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A L’Avana replica statunitense della

barca a vela spagnola Amicizia

 

26 marzo 2010 - www.granma.cu

 

La barca a vela Amicizia, replica di quella che nel 1839 fu teatro di una rivolta di schiavi nel mare, è arrivata a L’Avana con l’intenzione dei suoi protagonisti di migliorare le relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti.

 

“Le nostre storie si intrecciano. Da molto tempo volevamo portare la barca in rappresentanza dell’amicizia del popolo statunitense e per chi lotta come il popolo cubano per la giustizia, contro la schiavitù”, ha spiegato Alfred Marder, presidente dell’Amicizia Comitè Inc.

 

All’appuntamento ha partecipato il presidente del Parlamento cubano Ricardo Alarcón, e parte del corpo diplomatico accreditato a ricevere l’imbarcazione costruita 10 anni fa in omaggio all’altra realizzata a Cuba.

 

La barca è arrivata da Matanzas, a 100 km ad est di L’Avana dopo un percorso in altre isole dei Caraibi antiche rotte degli schiavi d’Africa.

 

A Cuba la Barca

Vela Amicizia

 

25 marzo 2010 - Fernando Dávalos www.granma.cu (ain)

 

La presenza in questi giorni nelle baie di Matanzas e di L’Avana della ricostruzione della Barca a Vela Amicizia, ha fatto ricordare alla mia famiglia un vecchio diario manoscritto dal bisnonno don Rafael Rodríguez Torices, commerciante, armatore di vapori, proprietario di terre ed astuto produttore di zucchero, oltre che negriero. L’uomo fu anche artefice dell’entrata a Cuba dei servi cinesi, schiavizzati a causa dell’infinita necessità di mano d’opera.

 

Nel 1844 viaggiò negli Stati Uniti e alle Cascate del Niagara, la cui descrizione si conserva ancora come antico patrimonio famigliare. Cinque anni dopo, nel 1839, ebbero luogo i fatti della Barca a Vela Amicizia nelle acque vicine a Nuevitas, e che il bisnonno raccontò nel citato manoscritto.

 

L’uomo scrisse della terribile scena che ebbe luogo nel 1839 a bordo dell’imbarcazione nella traversata L’Avana-Nuevitas e nella quale il capitano e tutto l’equipaggio fu ucciso dagli schiavi in rivolta, ed “e che consumarono un sanguinario dramma armati con machete di alcune cassa imbarcate da casa mia”.

 

Risulta così chiarito il mistero dell’origine dei machete che impiegarono gli africani e con i quali conquistarono la libertà portati  da un’imbarcazione commerciale a Nuevitas dall’impresa stabilita a L’Avana e della quale era proprietario don Rafael.

 

Questa connessione marittima tra la capitale cubana e gli attracchi di Nuevita, trasportava passeggeri e mercanzia, ma guadagnava “qualche extra” quando portava anche schiavi. Anche se si assicura che il trasporto abituale della nave era prospero, alcuni capitani ed armatori si arricchivano con la vergognosa tratta degli schiavi, che eppure era stata dichiarata illecita e perseguita dal Governo britannico dagli inizi del secolo XIX.

 

Anche la non piccola forza navale inglese si presentava nei dintorni delle coste cubane, costituendo un aggravante per i negrieri al lavoro.

 

Dopo l’operazione di intercettazione in alto mare della barca, si celebrò negli Stati Uniti il giudizio per pirateria ed altre imputazioni ai danni dei ribelli, nel quale intervenne come avvocato difensore l’ex Presidente delle Nazioni Unite John Quincy Adams. L’uomo ottenne la libertà per gli africani, che furono riportati in Africa con un viaggio finanziato dagli abolizionisti.

 

È evidente che il mio bisnonno negoziava con la Barca e che, oltre all’invio di machete, si beneficiava anche del trasporto di schiavi, come facevano molti potenti di allora.

 

 

Arriva a Cuba la nave-amicizia simbolo

della lotta contro la schiavitù

 

22 marzo 2010 - www.granma.cu

 

La nave a vela "Amicizia", replica della nave sulla quale si sviluppò una protesta di schiavi nel XIX secolo e veliero ufficiale dello Stato del Connecticut (USA) arriverà a L’Avana come simbolo dell’intenzione di "stabilire ponti" tra i popoli degli Stati Uniti e di Cuba.

 

La notizia è stata comunicata da Miguel Barnet, presidente dell’UNEAC (Unione di scrittori e artisti di Cuba).

 

L’arrivo della nave con bandiera statunitense per la prima volta a Cuba rappresenta "la sana e costruttiva intenzione di stabilire ponti e ristabilire l’amicizia profonda tra i popoli degli Stati Uniti e Cuba", ha dichiarato Barnet, "È un simbolo d’amicizia ed un abbraccio che daremo agli Stati Uniti", ha insistito Barnet in conferenza stampa.

 

Il fabbricante della nave, lo statunitense Quentin Snediker, comparso in conferenza al lato del suo connazionale William Pinkny, primo capitano della nave, ha espresso la sua soddisfazione per il sogno fatto realtà ed ha ringraziato il Ministero cubano della Cultura.

