Associazione d’Amicizia
Italia - Cuba |
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8 novembre 2010 - www.granma.cu
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Valutato anche il contributo dei Circoli, il X Congresso dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, riunito a Milano il 30-31 ottobre e 1° novembre 2010 approva i documenti congressuali e la relazione del presidente.
Il Congresso ritiene necessario contrastare la campagna denigratoria contro Cuba sulle vicende del cosiddetto “dissenso” e sui provvedimenti relativi al riassetto dell’economia cubana. Allo stesso tempo denuncia il silenzio sull’ennesima condanna del blocco e sull’illegale detenzione dei Cinque patrioti cubani, condannata il 27 maggio 2005 da una sentenza del Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite sulle Detenzioni Arbitrarie.
La Rivoluzione cubana è riuscita a costruire un avvenire per il proprio popolo e tuttora rappresenta un punto di riferimento per nuove forme di aggregazione e di integrazione tra i popoli latinoamericani – come l’ALBA – per i processi di emancipazione dei paesi del Terzo Mondo e per tutti coloro che nel mondo operano per una qualità della vita più equa e più a misura d’uomo. L’Associazione si identifica nel pensiero di José Martí che “Patria è Umanità”, che ha accompagnato la solidarietà cubana verso i popoli del Terzo Mondo.
Dopo oltre 50 anni dalla sua vittoria la Rivoluzione cubana è ancora viva, presente e sempre meno isolata nella lotta per un mondo migliore anticapitalista e antimperialista.
Nel 2004 Cuba e Venezuela avevano dato vita all’ALBA (Alternativa Bolivariana per le Americhe), un progetto di cooperazione politica, sociale ed economica tra i paesi dell’America Latina e i paesi caraibici, a cui con il passar del tempo si sono affiancate altre strutture organizzative. Dopo lunghe trattative è stata fondato il “Banco du Sur” con lo scopo di finanziare quei progetti congiunti di sviluppo tra diversi paesi dell’America Latina (Cuba, Bolivia, Venezuela, Ecuador e altri) che richiedono ingenti investimenti, primi fra tutti quelli relativi al mercato energetico e delle materie prime per una loro gestione pubblica e non legata alle varie multinazionali.
Il MERCOSUR, accordo di sostegno commerciale creato per ridurre gli squilibri tra i paesi dell’America latina e caraibica, è ormai una realtà con cui l’economia mondiale si deve confrontare.
Questo processo, che sta cercando di far avanzare un nuovo tipo di economia, è frutto di continui e ripetuti attacchi imperialisti.
Il colpo di Stato in Honduras – oltre a 7 basi statunitensi nel narco-Stato della Colombia, 9 basi a Panama, 2 nelle Antille Olandesi, Haiti occupata e trasformata in base militare a due passi da Cuba, operazioni di secessione innescate facendo leva su settori reazionari in Nicaragua, Ecuador, Paraguay, provocazioni contro il Venezuela con l’invasione del suo spazio aereo - è frutto della cospirazione imperialista per combattere e distruggere la costruzione di un modello di giustizia sociale, uguaglianza, salvaguardia dell’ambiente, sovranità nazionale, solidarietà tra i popoli che sta avvenendo nell’America Latina e tutto questo nel silenzio o nella demonizzazione dei media mondiali.
E’ un silenzio che abbiamo la responsabilità storica di rompere. L’avanzata dei popoli dell’America Latina è la garanzia di una possibile e indispensabile sconfitta del capitalismo, dei suoi genocidi ed ecocidi.
I media commerciali di tutto il mondo, europei e italiani compresi, si sono sistematicamente dedicati a demonizzare i Governi democratici di Cuba, Venezuela e Bolivia. Riguardo all’Ecuador i disinformatori sono al lavoro presentando il tentato golpe come un semplice conflitto sindacale sfuggito di mano.
L’America Latina è il continente del futuro perché è una regione unita. Il popolo di Cuba e Fidel sono la rivoluzione e il futuro dell’America Latina è integrazione, salute, educazione, giustizia, case, pace, democrazia. E’ socialismo, che Cuba difende e sviluppa.
Cuba è stata giudicata positivamente dall’UNESCO, dalla FAO, dall’UNICEF, dall’OMS e dall’UNISIDA per la sua politica su educazione, salute, rispetto per l’ambiente, ma tutto questo non appare nella stampa internazionale, priva di etica e pronta a pubblicare notizie false o parziali. La stessa stampa non scrive mai che Cuba è costretta a combattere una guerra non dichiarata da più di 50 anni, condotta dalla nazione più potente al mondo, ma nonostante questo Cuba è riuscita a costruire una propria economia, ha aiutato decine di nazioni bisognose, ha assistito migliaia di persone con le sue missioni internazionaliste, ha permesso a migliaia di ragazzi di famiglie povere, anche degli Stati Uniti, di studiare nelle sue università.
Cuba è dalle parte dei popoli che si vogliono riprendere la storia, che vogliono una vita più dignitosa e che stanno ridando un senso a valori che in Europa, in Italia e in tutto il mondo stanno scomparendo: uguaglianza e giustizia sociale.
Noi stiamo con Cuba e con la sua Rivoluzione.
L’Associazione promuove iniziative di solidarietà con i popoli in lotta per l’autodeterminazione e per il riconoscimento dei loro diritti.
Il Congresso chiede alla Unione Europea di eliminare la Posizione Comune in coerenza con il voto espresso all’ONU sul blocco.
Chiede al Governo italiano - a fronte dell’ennesima votazione da parte dell’ONU sul blocco economico, commerciale e finanziario a Cuba, con voto contrario solo da parte di Stati Uniti e Israele – la coerenza su questo suo voto, portando avanti in sedi nazionali ed europee atti e iniziative per il superamento di questa illegale misura.
Siamo contro le guerre e il terrorismo internazionale di Stato, condanniamo ogni atto di violenza e azioni terroristiche finalizzate al rovesciamento di governi democratici, condanniamo le ingiustizie e le diseguaglianze esistenti. Chiediamo la riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite eliminando il diritto di veto, al fine di garantire la pari dignità tra i popoli e i governi. E’ indispensabile la soluzione politica, e non militare, dei contrasti tra le nazioni.
Auspica che il Governo italiano si faccia promotore della richiesta di estradizione in Italia del terrorista Luis Posada Carriles, reo confesso e responsabile degli attentati a Cuba nel 1997 contro strutture alberghiere, in cui è stato ucciso il nostro connazionale Fabio Di Celmo.
Nel rispetto della legalità internazionale chiediamo e lavoriamo per:
- rispetto alla sovranità e autodeterminazione di Cuba
- la fine del blocco economico, commerciale e finanziario
- liberazione dei Cinque patrioti detenuti illegalmente negli Stati Uniti
- la restituzione della Base di Guantánamo usurpata da oltre un secolo.
