Nuestra America - Haiti |
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L’epidemia di colera ad Haiti originata in una base dell'ONU |
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6.05.11 - www.granma.cu
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L’origine dell’epidemia di colera che ha ucciso circa 4500 persone in Haiti si deve all’introduzione del batterio attraverso le feci del personale della base nepalese della Missione di Stabilizzazione delle Nazioni Unite in Haiti (Minustah), che hanno contaminato il fiume Artibonite, ha concluso la relazione delle Nazioni Unite stesse.
L’introduzione del batterio ha avuto questo gravissimo impatto nel paese per le deficienze di sanità e d’igiene che soffre Haiti, e per le condizioni ambientali ed epidemiologiche.
La relazione indica che l’epidemia è stata provocata per la confluenza di circostanze e che non è stata una colpa o un’azione deliberata di un gruppo o di un individuo.
Gli esperti hanno segnalato che decine di migliaia di persone che utilizzano il fiume Artibonite o il fiume Meye, per lavare, bere, lavarsi e per attività ricreative, sono state esposte al letale batterio del colera. |
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Quasi 5000 morti di colera in Haiti |
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20.04.11 - Katia Monteagudo www.granma.cu
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Sono già quasi 5000 i morti di colera en Haiti, rivelano le statistiche appena diffuse. Per questa malattia 2985 persone sono ricoverate attualmente, anche se l’epidemia ha colpito almeno 300000 persone, specificano i dati.
La zona ovest del paese, dove si trova la capitale, Porta au Prince, è il punto con il maggior numero di decessi - 933 casi – in accordo con il Ministero di Salute Pubblica e Popolazione (MSPP). Questo virus non esisteva nel paese sino alla sua apparizione dopo il terremoto del gennaio del 2010.
Nel nord, Artibonite è l’altro dipartimento con il maggior numero di vittime - 890 - seguito da Grand Anse con 840.
Più di 150000 persone sono state ricoverate per il colera, e il MSPP, l’Organizzazione Mondiale della Salute OMS e le Nazioni Unite, fanno ancora investigazioni per stabilire le cause.
Il colera non è endemico in Haiti e non aveva colpito nessuna persona negli ultimi 100 anni, ha riferito la OMS.
Sino al momento si suppone che l’epidemia si sia diffusa per la contaminazione del fiume Artibonite con residui fecali.
Per la OMS l’epidemia resterà nel paese per vari anni e saranno necessarie molte risorse per sradicarla.
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In Haiti 4625 morti di colera |
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2.03.11 - www.granma.cu
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Haiti ha già contato 4625 morti per l’epidemia di colera, apparsa nell’ottobre scorso dopo un secolo d’assenza, riporta Prensa Latina.
Come ha informato il Ministero di Salute Pubblica nella sua pagina digitale, la cifra di contagiati è di 245183 e la malattia mantiene una maggior presenza nel dipartimento di Artibonite, al nord, dove ci sono stati 868 decessi.
Precisamente in questo territorio è iniziata l’epidemia ed è stato trovato il vibrione che ha provocato la malattia nel fiume Artibonite che attraversa il territorio.
Il colera si trasmette principalmente per l’ingestione di acqua o alimenti contaminati e produce febbre alta, diarree intense e vomiti che portano alla disidratazione e alla morte.
Uno staff di esperti sta investigando l’origine dell’epidemia in Haiti, anche se gli studi internazionali l’attribuiscono alla base nepalese della Missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione di Haiti.
La malattia ha invaso rapidamente tutto il paese ed è giunta anche nella vicina Repubblica Dominicana, con tre morti è più di 450 persone contagiate.
Nonostante la collaborazione di stati come Cuba e Venezuela por contenere la malattia , la ONU stima che ci vorranno diversi anni per sradicare il colera da questo impoverito paese.
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4500 morti di colera
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17.02.11 - www.granma.cu (pl)
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Il Ministero di Salute Pubblica e Popolazione di Haiti, ha riportato 97 nuovi decessi per il colera, con un totale di 4549 di morti per questa malattia, in questo paese dei Caraibi.
Un rapporto con cifre sino allo scorso 9 febbraio conferma che il numero dei contagiati nell’epidemia è aumentato a 231070 contro i 225000 diagnosticati una settimana prima del nuovo studio.
La nota ufficiale rivela che almeno 124482 persone hanno necessitato il ricovero ospedaliero per guarire dalla malattia. L’epidemia è iniziata il 19 ottobre scorso e la zona più colpita è Artibonite, la regione dov’è stato diagnosticato il primo caso e che ha avuto sino ad ora 866 morti.
Nel dipartimento Ovest, al quale appartiene la capitale, Port au Prínce, sono morte 823 persone per questa causa.
Sino alla fine del 2010 si contavano centinaia di decessi ogni giorno, cifra che è diminuita da gennaio.
I funzionari del governo di Haiti hanno dichiarato che i luoghi in cui si controlla di più il colera sono quelli dove lavora la Brigata Medica Cubana, integrata da 1306 specialisti, distribuiti soprattutto nelle campagne e in luoghi di difficile accesso.
I professionisti cubani si sforzano di salvare vite umane e insegnano agli haitiani i meccanismi per prevenire l’espansione della malattia.
Il colera era sradicato da più di un secolo da Haiti, quando è apparso il primo caso il 19 ottobre del 2010, ad Artibonite.
Nonostante gli sforzi per contenerla, l’epidemia si è propagata nei 10 dipartimenti in cui si divide questo impoverito paese ed ha superato i limiti territoriali, giungendo nella Repubblica Dominicana, dove si riportano più di 325 casi e tre morti. |
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Haiti: i morti di colera
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5.01.11 - www.granma.cu (pl)
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Il Ministero di Salute Pubblica e Popolazione di Haiti ha confermato la morte di 3481 persone contagiate dal colera dall’inizio dell’epidemia due mesi fa. Questa stima è del 29 dicembre, e aggiunge che i contagiati sono 157300.
I bollettini offrono statistiche basate sui malati assistiti nei centri d’assistenza, ma a giudizio degli esperti, le cifre ufficiali sono maggiori.
Anche se ci sono morti ogni giorno, nelle ultime due settimane i decessi ogni 24 ore sono diminuiti e questo è un segnale positivo nel mezzo dell’emergenza, ha informato Prensa Latina.
In accordo con il documento, i morti ora non superano la media giornaliera di 22, mentre nel dicembre scorso superavano i 66 al giorno.
Le autorità sanitarie e del governo hanno dichiarato che i risultati ottenuti si devono in grande misura al lavoro della Brigata Medica Cubana presente soprattutto nelle zone rurali e di difficile accesso.
Questi cooperanti, che sono più di 1300 tra medici, infermiere e tecnici, hanno assistito più del 40% dei contagiati e mantengono un indice di mortalità al di sotto dell’1%.
Altri paesi e istanze internazionali collaborano, con l’invio di prodotti ospedalieri e per l’igiene, per frenare la malattia, apparsa il 19 ottobre del 2009.
Tra gli ostacoli nella lotta contro l’epidemia ci sono la mancanza di condizioni sanitarie adeguate, soprattutto nelle zone di campagna e negli accampamenti dove vivono 1 milione 300.000 senza tetto, per via del terremoto del gennaio del 2009, oltre ad un cattivo maneggio dei cadaveri.
Inoltre ad Haiti è giunto solamente il 20% dei fondi promessi dai paesi ricchi per affrontare l’epidemia, e questo, unito allo stesso problema per i fondi promessi per la ricostruzione del paese, aggiunge difficoltà a qualsiasi passo avanti.
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