Il traduttore si scusa per gli errori |
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La
folla in marcia ha |
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28.02.11 - Juana Carrasco Martín, speciale per Granma
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“Non ci dobbiamo debilitare, non ci dobbiamo far dividere, ma al contrario, realizzare una maggior unione ogni giorno”, ha esclamato il presidente Hugo Chávez davanti a migliaia di venezuelani che hanno commemorato la ribellione popolare del 1989, El Caracazo, ed ha chiamato i giovani a mettersi al fronte della costruzione del Polo Patriottico.
Il popolo ha marciato dal Parco Francisco de Miranda, sino al popolare Petare, non in protesta come 22 anni fa, quando il governo di Carlos Andrés Pérez, in difesa della sua politica neoliberale, massacrò migliaia dei cittadini, a Caracas, che si erano sollevati contro la miseria, la fame e la disoccupazione.
Questa domenica lo ha fatto come sostegno alla Rivoluzione Bolivariana ed alla sua politica d’inclusione e partecipazione, in una vera democrazia: quella socialista.
Coloro che nel 1989 scesero dalle colline di Guarenas e da altri quartieri della Grande Caracas, a reclamare diritti e dignità, come inizio di un’ondata che s’estese in tutto il paese, hanno celebrato oggi felicemente, perchè non sia stato invano il sangue sparso, accompagnati da figli e nipoti, beneficiari principali dei programmi sociali e delle leggi che garantiscono educazione, attenzione medica di pronto soccorso e d’alta tecnologia, ed un’alimentazione a livello degli standard mondiali.
Nelle ore della mattina si è svolta la cerimonia d’inumazione delle 71 vittime identificate uccise in El Caracazo, che erano state sepolte in fosse comuni.
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