti della spazzatura, i giovani affrontarono la polizia che sparava contro di loro. Il saldo ascese a 572 morti.
Fu così che Soweto divenne notizia per molti giornali del mondo.
Hector Pieterson, un ragazzo di 13 anni, morì tra le braccia del suo amico Mbuyisa Makhubu. L’immagine fece il giro del mondo. Per ricordare quei fatti, ogni 16 giugno la gioventù sudafricana celebra il suo giorno (Youth Day), che anche nel 2010 ha commosso il paese, che stava accogliendo i Mondiali di Calcio.
Anche se Soweto fu il principale centro della lotta all’apartheid, la mobilitazione si estese anche ad altri quartieri e città nei quali si realizzarono scioperi e si boicottarono i negozi di bianchi per esigere la fine dell’oppressione e l’esclusione razziale.
In quel ghetto, il leader sudafricano Nelson Mandela incontrò l’appoggio di molti altri rivoluzionari che, come lui, lottavano per mettere fine alla dominazione bianca e per costruire una società libera e democratica con l’uguaglianza dei diritti per tutti, indipendentemente dal colore della pelle.
Oggi Soweto continua ad ardere come in quegli anni di intensa lotta contro il regime razzista. Solo che adesso la sua effervescenza ha cause distinte.
Anche se l’apartheid è già stata sgominata, il forte movimento operaio e studentesco africano non smette di sognare l’uguaglianza e la giustizia sociale. Il suo appoggio va a un Governo che, guidato dallo storico Congresso Nazionale Africano (ANC) e accompagnato dal Partito Comunista e la Confederazione di Sindacati (COSATU), lavora per cancellare le tracce dell’abominevole sistema segregazionista e costruire una nuova nazione.
Non è un cammino facile, soprattutto perché molte delle grandi ricchezze nazionali continuano a trovarsi nelle mani di multinazionali straniere.
Con l’instaurazione della democrazia multirazziale nel 1994 ed il trionfo della voce rappresentata dall’ANC, il volto di Soweto – e del Sudafrica in generale – cominciò a cambiare ed oggi, lungi dall’essere un sobborgo marginale, emerge come motore di una delle più pulsanti città sudafricane, Johannesburg.
In 16 anni molte famiglie sudafricane abbandonarono le catapecchie per vivere in case decenti, con elettricità ed acqua potabile, e sono in aumento le garanzie ed i servizi sociali per i settori più vulnerabili. La lotta continua. Gli attivi sindacati e le organizzazioni giovanili sono impegnati nella lotta per la nazionalizzazione delle miniere e di altre risorse del paese, cosa che permetterebbe al Governo di disporre di maggiori ricchezze per investire nella soluzione dei debiti sociali e negli strascichi dell’apartheid. La città è stata una delle più visitate durante i Mondiali di Calcio. Ciò è servito ad aprire gli occhi a molte persone che credevano, grazie al lavoro di alcuni mezzi di comunicazione, che Soweto fosse un quartiere dimenticato dall’ANC. L’evento sportivo è stato un’opportunità per scoprire che il sobborgo non solo presenta un’imponente storia, ma continua ad essere anche un fulcro di speranza.
Quando nel dicembre prossimo, i giovani impegnati nel futuro del mondo solidario e pacifico arriveranno in Sudafrica da diverse parti del mondo per ripensare ed articolare nuove forme di lotta contro l’imperialismo – il nemico comune dei nostri popoli – ciò che faranno sarà riconoscere la resistenza di questa nazione e la sua lotta per la costruzione d’un progetto sociale multi culturale e multi nazionale di pace, basato nella difesa della sua sovranità e sulla giustizia sociale.
Non è per caso che alcune delle attività del XVII Festival Mondiale della Gioventù e degli Studenti si svolgeranno a Soweto, una città nella quale straborda l’amore per Nelson Mandela e Fidel, le leggende viventi che segnarono il destino dell’Africa. La gratitudine di quelle terre alla Rivoluzione Cubana, per tutto quello che ha fatto per il benessere di quei popoli, è incommensurabile. Un giovane cubano che era stato a Soweto commentava che presentarsi come cubano in quel quartiere, o in qualsiasi luogo del Sudafrica, significa essere ricevuto come un fratello.