Riguardo all’attività della nostra Associazione dobbiamo recuperare e sviluppare i rapporti con la società reale. La visibilità della nostra Associazione è dovuta alle iniziative che promuove; pertanto è necessario costruire una rete di rapporti con associazioni, partiti, sindacati, istituzioni e mondo dell’informazione che ne favoriscano il riconoscimento quale soggetto che, operando nel campo della Promozione Sociale, è parte importante del tessuto democratico nazionale.
In base a quanto appena esposto, il Congresso assume l’impegno per un’adeguata presenza dell’Associazione all’iniziativa di “Genova 2011”, incaricando il nuovo Direttivo Nazionale sulle modalità di partecipazione e di organizzazione.
Per tutto questo occorre che i Coordinamenti Regionali riprendano il ruolo politico per cui sono stati costituiti:
- garantire l’integrazione fra i Circoli a livello regionale, nel rispetto degli obiettivi nazionali;
- supportare la nascita e lo sviluppo dei Circoli;
- curare politicamente i contatti con le istituzioni locali e regionali
- mantenere i rapporti politici con le province cubane gemellate
- promuovere iniziative politiche di solidarietà.
I Circoli sono l’elemento base dell’Associazione, per questo vanno sostenuti e motivati dal Coordinamento Regionale o dal Nazionale nelle regioni prive di Coordinamento, anche con corsi di formazione sulla conduzione amministrativa. In quest’ottica anche la nostra rivista El Moncada può riservare un maggior spazio alle loro attività.
Proponiamo, nell’arco di tempo tra due Congressi, la realizzazione di assemblee che coinvolgano tutti i Circoli, o almeno quelli di più regioni limitrofe, per lo scambio di informazioni ed esperienze. Un compito dei Circoli deve essere anche quello di lavorare per avvicinare i giovani all’Associazione, promovendo ad esempio le brigate di lavoro, in modo che attraverso una conoscenza di Cuba diretta possano poi diventare nostri attivisti.
Dato che i punti deboli dell’Associazione sono la scarsa presenza al Sud e la scarsa presenza di giovani militanti, il Congresso invita i nuovi organismi dirigenti a creare gruppi di lavoro che si occupino di questi aspetti.
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ODG sull’attività dell’ANAIC in
previsione degli eventi di “Genova 2011” L’Assemblea Plenaria del X Congresso Nazionale dell’ANAIC, in vista dell’avvicinarsi del decennale dei fatti di Genova 2001 |
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Ribadisce il pieno sostegno dell’Associazione alle organizzazioni che compongono il coordinamento che prepara gli eventi per “Genova 2011”, dando mandato al nuovo Direttivo Nazionale di decidere la partecipazione al Coordinamento con iniziative ad essa più affini.
Condanna il continuo atteggiamento repressivo, anti-democratico e anti-costituzionale di parti dello Stato italiano più volte manifestatosi a partire dal 2001.
Dà altresì mandato al nuovo Direttivo nazionale di avviare o rinsaldare la collaborazione tra la nostra Associazione e le altre strutture associative a noi più vicine, per costruire nuove iniziative di solidarietà comuni per Cuba, l’America Latina e su altri temi a noi analoghi, troppo spesso manipolati e distorti dai mezzi di informazione contrari ad avere autentiche “verità e giustizia”.
Alessandro Leni
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Italiani solidali con Cuba Si è svolto a Milano il Congresso dell’Associazione d’Amicizia Italia-Cuba |
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3 novembre 2010 - www.granma.cu
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Più di un centinaio d’integranti dell’Associazione di Amicizia Italia-Cuba e vari rappresentanti di gruppi della sinistra di questo paese europeo hanno reiterato da Milano la loro illimitata solidarietà con Cuba e la sua Rivoluzione.
Durante il X Congresso di questo gruppo solidale, Sergio Marinoni, presidente dell’Associazione, ha sottolineato l’adesione di tutti i presenti con l’Isola, ha informato una nota dell’Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli (ICAP).
Nel Foro, effettuato nel Novotel, a nord della città, Marinoni ha risaltato le battaglie che il popolo cubano sferra in difesa del Socialismo, l’indipendenza e la sovranità.
L’incontro di tre giorni ha valutato i risultati del lavoro del collettivo negli ultimi tre anni e le principali direttrici per il lavoro da svolgere in appoggio di Cuba.
La sessione generale ha dimostrato una grande soddisfazione per il risultato ottenuto nella votazione contro il blocco nell’Organizzazione delle Nazioni Unite ed anche gli interventi dei delegati hanno sottolineato la condanna di questa criminale politica, che Washington esercita contro Cuba da mezzo secolo.
Inoltre è stato condannato l’atteggiamento poco deciso della Casa Bianca di fronte ai colpi di Stato, consumati o no, in America Latina.
Kenia Serrano Puig, presidentessa del ICAP, e Vladimir Pérez, consigliere politico dell’ambasciata cubana in Italia, hanno partecipato all’incontro.
Le espressioni di sostegno per la causa dei Cinque Eroi si sono moltiplicate, reclamando la loro immediata liberazione.
X Congresso dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba
1 novembre 2010 - www.granma.cu
Compagna Kenia Serrano Puig
Presidente dell’Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli
Compagni della missione diplomatica della Repubblica di Cuba:
Vladimir Pérez Casal – Consigliere Politico dell’Ambasciata
Eduardo Vidal Chirino – Console Generale a Milano
Mabel Arteaga Rodríguez – Vice-Console Generale a Milano
Compagni
Holmedo Pérez Rubio – Direttore per l’Europa dell’ICAP
Roberto Rodríguez Dicks – Specialista per l’Italia dell’ICAP
Gentili ospiti e gentili invitati
Compagne e compagni delegati dei nostri Circoli
La storia della nostra Associazione è iniziata quasi cinquant’anni fa nell’aprile 1961 quando, per l’attacco mercenario a Playa Girón e a Playa Larga, nelle principali città italiane sono sorti gruppi spontanei contro l’intervento degli Stati Uniti e in solidarietà con il popolo cubano e con la sua Rivoluzione.
Da quel momento, via via con il passare del tempo, superando molte difficoltà perché allora non esistevano né Internet né la posta elettronica, con l’aiuto del Partito Comunista Italiano che a quel tempo non aveva ancora preso le distanze dalle sue origini e dai valori dell’internazionalismo, i gruppi hanno acquisito sempre più consistenza e avendo la stessa finalità è sorta la necessità di unirsi e di organizzarsi.
Cinquant’anni non sono pochi per un’associazione interamente di volontariato, che nella sua storia ha dovuto superare momenti difficili, che ha visto la sparizione di quasi tutte le altre realtà simili alla sua e che ha dovuto difendere a spada tratta la propria esistenza perché agli inizi degli anni ’90 i vertici del Partito Democratico della Sinistra, il nuovo partito in cui si era trasformato il vecchio Partito Comunista Italiano, ne volevano lo scioglimento.
