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Gli agricoltori latinoamericani

condannano il blocco USA contro Cuba

 

 18 ottobre 2010 - P.Rioeseco www.granma.cu (pl)

 

La Dichiarazione di Quito e del V Congresso della Coordinatrice Latinoamericana dell’Organizzazione della Campagna (CLOC – Via Contadina), ha ribadito la sua permanente solidarietà con la Rivoluzione Cubana e ha condannato il blocco di 50 anni imposto dagli Stati Uniti.

 

Il documento che ha riassunto i dibattiti di circa mille delegati da 14 paesi, riuniti nella capitale ecuadoriana dall’8 al 16 ottobre, ha richiesto al Governo degli Stati Uniti la liberazione dei cinque rivoluzionari cubani prigionieri da 11 anni nel paese del Nord per aver difeso il loro popolo dal terrorismo.

 

Fernando González, René González, Gerardo Hernández, Ramón Labañino e Antonio Guerrero, sono stati condannati a lunghe pene senza che venissero fornite prove a testimonianza dei delitti più gravi a loro imputati.

 

Salutiamo, aggiunge il documento, le organizzazioni dell’Ecuador che si sono mobilitate in modo deciso e hanno rovesciato il tentativo di colpo di stato in quel paese.

 

Il Congresso si è solidarizzato con la resistenza popolare in Honduras, che a dispetto della continuità del golpismo, ha raggiunto un appoggio maggioritario per un’Assemblea Costituente.

 

Stiamo vivendo una tappa di ascesa delle lotte sociali in America Latina, evidenzia la Dichiarazione, ed afferma che ciò ha provocato simultaneamente la nascita di governi progressisti e l’inasprimento delle aggressioni dall’Imperio.

 

Le destre del continente, aggiunge, il Governo degli Stati Uniti e i grandi capitali spiegano una controffensiva con nuove forme di colonialismo, privazioni e repressione, combinando strategie politiche con forme più crude di militarizzazione ed aggressione armata.

 

Il Congresso, dice la Dichiarazione, ha celebrato con entusiasmo il trionfo delle lotte socialiste in Bolivia ed in Ecuador, che hanno cominciato profondi processi di trasformazione nazionale e permesso l’adozione di Costituzioni nazionali rivoluzionarie.

 

La CLOC ha espresso la sua solidarietà con la lotta del popolo Mapuche e i settori sociali decisi a lottare fino a raggiungere la revoca di una legge antiterrorista, così come il coraggioso popolo di Haiti, mobilizzato contro l’occupazione militare dopo il terremoto.

 

Ci solidarizziamo anche, continua la Dichiarazione, con il popolo colombiano, che soffre e resiste senza arrendersi, alle aggressioni sistematiche e criminali dello Stato e al paramilitarismo, ed esigiamo una soluzione politica negoziata del conflitto sociale e armato.

 

L’agricoltura, l’acqua, l’alimentazione e i nostri beni culturali sono oggi obiettivo centrale del grande capitale finanziario, che attraverso grandi investimenti ha accelerato la concentrazione della produzione, analisi e commercializzazione agricola.

 

Il risultato è l’espulsione di massa e di forza dei popoli originari e agricoli, aggiunge la CLOC, la tendenza all’acquisizione della proprietà delle terre da parte di soggetti stranieri, la perdita della sovranità nazionale e popolare, così come la distruzione della Madre Terra.

 

Il Congresso avvisa che la crisi climatica prodotta dai modelli di produzione e consumo imposti dal capitalismo fa sentire le sue peggiori conseguenze ai popoli del mondo e specialmente a quelli che vivono e lavorano nei campi.

 

Di fronte a ciò, conclude la Dichiarazione, si riafferma la decisione di difendere il pianeta, l’agricoltura contadina e la dignità ed il viver bene dei popoli, e ribadiscono che questa è la via più sicura ed efficace per raffreddare il pianeta e ricostruire gli equilibri naturali.