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Il traduttore si scusa per gli errori  

 

Il miracolo di nascere

a Bassin Bleu

 

28.06.11 - Juan Diego Nusa Peñalver  www.granma.cu

 

La nascita della bambina Olidays Tamayo, a Bassin Bleu, dipartimento haitiano Nordovest, è avvenuta nelle più difficili condizioni.

 

Il dottore di Guantanamo, Odlanier Labañino Vera, ha spiegato che la nascita di Olidays è stata inusuale e difficile. Il giovane medico ha raccontato che si trovava nell’ospedale comunitario di riferimento Bon Samaritain, chiuso per problemi estranei alla Brigata Medica cubana, quando un gruppo di abitanti di Bassin Bleu è giunto alla residenza dei medici con una gestante al termine della gravidanza.

 

"Erano le dieci di sera e i familiari della futura mamma erano disperati, perchè erano in gioco due vite umane. La neonata  haitiana Olidays Tamayo, sana e salva, in braccio a sua madre. Foto: Odlanier Labañino VeraI nostri cooperanti non ci hanno pensato due volte e nella stessa camionetta in cui avevano portato la partoriente, in condizioni molto difficili e con la luce di alcune lanterne e cellulari, hanno aiutato a nascere una bella e sana bambina. Abbiamo salvato lei e sua madre”, ricorda il dottor Labañino Vera con allegria e senza la tensione di quei momenti.

 

“Ogni membro di quell’improvvisato staff medico ha messo il suo granello d’arena”, ha detto e li ha nominati tutti: i dottori Olidays Pérez, di Guantánamo, e Agérico Tamayo, di Santiago di Cuba; le infermiere María Ester Noel, Juana Lorient e Nelsa Cuñat, anche lei di Santiago di Cuba, e Emny Fonseca, di Granma, oltre a lui steso che ha anche fatto il fotografo di questa felice occasione per una famiglia haitiana.

 

La loro gratitudine è tale che hanno chiamato la bambina Olidays Tamayo, con il nome e il cognome del chirurgo e del ginecologo intervenuti in questo parto sui generis.

 

 

UN’OPERA D’ AMORE E

SOLIDARIETÀ UMANA

 

 

Nella patria di Toussaint-Louverture e Jean Jacques Dessalines, la Brigata Medica cubana, ha realizzato con successo negli ultimi 12 anni in Haiti più di 123500 parti - 10170 l’anno scorso - lavorando con orari estesi e in circostanze complesse.

 

Queste dure prove che la vita impone qui, in sono raccontate dal dottore di Ciego de Avila, Armando Noa Gil, giunto in questa terra montagnosa il 26 luglio del 2009, una data gloriosa per i cubani.

 

Oggi è il solo ginecologo dell’ospedale di riferimento comunitario di Mirebalais, del Progetto Cuba - Venezuela, nel dipartimento Centro.

 

Il giorno in cui Granma ha visitato questa installazione ospedaliera, il dottor Noa Gil aveva aiutato a nascere sette bambini haitiani di famiglie molto povere e tra questi un maschio di soli 2600 grammi, della giovane mamma Milor Oline, dando il meglio di sé come tutti i giorni, con l’amabilità abituale, nonostante la stanchezza accumulata.

 

"Qui il servizio de ginecologia e ostetricia occupa l’80 % dell’area ospedaliera.

 

È stato aperto il 30 ottobre dell’anno scorso e abbiamo realizzato 1300 parti con pochi cesarei, riducendo il rischio di complicazioni e morte materna”, ha detto, riferendo l’arduo lavoro per la vita delle madri in Haiti, perchè più del 90% sono anemiche ed esiste una forte incidenza di infezioni vaginali con problemi d’ipertensione, uniti ad una pessima igiene, ha spiegato.

 

“È stato moto difficile salvare partorienti molto povere che sanguinavano nelle loro case da giorni ed avevano un livello d’emoglobina troppo basso... abbiamo avuto una sola morte materna per un’embolia del liquido amniotico passato ai polmoni, non imputabile al servizio di ginecologia e ostetricia”.

 

È il solo del suo tipo a Mirebalais, una città con più di 80000 abitanti e case di cemento, di legno e tetti ossidati di zinco, fondata nel 1702, una città dove i medici cubani fanno l’indicibile per dare salute e vita.