Ma per fortuna al Congresso di Genova del 1992 molti compagni sono stati di parere opposto e grazie allo straordinario lavoro del nostro storico presidente Arnaldo Cambiaghi, l’Associazione ha trovato un nuovo modo di esistere, di camminare esclusivamente sulle proprie gambe, di darsi una vita veramente democratica, di sviluppare sempre di più la propria solidarietà con Cuba. Erano quelli i primi tempi del período especial e, contrariamente a ciò che molti pronosticavano, come Associazione non abbiamo mai avuto il minimo dubbio sulle capacità di tenuta e di resistenza del popolo cubano. Da allora sono trascorsi quasi vent’anni e i fatti ci hanno dato ragione.
Cuba non solo è riuscita a superare i momenti duri del período especial, ma è diventata addirittura il punto di riferimento per la costruzione dell’ALBA, un sistema basato sulla solidarietà e sulla cooperazione volto alla ricerca dell'unità tra le nazioni latino-americane e alla preservazione della loro identità culturale.
Sono quattro i pilastri sui quali in questi cinquant’anni ha poggiato la nostra amicizia con il popolo cubano: la condivisione della politica della Rivoluzione, la non ingerenza negli affari interni di Cuba, lo sviluppo di una solidarietà senza che venissero poste condizioni e il reciproco rispetto. Se l’Associazione continuerà a mantenere inalterate queste basi, sarà in grado di replicare molte altre volte questo primo mezzo secolo di amicizia con il popolo cubano.
A dimostrazione del riconoscimento della serietà del nostro impegno e della profondità che da sempre ha contraddistinto il nostro rapporto con la Rivoluzione cubana, è sufficiente citare il nome di due compagni che, in periodi diversi, hanno fatto parte dell’Associazione.
Il primo è quello di Vittorio Vidali, antifascista e combattente internazionalista, compagno di lotta nel Messico degli anni ’20 di Tina Modotti e di Julio Antonio Mella. Successivamente Vittorio Vidali è stato il mitico Comandante Carlos del V Reggimento delle Brigate Internazionali nella guerra in difesa della Repubblica Popolare Spagnola. Eletto in seguito per il Partito Comunista Italiano deputato dal 1958 al 1963 e quindi senatore dal 1963 al 1968, si è sempre impegnato per sviluppare in Italia la nascente solidarietà con Cuba.
Il secondo, non per importanza ma per cronologia, è quello di Gino Doné, partigiano, unico europeo che ha partecipato alla spedizione del Granma e che poi ha collaborato dall’estero, per oltre quarant’anni e nella massima discrezione, con la Rivoluzione cubana. Rientrato in Italia nel 2003, ha scoperto l’esistenza della nostra Associazione e da subito vi ha aderito con entusiasmo, tesserandosi al Circolo di Venezia. “Per la causa sono sempre a vostra disposizione”, è stata la frase che lui, eroe del Granma, più volte ci ha ripetuto. Credo che tutti noi dovremmo avere sempre presente Gino come esempio di dedizione e di riservatezza nella solidarietà con Cuba.
Avendo avuto tra di noi compagni del livello di Vittorio Vidali e di Gino Doné, non è quindi per caso che nel primo articolo del nostro Statuto è espresso chiaramente che l’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba si ispira agli ideali della Resistenza italiana e della Rivoluzione cubana: oggi più che mai, nel panorama della crisi della sinistra e dell’affievolirsi dei valori morali e antifascisti nella società italiana, riaffermiamo a piena voce il nostro attaccamento a quegli ideali, siamo molto orgogliosi di averli come riferimento e li rendiamo concreti attraverso il nostro lavoro di solidarietà.
Anche se non è riuscito ad affossare la Rivoluzione, il blocco economico statunitense, a cui Cuba è sottoposta da circa cinquant’anni, resta un enorme macigno che pesa su tutti gli aspetti della vita del popolo cubano. Diciannove condanne consecutive dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite – l’ultima è di quattro giorni fa con 187 voti a favore dell’eliminazione del blocco, 2 contro e 3 astenuti – evidenziano come il Governo degli Stati Uniti continui a permanere al di fuori delle leggi internazionali. Ma di questo la così tanto “democratica” Europa non ne parla mai.
Siamo arrivati a una situazione così assurda che ha visto l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace a Barack Obama. Il Presidente statunitense è alla testa di uno Stato che attualmente pratica la guerra e che ha commesso crimini e massacri di civili in Afghanistan e nell’Iraq, che mantiene aperto il carcere di Guantánamo in cui si pratica la tortura, in cui non viene offerta alcuna garanzia legale ai detenuti e per di più si trova in una parte del territorio della Repubblica di Cuba occupato illegalmente, uno Stato che impone al proprio Tribunale Supremo di non esaminare neppure il ricorso presentato dai Cinque, che protegge e ospita noti terroristi anti-cubani come Luis Posada Carriles od Orlando Bosch e che, non solo per il blocco ma anche per una sentenza di condanna dell’Organizzazione Mondiale del Commercio riguardante il marchio Havana Club, sentenza che continua a non essere rispettata, si pone al di fuori della legalità internazionale.
Al Presidente Obama anziché un Premio Nobel per la Pace avrebbero dovuto assegnare un Premio Nobel per l’Illegalità. Anche su questi altri aspetti, la tanto “democratica” Europa continua a mantenere un silenzio assordante.
Ma oltre ai problemi causati dal blocco, Cuba deve far fronte ad altre proprie situazioni di difficoltà: dagli enormi danni causati dagli uragani di due anni fa, alle questioni di produzione degli alimenti; dall’affrontare la crisi economica mondiale dalla quale non è immune, alla riorganizzazione dei suoi organici statali; dalla circolazione della doppia moneta all’arginare gli aspetti negativi che il turismo ha portato con sé.
Sono sfide grandissime, che tocca solo ai cubani risolvere, senza ingerenze da parte di chicchessia. La loro storia, dalle guerre di indipendenza ai nostri giorni, è piena di “missioni impossibili” che sono state portate a termine. Per questo motivo rinnoviamo la nostra fiducia a tutto il popolo cubano e ai suoi dirigenti perché sapranno trovare le soluzioni più opportune per far sì che la Rivoluzione possa continuare il suo cammino.
Il nostro compito è quello di fare solidarietà, che di certo non risolve i problemi economici di Cuba, ma che fa sentire al popolo cubano di non essere solo nella lotta per difendere la sua indipendenza, la sua autodeterminazione e il diritto a costruire il tipo di società più adatto alle sue esigenze.
