La forza della ragione e della verità
14.06.11 - “La verità non potrà mai essere taciuta, la ragione non potrà mai essere negata”, sostiene in un messaggio l'antiterrorista cubano Antonio Guerrero, recluso negli Stati Uniti da quasi 13 anni, inviato ai partecipanti al III Incontro Giovanile Internazionale di Solidarietà con i Cinque Eroi: Gerardo Hernandez, Fernando Gonzalez, Ramon Labañino, Renè Gonzalez, e lui stesso. Il patriota cubano condanna il silenzio sulla loro cause. “Quando uno legge la stampa di questo paese o guarda alcuni dei canali televisivi, si domanda perché non si è parlato mai del nostro caso”, ha scritto Tony nel messaggio, letto dal suo figlio maggiore, che si chiama come lui. “Il The New York Times scrive sempre sui processi giudiziari che si svolgono nell'area di questa grande città e nel paese, e lo stesso accade con altri giornali importanti. “Del nostro arresto e di alcuni fatti accaduti allora nella Corte di Miami si è parlato solo nel Miami Herald,” ha puntualizzato Antonio che ha anche riferito che i giornalisti di Miami hanno scritto violenti contro i Cinque - come sono conosciuti questi antiterroristi a livello mondiale - per influenzare l'opinione pubblica e, come conseguenza, la giuria. “Quelle azioni violavano l'etica giornalistica e le leggi di questo paese”, ha aggiunto Tony, che ha ringraziato per l'appoggio offerto dalle nuove generazioni ed ha inviato loro cinque forti abbracci. “Un’enorme ondata di solidarietà ci accompagna, innalzando la verità e la ragione, e voi i giovani avete la forza, l’intelligenza e la capacità di spingere questa onda sino a quando si riuscirà ad ottenere giustizia”, ha concluso. |
Con un richiamo ad abbattere il muro di silenzio che pesa sul caso dei Cinque, Ricardo Alarcón de Quesada, Presidente dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare di Cuba, ha parlato ai circa 180 delegati di 33 nazioni che partecipano al III Incontro Giovanile di Solidarietà con gli antiterroristi cubani.
Alarcón ha denunciato le grandi corporazioni mediatiche, per le quali non esistono i nomi di Gerardo Hernández, Antonio Guerrero, René González, Ramón Labañino e Fernando González, che da quasi 13 anni soffrono, oltre alle lunghe ed ingiuste condanne, il castigo del silenzio.
“Hanno passato buona parte della gioventù in un regime carcerario, duro per loro, lontano dalle famiglie, dagli amici, dalla loro terra, sottoposti a lunghi periodi d’isolamento e molte persone sono obbligate a credere che sono stati condannati per spionaggio, argomento che a Miami, lo stesso Governo degli Stati Uniti non ha potuto sostenere”, ha chiarito Alarcón.
Il membro del Burò Politico del Partito Comunista di Cuba ha incitato i partecipanti a questo incontro ad utilizzare le nuove tecnologie e i media alternativi, senza tralasciare le altre forme, come il lavoro porta a porta.
Parlando della situazione di Gerardo Hernández, condannato a due ergastoli più 15 anni, Alarcón ha riferito che adesso la battaglia legale si concentra nell’appello straordinario di ‘habeas corpus’, basato in due elementi fondamentali: la farsa giudiziaria inventata a Miami attorno all’abbattimento di due piccoli aerei, fatto con cui Gerardo non ha avuto nulla a che spartire e il pagamento degli Stati Uniti ai giornalisti, perchè falsificassero le informazioni e sviluppassero una feroce campagna contro i Cinque.
Al termine della sua conferenza, i giovani delegati hanno parlato con Alarcón delle esperienze nei rispettivi paesi per la liberazione dei Cinque Eroi, ed hanno riaffermato che si può fare molto di più per farli ritornare presto a Cuba.