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Miracolo al Jackson Hospital |
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3.8.2010 - F.Lazaro (giornalista di origine cubana residente a Miami) www.granma.cubaweb.cu
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Qui si é perduto il senso del ridicolo.
Evidentemente è un modo di agire molto comune tra l'estrema destra cubana di Miami. Evidentemente, a volte queste persone provocano pena per il ridicolo. Come quando in una protesta di fronte al consolato messicano presero a morsi un sombrero rancheros, come quando passarono con un bulldozer sui CD di Juanes in piena Calle Ocho, o quando giunge all'aeroporto un ex prigioniero cubano e comincia a urlare istericamente contro il governo di Cuba da una sedia a rotelle e avvolto in una bandiera cubana.
In quasi 50 anni che vivo a Miami, sono innumerevoli le assurdità che ho visto fare da queste persone. A uno dei leader, di ciò che loro chiamano esilio, anni fa arrivò a fare una battaglia navale nella vasca da bagno di casa sua. Mise le barche giocattolo nella vasca da bagno piena d'acqua ed iniziò a scattare foto che dopo le rese pubbliche in una conferenza stampa. Un altro, col capo coperto da un cappuccio, comparve davanti ai giornalisti riuniti in un locale e, da lì, dichiarò formalmente la guerra a Cuba. Uno di questi personaggi che, per inciso, fu poi assassinato nel salotto della sua residenza da un cecchino , fece solenni dichiarazioni affermando che aveva missili a lungo raggio nel cortile di casa e che li avrebbe utilizzati contro Cuba nella sua guerra personale con il governo di quel paese. Quindi, con questo stile di eventi, si potrebbero riempire pagine e pagine, perché questi personaggi non c’é modo di fermarli; non hanno la minima vergogna.
L’ex prigioniero quasi si denuda in pieno aeroporto per dimostrare la sua magrezza e per accusare Raul e Fidel Castro di essere i colpevoli di averlo posto in quella maniera cadaverica in cui si trova. Naturalmente il piccolo show nel terminal aereo ha avuto un’ampia copertura dei media locali. La parte migliore dell’evento è che quando il detenuto dalla sua sedia a rotelle gridava "abbasso la dittatura", i giornalisti intorno a lui gli facevano il coro. Dal momento che il prigioniero era stato un pugile, gli misero un paio di guanti come simbolo che con essi aveva messo knock out a Fidel e Raul. Dopo questa fanfaronata e le grida, arrivò la parte solenne. Lo misero su una barella e lo coprirono fino al collo con una enorme bandiera cubana e lo portarono via, in ambulanza, al Jackson Memorial Hospital di questa città, dove, meno di 24 ore dopo, circondato da medici e visibilmente recuperato, ha tenuto una conferenza stampa, in cui ha affermato che gli sembrava di sognare di essere in un paese libero. Il collare che portava da Cuba, per sostenere la testa, era scomparso, gli sistemarono barba e capelli ed il suo aspetto sembrava totalmente diverso rispetto a quando emetteva grida isteriche nei corridoi del terminal aereo. Così diverso era, che una giornalista di un canale televisivo locale ha detto che in ospedale era successo un miracolo. Cosa ne pensate? Io credo che dovremmo chiamare la chiesa per confermare la miracolosità del cento ospedaliero e che benedica il luogo con acqua benedetta.
Per coloro che non credono nei miracoli, non vediamo altro che non sia una cosa ridicola in più di questa destra cubano-americana. Quando é giunto all'aeroporto e già di fronte ai giornalisti che lo aspettavano, si arruffò capelli e barba, e ponendo la faccia di un agnello scotennato, ha montato lo spettacolo che aveva già preparato in anticipo. Il giorno dopo, in ospedale, non aveva altra scelta che presentarsi con il suo vero aspetto. Questo mi ricorda un prigioniero cubano che faceva esercizi nella sua cella mentre scriveva un libro intitolato "Dalla mia sedia a rotelle". Quando fu liberato, volevo andarsene in sedia a rotelle, ma le autorità cubane gli dissero che, se non camminava sino all'aereo, non se ne andava. L'uomo si alzò e credo che corse fino ad arrivare all’aereo che lo aspettava sulla pista.
Il miracolo, di cui parla la giornalista , ha commosso la comunità "esiliata" e tutti ora si aspettano che la polineuropatia, di cui patisce, scompaia in pochi giorni in modo che l' uomo lasci la sua paraplegia, recuperi il suo peso e torni sul ring del pugilato dove lo aspettano grandi successi pugilistici.
(da Rebelion)
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