Roberto González – fratello di René, uno dei Cinque, e avvocato del loro collegio di difesa – quattro anni fa qui in Italia, partecipando a una serie di attività con alcuni nostri Circoli, ha appreso come funziona la nostra Associazione e come opera in solidarietà con il suo paese e ci ha detto: “Noi cubani respiriamo solidarietà fin dalla nascita, ne sentiamo parlare fin da piccoli e una volta cresciuti se vogliamo farla abbiamo alle spalle uno Stato che l’organizza fin nei minimi particolari. Voi, invece, oltre a muovervi in un contesto sfavorevole, non avete nessuno alle spalle e dovete inventarvi di tutto. Per questo motivo quello che fate per noi ha un valore inestimabile, che va ben oltre il valore materiale dei progetti o delle donazioni”.
Attualmente il terreno sul quale ci muoviamo per sviluppare la nostra attività non è di certo pianeggiante ma è costellato da ostacoli di varia natura, interni ed esterni all’Associazione.
Dal punto di vista politico, il fatto più eclatante è senza dubbio la crisi in cui si dibatte la sinistra, che ha avuto come risultato la sparizione di deputati e senatori, nostri soci sui quali avevamo potuto contare in passato, dalle due più importanti istituzioni italiane. Inoltre, tra le forze di sinistra vi sono state ulteriori divisioni tra quelle già esistenti, che hanno aggravato un quadro di per sé poco confortante. Sia ben chiaro a tutti che qualsiasi contrasto tra nostri iscritti su questioni riguardanti aspetti di politica italiana, non deve minimamente interferire nella vita della nostra Associazione. Anni fa si erano verificate divisioni di questo genere, per fortuna poche, che però hanno portato a un serio indebolimento di alcuni Circoli. Per rendere la nostra solidarietà più incisiva è indispensabile l’unità sia all’interno dei Circoli sia fra tutte le istanze dell’Associazione, l’unità è di fondamentale importanza per la nostra attività perché senza di essa non potremo ripetere in futuro la mole dei risultati che fin qui abbiamo ottenuto.
Un altro aspetto che ha influito e che influisce tuttora in modo negativo sul nostro lavoro è rappresentato dagli attacchi mediatici portati contro Cuba. Anche se noi siamo ormai abituati a questo bombardamento periodico di menzogne contro la Rivoluzione, questa sequela di falsità ripetute da quotidiani, radio e televisioni crea confusione e sconcerto nell’opinione pubblica e in altre realtà. L’Associazione viene percepita come qualcosa che è dalla parte di una dittatura, dalla parte della mancanza di libertà, del non rispetto dei diritti umani, delle condizioni di vita inumane dei detenuti e della persecuzione dei dissidenti. E’ una lotta impari, sia di mezzi che economica, ma non per questo dobbiamo alzare bandiera bianca. Anzi, questa sproporzione ci deve spingere a utilizzare al meglio le poche risorse che abbiamo e le nuove possibilità che l’informatica ci offre per far conoscere la realtà di Cuba e il lavoro di solidarietà dell’Associazione. Solo una dozzina di anni fa chi in Associazione proponeva l’utilizzo della posta elettronica o di Internet veniva visto come un marziano, oggi queste due opportunità sono diventate anche per noi di uso comune. Auspichiamo, pertanto, un maggior utilizzo complessivo dell’informatica da parte dei Circoli e che il Nazionale studi un sistema verticale, con le sue ramificazioni, che funzioni in modo organico affinché possiamo far giungere le nostre comunicazioni a un numero sempre più grande di persone, evitando che queste notizie vengano rimpallate più volte a uno stesso indirizzo.
La crisi economica che sta attraversando il nostro paese è un altro degli aspetti che ha avuto ripercussione sulle nostre attività. Da una parte la perdita del posto di lavoro o la precarietà del lavoro con cui molti compagni sono costretti a convivere, hanno reso più difficoltosa la loro disponibilità di tempo da dedicare all’Associazione. Questa situazione si riflette soprattutto sui giovani ed è questo uno dei motivi della diminuzione di attivisti o di iscritti nella fascia di età fino ai trent’anni. Dall’altra parte l’aumento dei prezzi in generale e le minori entrate dei lavoratori e delle famiglie hanno ridotto la loro disponibilità economica e quindi, logicamente, sono state tagliate le spese non strettamente necessarie. Rispetto a qualche anno fa le vendite ai nostri banchetti di magliette, distintivi, bandiere, libri e altri gadgets hanno subito una drastica flessione ed è calato anche il numero di iscrizioni a corsi di lingue o di ballo, ai viaggi o alle brigate internazionali di lavoro.
Anche se non dispone della bacchetta magica per risolvere i problemi economici dei Circoli, il Nazionale ha adottato alcune misure per rendere meno difficile la loro situazione. I fondi del Cinque per Mille, benché soggetti a determinate limitazioni per il loro utilizzo, hanno permesso un maggior respiro all’economia dell’Associazione. Utilizzando una parte di questi soldi per determinate spese che potevano ricadere sotto l’ombrello del Cinque per Mille, abbiamo potuto intraprendere una gestione più agile delle risorse dell’Associazione Nazionale, con l’assunzione da parte di questa di alcuni costi che in anni precedenti erano invece a carico dei Circoli.
Alcuni esempi: ai compagni di Calabria, Sicilia e Sardegna che hanno partecipato alle riunioni del Direttivo Nazionale è stato riconosciuto un rimborso del 100 % per il viaggio, mentre prima era del 50 %; è stato disposto un contributo del 20 % a quei Circoli che hanno affittato pullman per partecipare alle manifestazioni nazionali a favore dei Cinque di Roma 2008 e di Milano 2009; la partecipazione di dirigenti dell’Associazione su richiesta dei Circoli ad attività da questi organizzate è interamente a carico del Nazionale, mentre prima il Circolo doveva sobbarcarsi le spese di viaggio, vitto e alloggio; il Nazionale si è assunto interamente l’onere che ogni Circolo avrebbe dovuto pagare per la presentazione all’Agenzia delle Entrate del modello EAS; per la prima volta è stato messo a disposizione un contributo a 64 Circoli per le spese di partecipazione dei loro 103 delegati al Congresso Nazionale.
Nell’ottica di migliorare la nostra attività di solidarietà con Cuba, è stato portato a termine un lungo lavoro iniziato dal compagno Roberto Foresti, che per alcuni anni è stato nostro presidente. Grazie alla sua lungimiranza era riuscito, dopo aver superato molte difficoltà, a far iscrivere l’Associazione al Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale. Noi, ora, abbiamo completato questo lavoro ottenendo anche l’iscrizione di tutti i nostri Circoli.
