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Nuestra America - Haiti

 

Haiti: proteste a un anno

dall’apparizione del colera

 

20.10.11 -  www.granma.cu

 

Decine e decine di haitiani hanno invaso le strade per protestare contro la presenza della Missione delle Nazioni Unite e per domandare un miglioramento delle condizioni sanitarie per i malati di colera.

 

Le marce effettuate nella capitale e nel Dipartimento di Artibonite sono avvenute a un anno di distanza dall’apparizione dell’epidemia che ha provocato 6500 morti e 46500 contagiati, quasi il 5% della popolazione.

 

“L’obiettivo della protesta è lanciare un grido d’allarme per la partenza della Missione delle Nazioni Unite per la Stabilizzazione di Haiti - MINUSTAH – e per l’indennizzo delle vittime e il riconoscimento della responsabilità della ONU”, ha dichiarato l’attivista Camille Chalmers all’ agenzia locale Alterpresse.

 

Diversi studi internazionali indicano un contingente asiatico di questo corpo militare come responsabile della diffusione della malattia.

 

Un’investigazione realizzata dallo statunitense Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie ha indicato che l’epidemia è stata importata dal personale di una base di nepalesi della Minustah.

 

Un altro studio realizzato all’inizio dell’anno da un investigatore francese, ha indicato a sua volta che l’origine si doveva alla presenza dei Caschi Blu del Nepal, che, si presume, hanno defecato nelle vicinanze del fiume Artibonite, uno dei più importanti affluenti di Haiti, usato da migliaia di persone per lavare, bere, pescare e lavarsi.

 

Meno del 2% degli abitanti - nove milioni - del paese, ha accesso all’acqua potabile, mentre la maggior parte della popolazione usa latrine o realizza le sue necessità fisiologiche in luoghi aperti.

 

Le piogge degli ultimi giorni hanno incrementato i casi e più di 530 persone sono state ricoverate, ha informato una rete dei diritti umani, la Jeannot Succes.

 

Inoltre c’è stato un ritorno della presenza del colera con 50 morti nel mese scorso.

 

Circa 900 specialisti di Cuba lavorano attualmente in 40 comunità di Haiti, dove hanno creato centri di trattamento ambulanti e realizzano campagne di prevenzione sanitaria.