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Il traduttore si scusa per gli errori
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Libertà per i Cinque, ORA! "Manteniamo viva la speranza che ritornino" Intervista a Adriana Pérez, moglie di Gerardo Hernández |
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26.09.11 - Guillermo Nova La República/Rebelión 24/09/2011 www.resistenze.org
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La vita di suo marito Gerardo Hernández, ha tutte le caratteristiche di un film. Ha lasciato la sua famiglia ed il suo lavoro, e sotto falsa identità si è infiltrato nei gruppi terroristici per impedire azioni violente contro la popolazione cubana; un premio Nobel, Gabriel García Márquez, ha consegnato al presidente Clinton una lettera di Fidel Castro con la quale lo avvertiva di queste attività provenienti dalla Florida. Informato del caso, l'FBI ha deciso di arrestare cinque cubani che raccoglievano informazione sui gruppi anticastristi come il gruppo Hermanos al Rescate, e Gerardo fu condannato da una giuria di Miami a due ergastoli. Ma il suo caso non è un film; è reale come la vita e Adriana è fermamente decisa a spiegare il caso, ma le trema la voce quando ricorda l'uomo che sta dietro l'eroe e salutandoci mi dice sorridendo, se mandi questa intervista ad un media statunitense, credi che la pubblichino?
Pensi che le sentenze emesse contro i vostri mariti siano un premio che hanno voluto dare alla colonia anticastrista della Florida? Ne siamo assolutamente sicuri, poichè negli Stati Uniti per le spie addirittura confesse, hanno rivisto le pene, sono state espulse dal territorio o hanno scontato condanne molto inferiori a quelle che hanno dato ai Cinque. Le loro condanne sono state inflitte per soddisfare la richiesta dei congressisti cubano americani della Florida che da sempre sono stati accanto a queste organizzazioni che chiedono sangue e che vogliono che il governo degli Stati Uniti metta in atto qualche forma si rappresaglia.
Perché questa differenza di trattamento nei loro confronti? Perché questo è chiaramente un processo politico per il fatto di essere cubani, hanno subito un processo a Miami, è stato chiesto il cambiamento di sede ma non è stato permesso, il che ti dà la misura del fatto che questa detenzione è stato messa in atto per soddisfare tutte le pressioni messe in atto dalla comunità di Miami.
Se viene considerato un processo politico, credete che la via d’uscita dovrebbe essere politica? All'inizio confidavamo che da qualche parte il sistema giudiziario americano avrebbe potuto fare giustizia, ma per tredici anni abbiamo visto accuse senza prove, giurati sotto pressione, mezzi di informazione pagati per manipolare l’informazione, e tra le altre cose, dopo tredici anni abbiamo esaurito tutti i passi legali.
La difesa di Gerardo Hernandez ha sollecitato un "Habeas Corpus", per chiedere cosa esattamente? Consideriamo una nuova prova il pagamento da parte del governo americano ai giornalisti che hanno seguito il caso, per scrivere contro i Cinque, avvelenare l'ambiente e condizionare la giuria, cosa peraltro denunciata nel 2006 dal New York Times. Inoltre la difesa di Gerardo non ha avuto tutti gli elementi tecnici, come i tracciati dei radar degli Stati Uniti, in grado di dimostrare che non ha avuto nulla a che fare con l'abbattimento degli aerei dei Hermanos al Rescate, avvenuto nello spazio aereo cubano nel 1996 dopo che Cuba in 26 note diplomatiche avvisava il governo degli Stati Uniti che questa organizzazione stava violando il nostro territorio.
Come è stata la gestione del caso con i diversi governi statunitensi? Si sono susseguite tre amministrazioni, quella di Clinton fu quella che avrebbe potuto espellerli dal loro territorio, poi è arrivato Bush con il quale i rapporti sono peggiorati da un punto di vista sia legale che politico senza nessun tipo di avvicinamento nelle posizioni, ora l’amministrazione Obama non ha fornito alcuna soluzione al problema.
In questi tredici anni hai potuto vedere suo marito ? Durante tutti questi anni, il governo USA ha reiteratamente negato il visto di entrata per poterli visitare sia ad Olga, moglie di René González, che a me, cosa di cui per la legge avremmo diritto ogni mese, come per qualsiasi altro familiare di qualsiasi carcerato, e noi continuiamo a richiedere questo nostro diritto che ci spetta.
Dagli Stati Uniti accusano il governo di Cuba di usare il caso dei Cinque per alimentare il conflitto bilaterale o nascondere i problemi interni. Il conflitto tra Cuba e gli Stati Uniti ha più di cinquanta anni, per questa ragione abbiamo fatto una rivoluzione, perché avevamo già un conflitto con loro, ma sia chiaro che il caso non è stato politicizzato da noi cubani, ma dalla stampa statunitense e dalla sua giurisprudenza. Noi non aggrediamo gli Stati Uniti, non li sottoponiamo ad un blocco, non prendiamo misure contro il suo popolo, quindi chi fa campagna politica? Noi che vogliamo soltanto vivere in pace?
Tuo marito è considerato un eroe per il popolo di Cuba, cosa significa essere la moglie di un eroe? La parte personale è la più difficile per noi, da un punto di vista privato sono gli eroi della nostra vita, per me Gerardo è un uomo dalle molte virtù e valori, del quale mi sono innamorata e che amo, che stimo profondamente per ciò che ha fatto, ma nella nostra quotidianità abbiamo la ferita aperta, perché stare nel mezzo di una situazione come questa è durissimo, con momenti di grande disperazione che ti debilitano, anche se non vacilliamo.
Da dove prendi forza? Non posso dirti che le forze vengano fuori come da una fontana, ma se pensiamo a loro, se hanno resistito alle dure condizioni del carcere, non esserci potuti vedere per anni, se sopportano tutte le pressioni, se hanno perso parte della loro giovinezza, come si fa non andare avanti? Inoltre c'è un equilibrio tra l'amore e l’impegno, non banale o superficiale, ma che si condivide con ciò che hanno fatto, perché non sono diversi dagli altri cubani, qui potremmo criticare ciò che non ci piace, ma al momento di dimostrare il valore questo popolo tira la cinghia.
Pensi a come sarà la vita quando starete di nuovo insieme? Te lo dico senza mentire, perché viviamo nella speranza, in modo da mantenere l'illusione in vita, abbiamo tanti progetti, in primo luogo cercare di dimenticare tutto ciò che abbiamo vissuto, sanare e chiudere le ferite, abbiamo imparato a dare valore ad altre cose e sappiamo che non siamo soli, quello che abbiamo fatto ha avuto un costo elevato per le nostre vite, ma ne valeva la pena. Manteniamo viva la speranza che ritornino, perché non possono rubarci la possibilità di sognare un futuro migliore, non possono toglierci il nostro desiderio di felicità. Per questo lottiamo ogni giorno.
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