Abbiamo dovuto passare attraverso diversi ostacoli di carattere burocratico, raccogliere la documentazione certificata dall’Agenzia delle Entrate per il riconoscimento di ogni singolo Circolo e inoltrare al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali tutti i dati e le relative variazioni avvenute in seguito. Per questo motivo avremmo bisogno di una maggior collaborazione da parte dei Circoli nella comunicazione tempestiva alla Segreteria Nazionale di eventuali cambiamenti del loro segretario o dell’indirizzo della sede, il tutto dopo che sia stato regolarmente registrato all’Agenzia delle Entrate della loro città. Questo non per un nostro capriccio, ma se non comunichiamo periodicamente per tempo questi dati al Ministero rischiamo di essere estromessi dal Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale.
Il fatto di essere riconosciuti ufficialmente dallo Stato italiano, oltre a una maggior credibilità verso l’esterno, ci facilita ad esempio nelle richieste di concessioni di visti da parte dell’Ambasciata italiana a La Habana per l’invito di compagni cubani, dato che siamo l’unica organizzazione di solidarietà con Cuba ad avere a tale scopo la firma del presidente depositata. Ci permette anche di ottenere agevolazioni fiscali e non, l’opportunità di ricevere donazioni che possono essere scaricate dalle imposte ma soprattutto la possibilità di partecipare ogni anno all’iscrizione e all’assegnazione del Cinque per Mille.
Credetemi, affrontare questa parte di burocrazia e tutta quella che riguarda altri aspetti della vita dell’Associazione è un lavoro deprimente, ma è necessario farlo. Abbiamo lo svantaggio della perdita di tempo, ma abbiamo il vantaggio non trascurabile del ritorno economico che ci permette di aumentare il volume della nostra solidarietà verso Cuba.
Finora il Comitato Direttivo Nazionale ha stabilito che fosse solo l’Associazione Nazionale a presentare all’Agenzia delle Entrate la richiesta di assegnazione del Cinque per Mille. Questa scelta è stata fatta al fine di non disperdere l’importo in tanti rivoli e quindi dare più corposità ai nostri interventi. Inoltre non è tecnicamente possibile una redistribuzione ai Circoli o ai Coordinamenti Regionali della somma raccolta in quanto per legge abbiamo l’obbligo di rendicontare in modo trasparente come sono stati impiegati i fondi, nel rispetto delle finalità del nostro Statuto.
Diverse sono state le iniziative le cui spese sono state coperte con i soldi del Cinque per Mille. Oltre alla grande manifestazione di Milano di ottobre 2009 a favore dei Cinque e agli interventi di dirigenti per fare conferenze presso i Circoli, i fondi sono stati impiegati principalmente per far venire in Italia per una serie di attività Raúl Verrier Molina, del CC-PCC, e Arleen Rodríguez Derivet, una delle più famose giornaliste cubane; abbiamo coperto al 75 % le spese dei Circoli per l’invio di otto loro giovani a La Habana per partecipare a un importante evento internazionale sui Cinque; come Nazionale abbiamo contribuito con 9.000 euro (dei 59.000 raccolti in solidarietà dall’insieme dell’Associazione) in occasione dei tre uragani a Cuba del settembre 2008; a ogni uscita della nostra rivista El Moncada sono state inviate 700 copie ad altrettante biblioteche italiane; ad aprile 2010 è stata finanziata la spedizione di 21 compagni a Bruxelles per partecipare al sit-in di protesta contro la vergognosa risoluzione del Parlamento Europeo sui Diritti Umani a Cuba; nello stesso periodo è stata predisposta la pubblicazione di diverse ‘manchette’ su vari quotidiani a sostegno delle nostre iniziative o per smentire le menzogne che venivano fatte circolare su Cuba; è stato finanziato parzialmente con 9.000 euro l’acquisto del Luminex (un’apparecchiatura per analisi necessaria a Cuba del valore di 60.000 euro) e abbiamo versato una prima tranche di 10.000 euro per l’acquisto immediato della metà delle fiale di Actinomicina-D necessarie a Cuba e poi finanziato la relativa campagna pubblicitaria per l’acquisto del resto del medicinale; è stato corrisposto un contributo di 5.000 euro per il sostegno dell’importante e riuscitissima iniziativa a favore dei Cinque organizzata lo scorso 17 ottobre a Roma dal nostro Circolo di quella città; nell’ultimo Direttivo Nazionale di settembre è stato deciso di contribuire con circa 5-6.000 euro all’allestimento e alla messa in funzione di un’officina-laboratorio nella Scuola Speciale ‘Solidaridad con Panamá’ di La Habana, che ospita disabili fisico-motori delle varie zone di Cuba, e di sostenere con 30.000 euro il “Progetto di Sviluppo Tecnologico di Informazione Medica e Gestione Universitaria della Scuola Latinoamericana di Medicina (ELAM)”. Tre di queste iniziative (Luminex, Actinomicina-D ed ELAM) appartengono all’ambito della nostra solidarietà con la Rivoluzione cubana in collaborazione con mediCuba-Europa.
Dato che mi risulta che molti compagni ancora non la conoscono, vorrei soffermarmi un momento sulla partecipazione dell’Associazione Nazionale a mediCuba-Europa, rete europea di organizzazioni e associazioni di amicizia e di solidarietà con Cuba specializzata in aiuti nel campo medico e della salute.
L’Associazione è stata tra le prime ad aderire a mediCuba-Europa fin dal secondo mandato di Arnaldo Cambiaghi. Successivamente Roberto Foresti ne era diventato anche vice-presidente, ma all’interno dell’Associazione la nostra presenza in questo organismo plurinazionale ha avuto una vita difficile per via di incomprensioni e di scarsa conoscenza sull’argomento.
Formalmente costituita nel 1997, in questi tredici anni mediCuba-Europa ha portato avanti molti progetti per un valore totale di oltre 8 milioni di euro. Quasi il 90 % di questo importo è costituito dal progetto “Materie Prime” che ha permesso a Cuba non solo di rivitalizzare la propria industria farmaceutica, ma di risparmiare una notevole quantità di denaro perché se anziché produrli avesse dovuto acquistare all’estero determinati farmaci, li avrebbe dovuti pagare quattro volte tanto. Il risparmio conseguito permette a Cuba di investire in programmi scientifici di ricerca e sviluppo di medicinali, e nel campo della biotecnologia e della farmacologia.
Negli anni passati un grosso progetto di circa 80.000 euro – l’Equipaggiamento della Sala Analitica della Fabbrica di Produzione Citostatici di Cuba – è stato interamente sostenuto dall’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba con un finanziamento della Regione Lombardia.