 

La nave, con 13 uomini nell’equipaggio, tutti statunitensi eccetto uno, che è di Sierra Leone, oltre ad un gruppo di studenti, arriverà da Santo Domingo (Repubblica Dominicana) a Matanzas, e poi a L’Avana, da dove salperà qualche giorno più tardi.

 

La barca a vela, di proprietà di un’ONG statunitense, è una replica della nave costruita a Cuba ed uscita dal porto di L’Avana nel 1839 e convertita in un emblema del movimento abolizionista. In quell’anno, un gruppo di schiavi costituito da 53 uomini, donne e bambini che erano stati sequestrati in località dell’Africa occidentale, furono trasportati a Cuba per essere venduti come schiavi.

 

Durante il tragitto verso una piantagione di zucchero ad est dell’isola, uno dei prigionieri, Joseph Cinqué, si convertì nel leader della ribellione a bordo dell’Amicizia ed obbligò la truppa a cambiare rotta verso le Long Island, dove furono catturati ed incarcerati a New Haven (Connecticut).

 

Con l’aiuto di un gruppo di abolizionisti, gli africani che sopravvissero all’ammutinamento, riuscirono a farsi concedere dalla Corte Suprema degli Stati Uniti la libertà, decretata nel 1841 dopo uno storico giudizio che contò sul protagonismo dell’ex presidente degli Stati Uniti John Quincy Adams, che fece da avvocato difensore agli schiavi.

 

Il 25 marzo si commemora il giorno nel quale il Parlamento britannico abolì il commercio degli schiavi nel 1807. La barca a vela, che percorre l’antico cammino della schiavitù nell’Atlantico, forma parte del progetto Cammino della Schiavitù, dell’ONU e dell’UNESCO.

 

 

Gli statunitensi ripudiano il blocco

del proprio governo contro Cuba

 

14 gennaio 2010 - Saili Dominiguez Cruz www.granma.cu (ain)

 

Rappresentanti della Federazione Americana del Lavoro-Congresso di Organizzazioni Industriali (AFL-CIO) degli Stati Uniti qualificano come irrazionale, il blocco economico, commerciale e finanziario di quel paese a Cuba.

 

La pronuncia è stata resa durante un incontro con i produttori agricoli dell’Orto Cittadino Alto Rendimento Playa della capitale, politica ostile nello sviluppo dell’agricoltura cubana.

 

I membri dell’AFL-CIO si sono impegnati nella lotta incondizionatamente nel proprio paese, per l’eliminazione di queste restrizioni e per il ristabilimento delle relazioni commerciali e diplomatiche tra Cuba e gli Stati Uniti.

 

La delegazione ha ringraziato l’ospitalità del popolo cubano, e ha espresso la sua decisione di essere a favore della libera determinazione dei cittadini statunitensi di viaggiare verso questa nazione per conoscere la vera realtà cubana.

 

Dal loro arrivo all’Isola, domenica passata, i sindacalisti statunitensi hanno manifestato la propria solidarietà, attraverso il rifiuto all’inclusione di Cuba tra gli Stati a favore del terrorismo.

 

Hanno inoltre manifestato il loro appoggio alla lotta per la liberazione dei Cinque cubani ingiustamente incarcerati nella nazione statunitense per evitare aggressioni all’Isola.

 

Per sette giorni la delegazione di AFL-CIO svilupperà un programma che comprende la visita a centri di lavoro di differenti settori della capitale, così come un incontro con i famigliari dei Cinque.

 

Sindacalisti USA condannano

le misure contro Cuba  

 

14 gennaio 2010 - Diony Sanabia Abadia   www.granma.cu (PL)

 

Rappresentanti della Federazione Americana del Lavoro - Congresso delle Organizzazioni Industriali, che sono in vista nell’Isola hanno definito molto ingiusta l’inclusione di Cuba tra gli Stati patrocinatori di terrorismo.

 

Agli inizi dell’anno, il governo degli USA ha segnalato in questa forma l’Isola assieme a Iran, Siria, Sudan, Afghanistan, Algeria, Iraq, Libano, Libia, Nigeria, Pakistan, Arabia Saudita, Somalia e Yemen.

 

Durante un incontro con i membri della Segreteria Nazionale della Centrale dei lavoratori di Cuba, i sindacalisti nord americani hanno condannato il blocco economico, commerciale e finanziario imposto a Cuba da Washington ed hanno sottolineato che i cubani si devono sentire orgogliosi dei loro successi e del mantenimento delle conquiste sociali nonostante questo assedio di quasi mezzo secolo.

 

Inoltre hanno  reiterato la difesa della causa dei Cinque Eroi antiterroristi cubani reclusi da più di 11 anni negli Stati Uniti e sostenuto che lavorano per la libera determinazione dei loro compatrioti di viaggiare liberamente e senza ostacoli nell’Isola.

 

I visitatori percorreranno centri di lavoro differenti settori, istituzioni scientifiche, culturali e sociali della capitale e incontreranno i familiari di Gerardo Hernández, Ramón Labañino, Fernando González, Antonio Guerrero e René González, detenuti dal 12 settembre del 1998, quando cercavano di ostacolare le azioni vandaliche dei gruppi nemici di Cuba che radicano in Florida.