Una delle tracce di quel viaggio che ricorda con particolare affetto, è un incontro con una nonna che, sapendo che lui veniva da una terra così solidale, lo ha abbracciato, parlandogli in una lingua incomprensibile, sicuramente un dialetto. Una frase però si capiva perfettamente: “Evviva Fidel Castro!”. Queste parole sono così comuni lì, come l’ammirazione che si sente per il leader cubano in tutta l’Africa. Il prossimo Festival della Gioventù non suscita solo l’entusiasmo dei giovani più progressisti del mondo, ma anche dell’ANC e dei dirigenti sudafricani, che offrono il loro appoggio all’evento.
Accogliere a casa loro un appuntamento anti-imperialista di tale importanza, equivale, per molti di loro, a ricordare quegli anni nei quali la condanna dell’apartheid e del colonialismo, la difesa della verità e la lotta contro il colonialismo, per la difesa della loro verità e nella lotta per la liberazione di Mandela, sempre incontrarono il cuore amico del Festival. |
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Una delegazione cubana multinazionale al XVII Festival della Gioventù |
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26 novembre 2010 - Maria Elena Alvarez Ponce www.granma.cu
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Cuba parteciperà con una delegazione multinazionale parteciperà al XVII Festival Mondiale della Gioventù e gli Studenti, convocato in Sudafrica e per il quale hanno già confermato la loro presenza rappresentanti di 109 paesi.
Leira Sánchez, presidentessa del Comitato Nazionale Preparatorio (CNP), ha informato la stampa che tra i suoi 265 integranti si conteranno giovani di 27 nazioni che frequentano scuole cubane, in un gesto solidale che sta diventando tradizione e permetterà d’ampliare il numero de i paesi rappresentati.
Amore con amore si paga e l’appoggio di Lesoto, Mozambico, Algeria, Swazilandia, Namibia, Zimbawe e dello stesso Sudafrica permetteranno a 35 collaboratori cubani della Sanità e altri settori in questi paesi partecipino all’appuntamento, ha segnalato la membro del Burò Nazionale dell’Unione dei Giovani Comunisti.
Inoltre collettivi meritevoli nello studio, nel lavoro e nella difesa avranno il loro rappresentante nel primo dei Festival nell’emisfero sud, che sarà un omaggio a due vive leggende: Nelson Mandela e Fidel Castro e al decisivo contributo di Cuba all’indipendenza dell’Africa.
Tra coloro che partiranno il prossimo 9 dicembre per Pretoria ci sono anche glorie dello sport e campioni attuali, come Javier Sotomayor e l’atleta Yanelis Barrios e Filiberto Ascuy e Mijaíl López, ed una rappresentazione di giovani intellettuali ed artisti molto prestigiosa.
David Blanco ed il suo gruppo, i cantanti di rap di Doble filo, il jazzista Yasek Manzano e le geniali percussioniste di Obini Batá, faranno il viaggio, ma la notte del 4 dicembre terranno un concerto sulla scalinata dell’Università de L’Avana e mostreranno in casa quello che porteranno in Sudafrica.
Il XVII Festival, convocato per i giorni dal 13 al 21 dicembre con la parola d’ordine Per un mondo di pace, solidarietà e trasformazioni sociali, abbatteremo l’imperialismo!
“Da Pretoria ritornerà la delegazione il giorno dopo la chiusura dopo aver ben compiuto la missione di fare di questo foro una trincea di lotta contro l’imperialismo per un mondo migliore ed in difesa anche della più nobile causa del nostro popolo e di tutti i popoli”, ha detto ancora la presidentessa del CNP cubano.
Tra queste bandiere di lotta c’è la causa dei Cinque cubani prigionieri dell’impero da più di 12 anni, ingiustamente reclusi nelle carceri degli Stati Uniti per aver combattuto il terrorismo. Per tutto questo andrà a Pretoria anche una rappresentanza dei familiari dei Cinque, che comprende Ailí e Tony, figli di Ramón Labañino e Antonio Guerrero, rispettivamente. |
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Machado Ventura ha ricevuto il Segretario Generale del ANC |
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24 marzo 2006 - www.granma.cu
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Il Primo Vicepresidente della Repubblica di Cuba, José Ramón Machado Ventura, ha ricevuto nella sede del Comitato Centrale del Partito, il Segretario Generale del Congresso Nazionale Africano (ANC) del Sudafrica, Gwede Mantashe, riporta la AIN.
