La totale
innocenza dei nostri compagni
Ricardo Alarcón de Quesada
Saluto l’iniziativa di dedicare
ai nostri Cinque Eroi una
sessione della Terza Conferenza
Ispanoamericana degli
Storiografi e di Storia delle
Università che si sta svolgendo
in questa Università, la
Hermanos Saíz Montes de Oca.
Nulla di più pertinente, perchè
tra le altre cose, Gerardo
Hernández, Ramón Labañino,
Antonio Guerrero, Fernando
González e René González, sono
stati cinque universitari che
hanno forgiato il loro eroismo
nelle nostre aule e che, con il
loro esemplare sacrificio,
hanno innalzato a cime
insuperabili la storia
rivoluzionaria degli studenti
cubani.
Loro sono Cinque fratelli che
amano, come Luis e Sergio Saíz
Montes de Oca, amarono la
giustizia e la libertà e furono
capaci di creare e coltivare
l’arte, la poesia e il pensiero,
di fonte alla tirannia e al
terrore, illuminando le ombre
della clandestinità e della
reclusione.
Gli uni e gli altri, i martiri
di San Juan y Martínez mezzo
secolo fa e i Cinque combattenti
antiterroristi del Terzo
Millennio, integrano una
tradizione d’eroismo giovanile
che ha accompagnato la Patria
dal primo giorno. Le loro vite
devono servire alle nuove e
future generazioni di studenti
cubani, per garantire lo
sviluppo di una Rivoluzione che
ha sempre avuto e avrà sempre
nella gioventù la sua
protagonista principale.
Studiare il caso dei Cinque,
divulgarlo e promuovere una
solidarietà efficace sino ad
ottenere la loro immediata
liberazione è inoltre un compito
d’urgenza immediata. È anche
d’importanza decisiva per
decifrare chiavi indispensabili
e scoprire il mondo di oggi.
Nei paesi sviluppati dell’
Occidente e soprattutto negli
Stati Uniti sono pochissime le
persone che conoscono la verità
sull’ingiusto processo contro i
nostri Cinque compagni. In
realtà la stragrande maggioranza
lo ignora in assoluto.
Si tratta di un caso che, per
un’infinità di ragioni, doveva
essere una notizia di copertina:
il processo più lungo della
storia nordamericana, il primo
in cui principalmente si
trattavano le azioni di
terrorismo apertamente
realizzate negli USA, davanti a
un tribunale che ha sentito le
testimonianze di generali,
ammiragli e assessori della Casa
Bianca, ed anche terroristi
confessi, tutto in un processo
che terminò poco dopo il crollo
delle Torri Gemelle,
quando, per i grandi mezzi di
comunicazione il terrorismo era
il tema che sembrava avere la
massima priorità. Indubbiamente
il processo ai Cinque fu
completamente censurato al di
fuori di Miami e continua ancora
oggi la stessa ferrea censura.
Questa apparente contraddizione
rivela l’assenza della detta
“libertà d’espressione” e della
“libertà di stampa” che
presumibilmente dovrebbero
esistere nella società
nordamericana. Le grandi
corporazioni che monopolizzano
l’informazione hanno taciuto il
processo contro i Cinque, perchè
lo ha stabilito così il governo
degli Stati Uniti, e lo ha fatto
perchè questo processo prova in
maniera indiscutibile due cose
che Washington vuole nascondere
disperatamente: l’assoluta
innocenza dei nostri compagni ed
il carattere terrorista della
politica nordamericana.
Facciamo una necessaria
riflessione. Questi media hanno
dedicato e dedicano uno
straordinario interesse per
tutto quello che è vincolato con
Cuba e la sua Rivoluzione.
Da cinquant’anni siamo oggetto
di un’attenzione smisurata, non
paragonabile a quella che
prestano agli altri paesi
dell’America Latina.
Milioni di ore di radio e
televisione e tonnellate di
commenti e “informazioni”, nelle
quali abbondano la distorsione
e la menzogna, ci hanno
perseguitato sempre come un
tornado mediatico. Dei Cinque,
al contrario, nemmeno un
secondo, una parola. Perchè?
Se i nostri compagni avessero
commesso delle mancanze, se
avessero fatto qualcosa a danno
degli Stati Uniti o del loro
popolo, qualcuno può pensare che
l’enorme macchina
propagandistica dell’impero non
lo avrebbe sfruttato
scandalosamente?
Questo silenzio duro e
impenetrabile, è una prova
addizionale della totale
innocenza dei nostri compagni e
della piena giustificazione
dell’ eroica missione
antiterrorista che hanno
compiuto(…)
Il ruolo dei media nel caso dei
Cinque, il loro utilizzo come
strumento di pressione e terrore
per assicurare l’irrimediabile
condanna degli innocenti e nello
stesso tempo, come barriera
insuperabile per garantire
l’impunità dei criminali e dei
loro patrocinatori, dovrebbe
essere oggetto d’analisi e
riflessione per gli
universitari. È difficile
incontrare un altro esempio che
offra più prove per delucidare
un aspetto della realtà che è
essenziale per comprendere il
mondo in cui viviamo(…) Come
riconobbe Brzezinski nel 1969,
la funzione principale dei media
è preservare l’ordine imperiale.
Come promuovere la solidarietà
in queste condizioni?
Dobbiamo valerci di tutti i
medie e le vie alternative e
usare le possibilità che offrono
le nuove tecnologie della
comunicazione. Questo è un
compito dell’avanguardia più
giovane, degli studenti, degli
intellettuali. Affrontiamolo con
spirito creativo e rinnovatore e
senza lasciare spazi alla
stanchezza o alla routine.
Il Presidente Obama può e deve
ordinare che i Cinque siano
posti in libertà immediatamente,
senza condizioni di nessun tipo.
Gerardo, Ramón, Antonio,
Fernando e René, tutti loro
senza eccezione alcuna. Questa
esigenza lo deve perseguitare
giorno e notte come una
maledizione gitana. Facciamo
rispettando il legato del
testamento di Luis e Sergio
Saíz, con la tenace fede di
coloro che si dedicano senza
esitazioni alla fiducia di
un’opera giusta del dovere
irrinunciabile.
(Università Hermanos Saíz Montes
de Oca, Pinar del Río - 30
ottobre del 2010). |