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Liberato il combattente antiterrorista cubano René González |
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8.10.11 - www.granma.cu teleSUR
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Alle 4:30 della mattina di venerdì 7 è stato liberato René González, che è uscito dal carcere di Marianna, in Florida, anche se dovrà rimanere negli Stati Uniti in libertà vigilata per tre anni.
All’uscita dalla prigione lo aspettavano le due figlie Irma e Ivette suo fratello Roberto e il padre Candido oltre al suo avvocato, Philip Horowitz, ha informato l’inviata speciale di teleSUR, Aissa García.
“Nel giorno di oggi René González si è trasformato nel primo dei Cinque antiterroristi cubani prigionieri nelle carceri degli Stati Uniti che ha messo i piedi fuori dalla prigione”, ha detto la giornalista che era davanti alla prigione.
Il cubano è stato liberato alle 04H30 locali (la stessa ora di Cuba) e sta con la sua famiglia, ha informato per teleSUR il suo avvocato Phillip Horowitz aggiungendo che René è in buone condizioni di salute e che è stato esaminato dopo l’uscita dal carcere.
González, pur essendo uscito di prigione non potrà ritornare a Cuba per un ordine giudiziario che lo obbliga a restare per tre anni in libertà vigilata.
René sta con le figlie Ivette e Irmita, suo padre e suo fratello Roberto, ma non può vedere sua madre, Irma Sehweret, nè sua moglie, Olga Salanueva perchè il Governo degli Stati Uniti non ha concesso loro il visto per entrare negli USA.
A Cuba la corrispondente di teleSUR ha informato che nel pomeriggio di venerdì “Tutte le religioni si sono riunite e ci sarà un proclama del Comitato di Solidarietà per il caso dei 5 Eroi”.
“Nel proclama realizzato dalle religioni si esige anche l’estradizione di Posada Carriles”, ha aggiunto.
‘La sicurezza di René è in pericolo negli USA’ ha denunciato Alarcón
Ricardo Alarcón de Quesada, presidente dell’Assemblea Nazionale di Cuba, ha affermato che la sicurezza dell’antiterrorista René González, al quale s’impedisce il ritorno nell’Isola, è in pericolo in territorio statunitense.
Parlando nella prima giornata del VI Incontro Continentale di Solidarietà con Cuba, che si sta svolgendo nella capitale messicana, Alarcón ha denunciato le recenti dichiarazioni della congressista statunitense Ileana Ross-Lehtinen che incitano alla violenza contro l’Eroe cubano ed ha commentato che questa legislatrice è sempre stata alleata dei terroristi nemici di Cuba che, come Luis Posada Carriles, ancora oggi continuano a godere del favore dei governanti nordamericani.
“Se a René succedesse qualcosa, la responsabilità sarà del Governo degli Stati Uniti”, ha affermato.
“Dobbiamo chiedere al presidente Obama se continuerà a proteggere i terroristi o cambierà questa politica. Lui può permettere che René lasci questo luogo ostile e torni nel suo paese”, ha continuato. “Inoltre tra le limitazioni gli si proibisce di avvicinarsi ai terroristi, in un chiaro riconoscimento dell’esistenza di costoro in suolo statunitense.
Durante il suo intervento, Alarcón ha anche parlato delle tante arbitrarietà commesse nel processo giudiziario e nelle prigioni, contro i Cinque ed ha criticato la forma in cui le autorità nordamericane li hanno trattati senza rispettare il loro diritti di esseri umani, impedendo i contatti con l’esterno per 17 mesi in cui lo posero in isolamento.
“L’assenza di prove per incolparli, a questo punto, dopo 13 anni, quando stiamo all’ ultimo capitolo possibile del sistema anche se si continua ad impedire alla difesa la possibilità d’accedere ai documenti, perchè gli Stati Uniti negano di offrirli, fa dichiarare nulla e senza valore la farsa giudiziaria realizzata a Miami dove sono stati condannati”.
Il politico cubano ha spiegato che: “I Cinque sono colpevoli solo di non aver dichiarato alle autorità nordamericane che in realtà erano rivoluzionari cubani e che erano là per compiere la difficilissima missione di vigilare i gruppi di terroristi e cercare di scoprire i loro piani contro il nostro, i nostri popoli o contro gli USA, com’è avvenuto in varie occasioni”.
“La forma in cui sono stati trattati i compagni per far sì che non possano agire contro i terroristi, è la prova migliore che Cuba ha avuto la Necessità di Difendersi, di fronte a un terrorismo che non è mai terminato”, ha sottolineato, in relazione al diritti alla pace, la vita e la sicurezza personale.
Poi ha ricordato che il 16 settembre del 2011: “La stessa giudice federale di Miami, accedendo alla petizione governativa ha deciso di negare la richiesta di René di poter tornare a Cuba immediatamente e non dover passare a Miami il periodo di libertà vigilata di tre anni”.
“Per ognuno dei Cinque la Procura ha chiesto la condanna più lunga e tutte le misure dopo la loro uscita dal carcere per far sì che queste persone non possano mettere in pericolo le attività dei gruppi di terroristi nella Florida2, ha detto Alarcón risaltando che esiste un elemento comune, la campagna sferrata dai mezzi d’informazione di Miami, che fece sì che la Corte d’Appello la descrivesse come ‘una tormenta perfetta’ di pregiudizi e ostilità, che rendevano impossibile un processo imparziale per i Cinque e che per questo aveva dichiarato nullo il processo, ordinandone uno da svolgere in un altro luogo.
Le irregolarità del processo giudiziario ai Cinque sono avvenute perchè il Governo le ha accompagnate sempre all’obbedienza dei detti mezzi d’informazione, per i quali non è stato motivo di scandalo quella vera degradazione della stampa di Miami con i terroristi, ed inoltre e al colmo, con il Governo del loro paese” ha denunciato.
Nelle sue parole finali ha chiesto ai delegati dell’incontro di solidarietà di perseverare nella lotta per la causa dei Cinque antiterroristi che simbolizzano l’essenza della resistenza cubana contro la politica d’ingerenza dei governo degli Stati Uniti.
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