Il traduttore si scusa per gli errori |
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Chávez reitera il maneggio sovrano delle riserve internazionali |
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19 agosto 2011 - Waldo Mendiluza www.granma.cu
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Il presidente Hugo Chávez ha ratificato che il Venezuela opera le sue riserve internazionali secondo gli interessi del paese e senza sottomettersi al mandato di potenze e organismi stranieri.
Nella seconda nota per il quotidiano Correo del Orinoco, nel suo spazio "Notas de retaguardia", Chávez ha denunciato una campagna per confondere e destabilizzare, utilizzando come punta di lancia il tema delle riserve.
A partire da questo scenario, ha chiamato i venezuelani a studiare economia, con l’obiettivo di stimolare la costruzione del socialismo e non cadere nella trappola dei nemici del processo di cambio iniziato nel 1999.
"Perchè non divengano vittime dell’ignoranza e di un gruppetto di istrioni e manipolatori, tutti portavoce della borghesia senza patria che qui agirà sempre come una quinta colonna di lacchè dell’impero yanquees, subordinata ai suoi interessi", ha aggiunto.
Settori dell’opposizione e rappresentanti della destra nordamericana - come l’ex vice segretario Roger Noriega - criticano la decisione di Caracas di differenziare l’ubicazione delle sue risorse finanziarie, a partire dalla crisi che colpisce gli Stati Uniti e l’Europa.
Ora siamo liberi grazie alla Rivoluzione Bolivariana, e il Venezuela maneggia le sue riserve internazionali come meglio le conviene, ha avvisato.
Chávez ha ricordato che dieci anni fa il paese contava con meno di 10000 milioni di dollari, mentre attualmente l’ammontare disponibile nel Banco Centrale è di circa 30000 milioni.
“Inoltre prima le nostra riserve erano in mano del tristemente celebre Fondo Monetario Internazionale”, ha sottolineato.
Il presidente Chávez ha annunciato, mercoledì 17, la decisione di portare nel paese l’oro monetario depositato all’estero (equivalente a 11000 milioni di dollari) e la differenzazione del destino delle divise.
La misura potrebbe portare le riserve del Venezuela in banche del Brasile, Cina e Russia, a partire dalla crisi finanziaria che danneggia gli USA e l’Europa, dove si ubicano attualmente migliaia di milioni di dollari di questo paese.
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