Quest’anno, sempre in collaborazione con mediCuba-Europa, l’Associazione ha adottato interamente il progetto di 20.000 euro per l’acquisto dell’Actinomicina-D, un farmaco antitumorale a uso pediatrico che Cuba non poteva più acquistare per via delle leggi del blocco, in quanto l’azienda messicana che lo produceva è passata sotto capitale nordamericano. La campagna che abbiamo lanciato al riguardo è stata un successo e ha raggiunto un duplice obiettivo: il primo, politico, perché ci ha permesso di parlare del blocco e di evidenziarne l’assurdità e la crudeltà; il secondo, economico, perché in pochi mesi è stato raggiunto l’importo per l’acquisto della quantità di farmaco necessario per un anno, interamente con il contributo dell’Associazione Nazionale, dei Circoli, dei soci e di privati cittadini. La stessa cosa potremo fare nel 2011, illustrando anche nelle nostre iniziative il progetto dell’ELAM, già finanziato interamente dal Nazionale, e che ci permetterà di far conoscere la solidarietà che Cuba sviluppa verso gli altri popoli del Terzo Mondo.
Attualmente l’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba fa parte della Giunta Direttiva di mediCuba-Europa, organizzazione tenuta da sempre in considerazione a Cuba per l’importanza politica del ruolo che svolge. Anche il documento finale approvato quest’anno a Sofia all’ultimo Incontro Europeo di Solidarietà con Cuba ha posto il rafforzamento e l’ampliamento di mediCuba-Europa tra gli obiettivi più importanti.
Dall’ultimo Congresso di Riccione del 2007, sono stati due gli eventi di particolare rilievo organizzati dall’Associazione Nazionale.
Nell’ottobre 2008, a Terni e con la collaborazione del Circolo di questa città, abbiamo organizzato l’Incontro Europeo di Solidarietà con Cuba, iniziativa che si svolge una volta ogni due anni in una nazione europea diversa. Erano presenti delegazioni di 32 organizzazioni di 28 paesi europei, oltre a una delegazione cubana capeggiata dall’allora presidente dell’ICAP Jorge Martí Martínez, diventato pochi mesi dopo Capo delle Relazioni Estere del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba, e nella quale era presente Osvaldo Martínez Martínez, il più importante economista cubano.
Oltre agli aspetti politici dibattuti nel plenario, con traduzione simultanea in tre lingue, e la presentazione di video e power-point riguardanti la solidarietà con Cuba, l’evento ha avuto altri due momenti di rilievo: all’inizio con la presentazione di un’estesa e documentatissima esposizione sui temi della santeria, molto apprezzata per il livello dei suoi contenuti etnografici, e in chiusura con una cena a menù medievale nella Rocca Albornoz di Narni, costruita nel XIV secolo, che ha sorpreso e affascinato tutti quanti per l’ambiente inconsueto e per la qualità delle portate cucinate dai cuochi e dagli allievi dell’Università dei Sapori di Narni. Il giorno successivo, al momento dei saluti, tutte le delegazioni ci hanno espresso il loro gradimento per l’organizzazione dell’Incontro e delle attività collaterali e in seguito abbiamo ricevuto una lettera ufficiale di ringraziamento e di apprezzamento da parte di Jorge Martí Martínez.
L’altro grande impegno organizzativo è stata la manifestazione di Milano dell’ottobre 2009, a favore della liberazione dei Cinque e contro il silenzio dei mezzi di comunicazione su questo caso. Chi di voi era presente ha potuto constatare di persona il successo di questa iniziativa. E’ stato un corteo colorato, pieno di bandiere e di striscioni, vivace e combattivo, che ha visto la partecipazione di circa 4.000 persone tra iscritti e simpatizzanti provenienti da tutta Italia. Al termine, oltre agli interventi politici dal palco, è stata offerta un’esibizione di artisti cubani con musiche e danze, molto apprezzati per il loro livello. Ancora una volta, come era già avvenuto alla fine di settembre 2006, la nostra Associazione ha dimostrato di essere in Italia l’unica organizzazione in grado di mobilitare diverse migliaia di persone su temi riguardanti Cuba. Passiamo ora a fare una radiografia dei vari organismi nazionali, attraverso la quale potrete conoscere alcuni dati riguardanti il lavoro portato avanti dai dirigenti dell’Associazione. In questi ultimi tre anni e mezzo le riunioni del Comitato Direttivo Nazionale sono state 14. Tutte quante hanno avuto uno svolgimento su due giornate di lavori, con numerosi interventi dei compagni prima di arrivare a una votazione, senza forti contrasti o situazioni di scontro, anche se su alcuni argomenti vi sono state, come è ovvio, accese diversità di vedute.
La partecipazione media è stata del 63 % dei componenti e questo è un dato poco confortante perché in un’associazione di volontariato come la nostra un dirigente dovrebbe essere di esempio per impegno nella carica in cui è stato eletto.
Sarà quindi compito della Commissione Elettorale quello di valutare le varie caratteristiche di ogni candidato al CDN, perché uno può anche essere il più grande genio di questo mondo, ma se poi non è disponibile è come se non esistesse. Quindi faccio appello ai compagni che saranno candidati al Direttivo Nazionale, di considerare seriamente i doveri che comporta entrare in questo organismo. Ricordo ancora che far parte del Direttivo Nazionale non è un onore, vuol dire invece avere un impegno di maggiore responsabilità nei confronti di tutti gli altri soci e avere una disponibilità di tempo e di risorse economiche per le riunioni, dato che queste sono convocate quattro volte all’anno su due giornate consecutive.
Le riunioni della Segreteria Nazionale sono state 28, con una buona partecipazione dei suoi componenti. E’ stata garantita la presenza di un compagno della Segreteria Nazionale ogni volta che un Circolo o un Coordinamento Regionale lo abbia richiesto. La Segreteria Nazionale ha sottoposto piani di lavoro alla discussione del Direttivo Nazionale e ne ha messo in pratica le delibere. Quando è stato necessario ha preso tempestive decisioni, rimettendo successivamente il proprio operato al giudizio del Comitato Direttivo Nazionale. Il fatto di essere costituita da un piccolo numero di compagni ha facilitato i numerosi contatti per sentire il parere degli altri componenti, soprattutto di fronte a situazioni che richiedevano decisioni o interventi in tempi stretti.
Il Collegio dei Revisori dei Conti ha operato effettuando un primo controllo della gestione economica dell’Associazione Nazionale a metà anno e il controllo finale prima della presentazione annuale del rendiconto economico al CDN. Le irregolarità riscontrate sono state poche e di piccola entità. Nelle loro relazioni sono state indicate anche modifiche o soluzioni, che in linea di massima sono state recepite, al fine di rendere più chiara la gestione. Un buon lavoro è stato portato avanti anche dal nostro Amministratore che, oltre a darci validi consigli, ha sempre presentato al CDN nei tempi dovuti i rendiconti e i preventivi.
Il Comitato di Garanzia è stato chiamato in causa un paio di volte e ha svolto il suo compito con accuratezza e discrezione. Anche qui c’è da rilevare una scarsa partecipazione di alcuni suoi componenti alle riunioni convocate dal presidente del Comitato. Per la delicatezza delle questioni che questo organismo deve affrontare, sarà opportuna da parte della Commissione Elettorale una proposta più ponderata dei suoi componenti.