Nelle sue parole di benvenuto, il membro del Burò Politico ha trasmesso al dirigente sudafricano i saluti del Presidente della Repubblica di Cuba, Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz.
Gwede Mantashe ha ringraziato per l’accoglienza ricevuta in Cuba ed ha ratificato la solidarietà del ANC e del governo della Repubblica del Sudafrica con la lotta per l’eliminazione del blocco e la liberazione dei Cinque Eroi.
Riferendosi alla grave crisi globale, ha detto che le sue conseguenze hanno obbligato ad una rivalutazione del ruolo dello Stato, e questo contraddice la filosofia neo liberista.
Machado Ventura ha ringraziato i visitatori per la loro presenza solidale ed ha dialogato con la delegazione amica su come sta lavorando Cuba oggi, per perfezionare il socialismo.
All’incontro che si è svolto in un ambiente fraterno, erano presenti altri membri della delegazione sudafricana e l’ambasciatore di questo paese in Cuba, Phetse Justice Piitso.
Per la parte cubana hanno partecipato Jorge Martí Martínez, capo del Dipartimento delle Relazioni Internazionali del Comitato Centrale, ed altri funzionari del Partito. |
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La delegazione del Sudafrica rende omaggio al Che |
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23 marzo 2006 - www.granma.cu
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Una delegazione di alto livello diretta da Gwede Mantashe, segretario generale del Congresso Nazionale Africano (ANC), ha reso omaggio all’Eroico Guerrigliero nel complesso scultoreo che porta il suo nome a Santa Clara.
Mantashe, che è anche collaboratore Nazionale del Partito Comunista del Sudafrica ha ringraziato le autorità della provincia, l’opportunità di visitare il museo storico che raccoglie la vita e l’opera del comandante Ernesto Che Guevara, ed il luogo che perpetua la sua memoria e conserva i resti e dei suoi compagni caduti in Bolivia.
Ci sentiamo ispirati dall’esempio del Che che va oltre la collaborazione tra entrambi i paesi. Lui ci ha insegnato la forza della solidarietà e dell’internazionalismo, perché Cuba è una trincea della lotta contro le ingiustizie, a favore della libertà dei popoli, ha evidenziato Mantashe.
Il dirigente sudafricano ha spiegato alla stampa che esiste un prima e un dopo della battaglia di Cuito Cuanavale, nella quale grazie all’aiuto di Cuba, i popoli di Africa sono più liberi, specialmente la Namibia e il Sudafrica, che si sono liberati del disumano regime dell’Apartheid.
Ha ricordato che l’ANC, che regge il futuro della nazione africana, compie 98 anni ed è il movimento di lotta più antico del continente, ed il paese fu uno degli ultimi a raggiungere la totale liberazione, nel 1994.
Rispetto alle relazioni di amicizia tra il Sudafrica e Cuba, ha segnalato: sono sempre più stretti, e la visita di questa delegazione ne è una dimostrazione, cosa che permette una maggiore unità tra entrambi i popoli, ed una totale identificazione nella lotta per la liberazione dei cinque patrioti antiterroristi cubani che stanno scontando condanne nelle carceri degli Stati Uniti.
Dopo aver depositato un’offerta floreale davanti alla fiamma eterna del Memoriale, Mantashe e la sua rappresentazione, accompagnati da Juan Carlos Díaz Gómez, membro del Burò Provinciale del Partito e Rodolfo Puente Ferro, presidente del Comitato di Amicizia Cuba-Africa, hanno visitato il mausoleo del Fronte Las Villas, dove riposano i resti degli eroi e dei martiri del distaccamento diretto dal Che nel 1958.
La delegazione ha anche sostenuto un incontro con circa un centinaio di giovani sudafricani che si preparano nelle università di Villa Clara, tra le quali figurano oltre 60 futuri medici, alunni di altri rami della salute, così come studenti dell’Università Centrale.
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