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Le tesi economiche |
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8.03.11 - Marta Rojas www.granma.cu
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La rettifica degli errori e delle tendenze negative non era uno slogan e tanto meno una stampella: si trattava della politica rivoluzionaria che quei tempi esigevano, prima della scomparsa dell’Unione Sovietica e del campo socialista.
Fidel ancora una volta s’impegnava a perfezionare la Rivoluzione, a svilupparla estirpando le erbacce che vedeva spuntare nel campo economico e amministrativo.
Allora, poco più di vent’anni fa, il blocco non stringeva con tanto furore come adesso, perchè il petrolio, tra le tante cose e lo scambio commerciale, proprio con la URSS e altri paesi chiamati dell’Est, compensavano le difficoltà. In modo che i detti cambi oggi non si adattano per suggerimento esterno, ma per sovranità, com’è stato dimostrato anche in precedenza.
La detta politica di rettifica che adottò il governo rivoluzionario, fu accolta con responsabilità e sembrava che in breve tempo la pianificazione, il commercio e le condotte amministrative avrebbero procurato un maggior benessere alla popolazione, si trovasse proprio dietro l’angolo.
Ma avvenimenti apparentemente impensabili, già citati, cambiarono l’andamento economico esistente. L’amministrazione yankee ed i discepoli o complici con i soci europei augurarono l’immediato crollo della Rivoluzione cubana e raddoppiarono le loro leggi criminali, come la Torricelli e la Helms Burton.
Persino i libri scritti dai nemici della Rivoluzione d’origine cubana, contavano i giorni finali di “Castro”. La storia è fondamentale per conoscere il presente ed il futuro dei popoli, anche se allora assicurarono che era “la fine della storia”.
Cuba è cambiata, realmente, attanagliata come stava. La direzione della Rivoluzione ha dovuto fare i salti mortali, immediatamente, per sopravvivere e salvare le conquiste fondamentali sostenute da un popolo deciso a difenderle; da lì esce la frase che “i fagioli sono più importanti dei cannoni”.
Scegliere il meno peggio e fare rapidamente le correzioni.
Queste correzioni fermate dai problemi inaspettati degli anni ‘90 sono quelle che oggi proiettano le linee di politica economica e sociale che adesso il popolo ha tra le mani, prima del 6º Congresso del Partito Comunista di Cuba.
Il modello di gestione economica, dando facoltà alle imprese che prima non l’avevano, in accordo con le Linee proposte a discussione, privilegia i meccanismi economici e finanziari, di fronte a quelli eminentemente amministrativi e sopprime l’incarico di controlli formali ed inefficienti che attualmente le imprese realizzano.
Chiaro che l’incremento delle facoltà delle imprese sarà associato ad una maggior responsabilità con le risorse materiali e finanziarie che dovranno maneggiare.
Questo punto è tanto ampio che le imprese avranno l’indipendenza per l’approvazione del personale, ma… attenzione! questo non significa che per libero arbitrio nomineranno il personale a loro gusto, ma che di fronte all’uguaglianza di opportunità, si selezionerà in accordo con l’idoneità dimostrata: un principio giusto, etico ed efficiente che la Rivoluzione cubana ha sostenuto e sostiene fermamente, come salvaguardia della propria esistenza.
A questi valori di uguaglianza sociale e di genere non si rinuncerà mai.
Le politiche macroeconomiche che richiedono l’attenzione di vincoli stabiliti e da stabilire sull’importazione e l’esportazione, si alleggeriscono a loro volta delle cappe burocratiche, come segnalano le tesi.
Altri elementi di base da cambiare, come quelli monetari, cambiari, fiscali e dei prezzi, per esempio, riguardano i nuovi concetti, ma questi per la loro complessità necessitano, come si legge nel testo pazientemente elaborato, studio e applicazione per passi.
Variata - come variati e molteplici sono i problemi da risolvere - è l’attenzione che propongono le Linee a tutti questi “mal di testa” che colpiscono la Rivoluzione ed il popolo in materia economica e sociale.
Per citarne uno, c’è quello della casa, un caso che riguarda gran parte della popolazione urbana e rurale.
Anche se non si offre una bacchetta magica per risolverlo, segna dei passi avanti per dare una soluzione a problemi che sono giunti in più di un caso, o in molti casi, anche all’illegalità e al…ricatto.
Senza dubbio, non sono pochi - in quanto alle case – che possono avere una soluzione abbastanza rapida e anche bella. In quest’ultimo caso sarà avallata una soluzione fattibile grazie al punto 274 delle Linee sulla casa che dice: Si dovrà prestare un’attenzione speciale nell’assicurare i programmi per la casa a livello municipale a partire dalle materie prime esistenti in ogni luogo e alle tecnologie disponibili per fabbricare i materiali necessari, ossia l’istanza municipale attuerà a favore della sua comunità per migliorarla e abbellirla. Leggendo questo punto mi è venuto in mente il paesaggio di Bayamo e di altri municipi della provincia di Granma - e non saranno i soli- dove molte case invece della “coperta” (denominazione burocratica e brutta per parlare dei tetti) appaiono belle tegole rosse spagnole o francesi, che si possono produrre anche in piccoli laboratori, alcuni davvero artigianali, come le mattonelle di ceramica per i pavimenti.
È solo un esempio tra i tanti che si potrebbero enumerare, ma non è il caso di fare un inventario.
Precisamente una Commissione d’Architettura dell’Unione degli Scrittori e degli Artisti di Cuba - UNEAC . creata anni fa per combattere le cose fatte male nell’ambiente, ha realizzato studi che potrebbero forse aiutare i municipi.
Come questo punto, le Tesi propongono altre opzioni che non richiedono analisi complesse di matematica, come la politica monetaria, il debito o il credito.
La situazione attuale non è quella degli anni ’90, per la rettifica degli errori e le tendenze negative, e questa di oggi è favorita dall’esperienza accumulata e dal fatto reale che un paese assediato ha saputo resistere e uscirne forte ed anche vincitore.
Va considerato che a differenza d’ allora, oggi l’imperialismo yankee non può, anche se vuole e lo promuove, fare dei governi le proprie marionette, e a nessun costo in Nuestra America e nei paesi fratelli dell’Africa e dell’Asia che stanno diventando dei giganti.
Senza sciovinismo ci si dovrebbe chiedere: “Ma insomma, che sarebbe del Terzo Mondo senza l’esempio di resistenza di Cuba?” Adesso però non basta resistere, si deve vincere con virtù esemplare e con il lavoro come eroismo quotidiano.
Questa è la divisa che propongono le Linee: lavoro e virtù in qualsiasi posto!
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