Come presidente ho svolto i compiti assegnatimi dallo Statuto, rappresentando l’Associazione ogni volta che è stato necessario, convocando e partecipando a tutte le riunioni di Segreteria Nazionale e del Direttivo Nazionale, redigendo i verbali delle riunioni di quest’ultimo e comunicandoli a tutti i dirigenti nazionali e ai Circoli nel giro di uno o al massimo due giorni.
Nel corso del mandato ho partecipato in totale a 140 missioni, delle quali 74 su richiesta dei Circoli, 55 per attività del Nazionale e 11 per iniziative di altre organizzazioni.
Purtroppo mi sono ritrovato ad affrontare una quantità di burocrazia impressionante che mi ha impedito di dedicare maggior tempo ad attività di relazioni con le forze politiche e della società civile per far conoscere meglio l’Associazione e il suo lavoro di solidarietà con Cuba. Ricordo ancora che il primo giorno da presidente, arrivato nell’ufficio della sede dell’Associazione, Arnaldo Cambiaghi mi ha indicato la poltrona dietro la sua scrivania e mi ha detto: “Adesso siediti lì e ricordati che fare il presidente vuol dire fondamentalmente due cose: occuparsi di rogne e di burocrazia”. Credo realmente che non possa esistere un modo più appropriato per definire in due parole il lavoro di presidente dell’Associazione.
Prima di passare agli altri aspetti ancora da trattare, mi sembra opportuno rivolgere un ringraziamento speciale all’ufficio di segreteria che, oltre a eseguire in modo efficiente sia il lavoro di collegamento con i Circoli sia la gestione amministrativa, mi ha sostenuto nello svolgimento del mio incarico e mi ha offerto una preziosissima collaborazione.
Per quanto riguarda il lavoro di solidarietà con Cuba portato avanti dai singoli Circoli o dai Coordinamenti Regionali non sono in grado di fornire dati precisi, anche perché non tutte le attività da loro svolte vengono comunicate al Nazionale. Le iniziative o le conferenze organizzate negli ultimi tre anni e mezzo sono state nell’ordine di alcune centinaia, prevalentemente sul blocco e sul caso dei Cinque, ma anche per parlare di altri temi della Rivoluzione cubana, dallo sport alla poesia, dalla musica alla sanità, dal sistema elettorale alle religioni, da specifici fatti storici ad argomenti di attualità.
I gemellaggi funzionano un po’ a macchia di leopardo: in alcune regioni hanno ingranato bene, in altre non sono riusciti a decollare, in altre ancora si sarebbero potuti ottenere risultati migliori, ma il lavoro è stato frenato da dissidi tra i Circoli o all’interno dei Circoli stessi. E’ questo un punto dolente ma che occorre affrontare.
La discordia è innescata da questioni di protagonismo, che è forse il male peggiore in una vita associativa perché genera spaccature. Non mi stancherò mai di ripeterlo, tutto ciò che ci unisce favorisce il nostro lavoro di solidarietà, qualunque altro comportamento che porti a una divisione o a indebolire l’unione che deve esistere tra di noi è deleterio in primo luogo per la solidarietà verso Cuba e poi anche per la vita interna dell’Associazione. Io sono del parere che in un’associazione di volontariato il contributo di solidarietà di ciascuno di noi debba essere il più anonimo possibile: quello che conta non è né il nome di un singolo compagno, né quello di un Circolo o di un Coordinamento Regionale. L’unica cosa che conta è il risultato finale del lavoro che viene prodotto nell’insieme sotto il nome dell’Associazione, senza classifiche di merito o confronti tra chi fa di più e chi fa di meno. Questo risultato appartiene a tutti, e ci tengo a sottolineare questa parola, a tutti coloro che fanno parte dell’Associazione.
Occorre che il nuovo Direttivo Nazionale si ponga degli obiettivi per mettere in moto quei Coordinamenti Regionali che ancora non funzionano e per dar vita alla formazione di nuovi Circoli promovendo iniziative nelle quattro regioni italiane in cui non siamo presenti.
Vi sono altre questioni sui Circoli o sui Coordinamenti Regionali che andrebbero trattati in questa parte del mio intervento ma, dato che sono punti che fanno parte sia del documento politico sia di quello dello statuto, non voglio influenzare in alcun modo con la mia opinione la discussione che avverrà nelle rispettive commissioni.
Legato all’argomento dei Circoli c’è quello relativo al tesseramento. Dal precedente Congresso Nazionale, l’Associazione ha avuto un calo di iscritti di circa il 15 %, dovuto oltre agli aspetti politici ed economici citati all’inizio della mia relazione, anche alla scomparsa di alcuni Circoli che non si sono messi in regola per il riconoscimento ufficiale e a una nostra minor presenza, non per nostra volontà, a diverse attività nell’ambito della sinistra, luoghi in cui era possibile fare un discreto numero di tessere.
Il dato del 2010 non è ancora disponibile in quanto manca ancora un paio di mesi alla conclusione dell’anno, ma dall’andamento dovrebbe a grandi linee ricalcare quello del 2009 che è stato di 82 circoli presenti in 16 delle 20 regioni italiane con un totale di 4.486 tesserati.
Dai dati finali del 2009, la presenza dell’Associazione è soprattutto nelle regioni del nord, con 57 circoli e il 74.5 % di associati; nelle regioni centrali vi sono 16 circoli e il 18.1 % di associati; nelle regioni del sud vi sono 9 circoli e il 7.4 % di associati.
Vorrei far notare che la questione della scarsa presenza al sud dell’Associazione non è un problema di questi ultimi anni, ma è un fatto che si trascina da molto tempo. Basti pensare che la miglior percentuale di sempre al sud è stata nel 1997 con l’8.5 % degli associati, valore che si discosta di poco dal 7.4 % del 2009. E’ da vent’anni che ripetiamo che occorre dedicare una maggiore attenzione al Sud, ma mai nessuno è poi riuscito a far cambiare la situazione in questa parte d’Italia. Anche questa sarà una delle sfide che dovrà affrontare il nuovo Direttivo Nazionale.
Per tirarci su il morale sul tema del tesseramento c’è anche una buona notizia: negli ultimi anni è stato in costante aumento il numero dei soci che ha rinnovato la tessera per quattro anni consecutivi. Nel tesseramento del 2009 siamo arrivati a 2.160 iscritti che rappresentano il 48.2 % del totale e questo dato dimostra non solo l’attaccamento dei nostri affiliati, ma che addirittura la metà della nostra Associazione è costituita dal cosiddetto “zoccolo duro”. Se pensate che in generale le associazioni hanno una media di rinnovi del 30-35 % riferito a un solo anno, noi invece arriviamo a sfiorare il 50 % su quattro anni consecutivi di rinnovo della tessera.
