HOME AMERICA LATINA
 

 

 

Il nuovo sistema gratuito

di salute in  Bolivia

 

22 gennaio 2011 -  www.granma.cu (pl)

 

Le autorità  boliviane hanno assicurato che il Sistema Unico di Salute (SUS) giungerà in forma gratuita a tutta la popolazione ha segnalato il quotidiano Cambio.

 

Il viceministro del ramo, Martín Maturano, ha spiegato che il tema è l’asse del Congresso nazionale che si è concluso ieri a  La Paz, con la partecipazione di 300 delegati dei nove  dipartimenti.

 

Maturano ha segnalato che il diritto alla salute è un bene pubblico e non un affare privato, e per questo c’è la necessità di consolidare la qualità dei servizi in tutte  le entità fiscali.

 

Strutturare il SUS è una maniera di tradurre e rendere possibile l’esercizio di questo diritto, dando priorità alla comunità e alla famiglia; la persona più isolata vive in famiglia ed in comunità, ha spiegato.

 

La parte che precede il progetto di Legge del Sistema riassume quanto stabilisce la Costituzione Politica dello Stato, nell’articolo 18: il diritto di tutta la popolazione boliviana all’accesso alla salute.

 

Maturano ha assicurato che il  SUS beneficerà il 70% della Popolazione che non ha assicurazioni sociali di sorta, dato che solo il 12% ha l’Assicurazione per l’Anziano (SPAM) ed esiste l’Assicurazione  Generale Materno-Infantile (SUMI).


 
 

Evo Morales nazionalizzerà il sistema educativo per

eliminare il monopolio della religione cattolica

 
 

 

Il presidente boliviano Evo Morales ha dichiarato che "il potere della Chiesa cattolica, che era come lo Stato nel paese, è finito" e che non ci sarà più " il monopolio di una religione, perché nello stato plurinazionale viene garantita la libertà religiosa e tutte le religioni hanno gli stessi diritti e doveri". Il presidente ha confermato che nazionalizzerà l'istruzione nel suo paese.

 

Evo Morales afferma che: "prima c'era un monopolio, una religione, c'era una gerarchia perché la Chiesa cattolica era come lo Stato. Adesso, quando si tenta di arrivare ad una certa uguaglianza, nascono le proteste. Ovviamente abbiamo l'obbligo di nazionalizzare il sistema educativo ma alcune persone non lo accettano".

 

Ha infine assicurato che il progetto "è un tema strutturale che è in continua evoluzione. Ovviamente sarebbe auspicabile svilupparlo con la loro partecipazione", riferendosi alle istituzioni educative della Chiesa.