I
motivi per rompere l'ordine
costituzionale in Honduras sono
stati politici ed essenzialmente
economici, ha detto l'ex
presidente Manuel Zelaya in un
messaggio pubblicato oggi sul
sito della del Fronte Nazionale
di Resistenza Popolare.
Secondo Zelaya, l'impero USA,
l'oligarchia e le multinazionali
erano preoccupati per la sua
politica estera indipendente, il
suo avvicinamento
all'Alternativa Bolivariana per
i Popoli della Nostra America ed
a Petrocaribe.
Facendo riferimento alle riforme
costituzionali adottate questa
settimana dal Congresso, l'ex
presidente ha ricordato che due
anni fa le stesse modifiche
promosse dal suo governo sono
state respinte dal Parlamento,
la Procura e la Corte di
Giustizia.
Il corpo legislativo ha
accettato di modificare
l'articolo cinque della
Costituzione per consentire lo
svolgimento di referendum e
plebisciti, percui si potrà
domandare alla popolazione se è
d'accordo o non con la
rielezione presidenziale.
"Il mio governo ha presentato la
stessa iniziativa cittadina
perché il popolo fosse
consultato e Roberto Micheletti
(allora presidente del
Parlamento) ha risposto
liquidando la democrazia con un
golpe di Stato militare", si è
lamentato.
"Ciò dimostra -ha detto- che i
motivi della rottura dell'ordine
costituzionale non erano
giuridiche, ma politiche ed
essenzialmente economiche".
Anche se Zelaya ha definito
corrette le modifiche adottate
dal Parlamento, ha esortato il
popolo a continuare a lottare
per una Assemblea Nazionale
Costituente, che porterà ad una
maggiore uguaglianza ed
opportunità concrete per tutti
gli honduregni.
Le modifiche approvate in questa
settimana hanno suscitato il
rifiuto dei leader popolari, che
ritengono che questa decisione
mira a rafforzare il governo al
potere dopo il crollo
istituzionale.
"I cambiamenti non hanno nessun
senso perché sono stati adottati
dagli stessi autori del golpe di
Stato", ha dichiarato John
Baker, vice coordinatore del
Fronte Nazionale di Resistenza
Popolare (FNPR).
Secondo le organizzazioni
integrate nel Fronte, le
modifiche possono essere
effettuate solo nel contesto di
una ampia partecipazione
popolare e non quando sono
promosse dagli strumenti
dell'oligarchia.
Il FNRP ha raccolto l'anno
scorso oltre un milione 300 mila
firme a favore della modifica
della Costituzione, in vigore
dal 1982.