Ma se questo è un dato positivo, non dobbiamo nascondere l’attuale debolezza della nostra Associazione nella ricerca di nuove adesioni o nel recupero di quei compagni che per i più svariati motivi si sono allontanati. C’è da lavorare molto in questo senso e non è affatto da considerare un impegno secondario.
Ci sarà pure molto da lavorare sul tema della comunicazione per le nuove possibilità che l’informatica ci offre, anche se la nostra rivista El Moncada, che riceve sempre più apprezzamenti per i suoi contenuti, continuerà a essere la nostra ammiraglia in questo campo.
Da più di un anno, oltre che ai nostri iscritti, El Moncada viene inviato a circa 700 biblioteche italiane con l’obiettivo di estendere la cerchia dei lettori. Quest’anno abbiamo dovuto subire uno spropositato aumento di quasi il 500 % dei costi di spedizione a causa dell’annullamento da parte del Governo italiano, con un atto di vera pirateria, delle tariffe agevolate per le associazioni no-profit. In termini monetari questo fatto ci ha causato un aggravio di spesa di circa 5.300 euro per l’anno in corso che diventeranno 8.000 l’anno prossimo se la situazione dovesse permanere. Per non farlo ricadere sui soci, l’aumento di quest’anno e quello del prossimo anno sarà assorbito dall’Associazione Nazionale, dato che la quota base della tessera del 2011, in cui è compreso il diritto del socio a ricevere la nostra rivista, rimarrà a 20 euro, uguale a quella degli ultimi cinque anni.
Amicuba, il bollettino digitale che pubblichiamo ogni quindici giorni e che viene inviato a circa 6.500 indirizzi di posta elettronica, ha avuto anch’esso un’accoglienza positiva. E’ un’esperienza che dobbiamo continuare perché ci permette di far arrivare notizie corrette su Cuba e sull’attività dell’Associazione a tutta una serie di persone che non potremmo contattare in altro modo.
Nella Commissione sulla Comunicazione si parlerà anche di sito Internet, di Facebook, di Web-TV, della gestione di forum, e di altre possibilità che l’informatica ci mette a disposizione. In linea di massima sono favorevole a utilizzare tutto quanto possa essere utile a Cuba e all’Associazione. Vorrei però che si rimanesse con i piedi per terra, che si individuasse chiaramente quello che con le nostre forze oggi siamo in grado di realizzare e soprattutto che si trovassero i compagni che diano una continuità nel seguire le soluzioni che verranno proposte. Occorre essere estremamente pratici, altrimenti faremo sicuramente molti bei discorsi tecnici, ma che poi rischiano di rimanere a mezz’aria.
Infine i nostri rapporti con l’ICAP e con le altre associazioni che in Italia fanno solidarietà con Cuba.
Tre anni fa al nostro precedente Congresso Nazionale era con noi lo storico e indimenticabile presidente dell’ICAP Sergio Corrieri. Oggi qui con noi abbiamo invece una presidente, la compagna Kenia Serrano che per le sue capacità, per la serietà e per l’impegno nel lavoro, ma soprattutto per la sua carica rivoluzionaria, saprà onorare nel migliore dei modi l’importante posto che le è stato assegnato. Cogliamo anche l’occasione della sua presenza per porgere a lei e a tutti i lavoratori dell’ICAP i nostri migliori auguri per il 50° anniversario di questo istituto cubano, che sarà il prossimo 30 dicembre.
Sono diverse le cose che chiediamo all’ICAP. All’ICAP chiediamo di comunicarci quali sono le varie norme in vigore che dobbiamo seguire per i progetti di solidarietà e per le donazioni; chiediamo di essere costantemente aggiornati sui cambiamenti a queste norme; chiediamo di avere a febbraio il programma completo della Brigata Internazionale di Lavoro José Martí in modo che abbiamo più tempo per pubblicizzarla; chiediamo, per il volume della solidarietà prodotto dalla nostra Associazione, una maggior collaborazione per superare gli ostacoli che di volta in volta si presentano; chiediamo infine di aiutarci nella lotta contro chi interpreta la solidarietà non in modo disinteressato ma come mezzo per il proprio protagonismo e contro coloro che fanno solidarietà con il classico sistema del “tanto fumo e poco arrosto”.
Riguardo ai rapporti con altre organizzazioni italiane di solidarietà con Cuba, ripeto le identiche parole che ho pronunciato tre anni fa nel mio intervento. Siamo disposti a lavorare con chiunque operi in solidarietà con Cuba, ma non con chi non ci porta rispetto, non con chi diffonde menzogne sul nostro conto e non con chi intende utilizzare la nostra Associazione per scopi o interessi propri.
Prima di concludere il mio intervento non posso non rivolgere il mio pensiero a coloro che ogni anno a Miami, da oltre cinquant’anni, sono sicuri di festeggiare il prossimo Natale a La Habana; o a coloro che dicevano che senza l’Unione Sovietica la Rivoluzione cubana non avrebbe potuto andare avanti; o a coloro che appena iniziato il período especial erano corsi a Cuba con il cronometro in mano per vedere quanti minuti la Rivoluzione avrebbe resistito ancora; o a coloro che, ben informati come sempre, avevano saputo che Fidel dopo l’operazione dell’estate 2006 avrebbe avuto nel migliore dei casi sei mesi di vita; o a coloro che alcuni mesi dopo dicevano che quello che appariva nelle foto non era Fidel, ma era un suo sosia; o a chi ha detto che “Cuba è il più grande lager a cielo aperto esistente al mondo”; o a chi ha scritto che “il popolo di Cuba è in ginocchio con i fucili di Fidel puntati alla schiena”; o a tutti quegli scribacchini e politicanti italiani della peggior specie che per mezzo secolo hanno riversato fiumi di inchiostro e di parole per infangare la Rivoluzione cubana con le menzogne più assurde. Ecco, è grazie anche a queste persone che il mio rapporto con Cuba è cambiato: infatti se nel 1973 quando ho aderito all’Associazione avevo cento ragioni per stare dalla parte di Cuba, adesso di ragioni ne ho centomila.
La possibilità di un mondo più giusto non è un sogno e Cuba ne è la dimostrazione. Per questo motivo, come ha fatto durante i cinquant’anni della sua esistenza, l’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba continuerà a difendere la Rivoluzione, a lottare contro il blocco e per la libertà dei Cinque, a controbattere ogni ingerenza negli affari interni di Cuba, a far conoscere sempre di più i traguardi raggiunti in ogni campo dal popolo cubano, a dare il suo contributo di solidarietà politica e materiale, perché la Rivoluzione cubana rappresenta non solo per noi un esempio che è possibile costruire un mondo migliore, ma è una realtà tangibile di riscatto, di dignità e di speranza per milioni di persone in tutto il mondo.
Grazie per l’attenzione.
¡Hasta la victoria siempre!
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