Il traduttore si scusa per gli errori |
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The New York Times pone in risalto il lavoro di Cuba nella lotta contro il colera ad Haiti |
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9.08.11 - www.cubadebate.cu
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In un articolo pubblicato lunedì 7, il The New York Times ha riconosciuto che, con l’epidemia di colera che continua in Haiti, la missione medica cubana continua a lavorare, guadagnandosi gli elogi dei donanti e dei diplomatici per mantenersi ferma nella prima linea di combattimento e per il suo ampio sforzo di far rinascere in questo paese il distrutto sistema d’assistenza sanitaria pubblica.
Paul Farmer, inviato speciale delle Nazioni Unite in Haiti e fondatore di ‘Partners in Health’, ha detto che i cubani sono stati coloro che hanno dato l’importante allarme iniziale sull’epidemia, aiutando a mobilitare i funzionari della sanità e a ridurre la quantità di morti, ha segnalato il quotidiano.
Inoltre, dopo che il tasso di mortalità ha superato l’apice e l’attenzione del mondo è diminuita significativamente, Farmer ha indicato che, mentre la metà delle ONG’s sono scomparse, i cubani sono sempre lì.
Nel 2011, il colera ha ucciso 6600 persone ed ha colpito più di 476000 haitiani, quasi il 5% dei 10 milioni di abitanti di questa nazione.
I funzionari della ONU lo considerano il tasso il più alto di colera nel mondo.
Cento medici cubani andarono a lavorare in Haiti nel 1998, dopo il passaggio dell’uragano Mitch e da quel giorno Cuba è sempre stata presente con i suoi specialisti in questa nazione fraterna.
Cuba da cinque decenni mantiene un programma che stabilisce missioni mediche internazionali.
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