Terrorismo di ieri e di oggi

 

Ha 50 anni il “Programma di azioni segrete” contro Cuba

 

 

 

 

17 marzo 2010 - www.granma.cu

 

 

 

 

Il 17 marzo del 1960 il presidente degli Stati Uniti, Dwight David Eisenhower, approvando il documento intitolato “Un programma di azioni segrete contro il regime di Castro”, stabiliva come politica ufficiale del suo governo diverse azioni segrete, con l’obiettivo di distruggere la giovane Rivoluzione cubana.

 

- La formazione di un’organizzazione cubana nell’esilio per dare una copertura alle operazioni che avrebbe poi sviluppato l’Agenzia Centrale d’Intelligenza (CIA).

 

- L’inizio dell’offensiva propagandistica internazionale a nome dell’opposizione e creare dentro Cuba un apparato clandestino con tutti i dati dell’intelligenza  e delle azioni, che avrebbe risposto alla direzione dell’organizzazione nell’esilio.

 

- Sviluppare al di fuori di  Cuba una piccola forza paramilitare per introdurla nell’Isola, con il fine d’organizzare, addestrare e dirigere i gruppi della resistenza.

 

Queste misure, accompagnate da azioni diplomatiche diverse, come l’isolamento politico del governo rivoluzionario, si consideravano più che sufficienti per creare una situazione insostenibile al processo cubano.

 

Eisenhower racconto nelle sue memorie: “Il 17 marzo del 1960 diedi l’ordine all’ Agenzia Centrale d’Intelligence di cominciare ad organizzare l’addestramento degli esiliati cubani, soprattutto in Guatemala, per un possibile giorno, nel futuro, in cui sarebbero ritornati nel loro paese.

 

Un’altra idea fu che cominciammo a costruire una forza anticastrista nella stessa Cuba. Alcuni pensavano che dovevamo  porre l’Isola in quarantena,  sostenendo che se l’economia declinava bruscamente, gli stessi cubani avrebbero eliminato Castro.

 

Nella stessa riunione in cui si approvò il documento, il presidente degli Stati Uniti chiarì  che: “La nostra mano non deve apparire in nulla di quello che si farà”, e fece giurare ai presenti che nessuno di loro “aveva ascoltato nulla di quel che si era detto lì”.

 

L’allora direttore della  CIA, Allen W. Dulles, ricevette poi l’ordine del presidente, perchè non si presentassero a nessuno del Consiglio di Sicurezza Nazionale le relazioni segrete relazionate con Cuba.

 

Il segretario alla Difesa dell’epoca di Nixon, Herbert G. Klein, in un articolo pubblicato il 25 marzo 1962 dal quotidiano San Diego Unión, spiegava che il successo di questa politica promossa dai repubblicani doveva disimpegnare un ruolo importante nel processo elettorale nordamericano.

 

Klein disse: “(…) “La sconfitta di Castro sarebbe stata un affare poderoso per  Richard Nixon. Ma l’addestramento non fu sufficientemente rapido per uno sbarco prima delle elezioni”.

 

Da allora la politica degli Stati Uniti contro Cuba è costata vite umane e privazioni al nostro popolo, ma è fallita nei suoi propositi.

 

José Martí, il nostro Eroe Nazionale, affermò in un’occasione una verità che si può sottoscrivere senza esitazioni.  In una polemica con un giornale colonialista spagnolo che diceva che l’appoggio ricevuto da un gruppo indipendentista cubano in una manifestazione, non significava che i diritti  cubani erano riconosciuti dagli Stati Uniti, Martí rispose quanto segue in un articolo della rivista Universale del Messico, nel 1876.

 

“Non ci aspettiamo il loro riconoscimento e non lo necessitiamo per vincere”.

 

Questa sentenza di Martí oggi è vigente più che mai.