Il traduttore si scusa per gli errori |
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Auguri Fidel
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13 agosto 2011 - www.giannimina-latinoamerica.it (La Jiribilla 536 – 13-19 agosto 2011)
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Oggi Fidel Castro compie 85 anni. Tutta l’America Latina lo festeggia e anche noi vogliamo farlo offrendo ai nostri lettori le parole scritte per l’occasione da Daniel Chavarria, lo scrittore uruguayano noto anche in Italia, che ha fatto di Cuba la sua seconda patria.
L’anno scorso, per il suo compleanno avevo festeggiato il Comandante per due qualità che in genere non vengono ricordate e che io considero rilevanti nella sua traiettoria di grande statista: in primo luogo, la sua acuta diffidenza; poi, il fatto di essersi esposto all’accusa di essere assurdo, esagerato o ridicolo, e di qualsiasi altro aggettivo denigratorio presente nei vocabolari, pur di mettere al servizio dell’Umanità e della Pace il suo grande prestigio mondiale.
Essere diffidente è una virtù che molti non oserebbero attribuirgli considerandola un sinonimo di “sospettoso”, lesivo per la sua gloria. Per me, invece, è una delle sue doti che hanno maggiormente protetto noi che viviamo da tanti anni sotto la sua guida benefica.
Il vocabolo spagnolo suspicacia deriva dal verbo latino suspicare (sub-spicare) ed è un calco semantico dal greco hypopteu (hypo-opteuo) che significa “guardare sotto”. Con la sintetica espressività delle lingue antiche, suspicare caratterizza chi cammina vigilante su un sentiero erboso per prevenire l’agguato di serpenti e altre bestiacce; o contro l’interlocutore amabile e sorridente che può nascondere nella manica, o sotto i vestiti, il pugnale assassino.
E questa virtù congenita di “guardare sotto”, di sospettare ragionevolmente, lo ha condotto molto presto a disprezzare gli sbandierati vantaggi del capitalismo trionfalista degli Stati Uniti. Non ci ha creduto fin dall’adolescenza, convinto dalla sua comprensione precoce della miseria cubana durante gli anni 30 e 40. E quando ormai l’ambiente universitario gli aveva fornito un apparato teorico e assisteva ai dibattiti fra giovani politicizzati, leggeva Marx, Engels, Lenin e altri, ha intravisto la possibilità latente di mobilitare il popolo cubano e generare cambiamenti sociali.
Per questo, quando ha sconfitto la tirannia di Batista, sapeva già molto bene che poi sarebbero venute le menzogne, la calunnia e le intenzioni criminali degli Stati Uniti, i quali hanno ignorato sempre il fecondo contributo di José Martí per la formazione a Cuba di una poderosa coscienza libertaria, della quale Fidel è stato un erede ispirato. Per questo gli è riuscito facile indovinare il programma di Eisenhower quando ha proposto, per difendere la sua democrazia fraudolenta, di infliggere a Cuba la fame e le malattie; e ha anche visto il pugnale assassino nella manica di Kennedy con i suoi Corpi della Pace, e ha saputo sconfiggerlo a Playa Girón e affrontarlo con esemplare dignità durante i giorni luminosi e tristi della Crisi di Ottobre.
Da allora, la sua natura diffidente gli ha permesso la catena di successi politici, militari e umani che lo hanno ricoperto di gloria, come stratega di talento e campione mondiale della vera solidarietà, franca e disinteressata, in lotta contro l’apartheid e nell’offrire cure mediche ai poveri di questo mondo.
Quanto al suo disprezzo per il “che diranno”, lui sa bene che la sua eccezionale condizione di scudo umano provoca una maggior diffusione dei suoi avvertimenti sulla guerra e sui pericoli ecologici. E io ritenevo possibile che molti politici, anche contro la loro volontà, avrebbero riconosciuto gli avvertimenti di Fidel e lo avrebbero ascoltato arrivando addirittura a convincersi del fatto che lui non agisce mai per ostinazione.
Certo, arrivati a questo compleanno, si verificano le predizioni che Fidel ha definito come le più sventurate. Da una parte la NATO abusa del suo potere militare e si converte in un mandate di bande; e d’altra parte il disastro umano del capitalismo mostra i suoi limiti in Europa e negli Stati Uniti, con proteste contro la disoccupazione, l’ingiustizia e l’abbandono dei più bisognosi a favore dei banchieri; e attraverso ribellioni popolari contro la privatizzazione e i costi dell’istruzione; o richieste di uguaglianza nelle cure sanitarie e nell’assistenza sociale. Il così detto stato di benessere sta generando un malessere che cresce e contamina il pianeta.
E adesso, nel compiere 85 anni, Fidel ci fa scoprire un’altra delle sue inattese virtù: l’intuizione da medico che gli ha permesso intravedere e combattere a tempo un ascesso malevolo del presidente Chávez; e la sua autorità di amico per proibire al suo collega continentale di morire per questo problema.
Bravo, Comandante! Auguri per questo e per i suoi prossimi 30 compleanni!
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Cuba e l’America Latina
hanno cantato per Fidel |
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13 agosto 2011 - M.Hernandez www.granma.cu
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Questa “Serenata della Fidelidad” non è solo un omaggio ad un essere umano che riunisce molte virtù e valori è fondamentalmente un’azione de gratitudine, di riconoscimento al leader vittorioso... e un tributo alla sua persona, al popolo eroico di Cuba, alla Rivoluzione che mantiene in alto l’insegna della dignità, che si innalza con la grandezza morale dei suoi Cinque Eroi, patrioti, i cui spiriti ci accompagnano”, ha detto Alfredo Vera a nome della famiglia del Pittor d’Ispano - America, Oswaldo Guayasamín, la cui Fondazione ha organizzato la veglia artistica per l’ 85ª compleanno che celebra oggi il leader storico della Rivoluzione, Fidel Castro Ruz.
Vera ha definito Fidel "Fratello dell’Umanità ed eterno Comandante” in questo omaggio per la sua feconda vita.
Compagni del Comandante in Capo dell’assalto alla caserma Moncada, della spedizione dello yacht Granma e della lotta guerrigliera sulle montagne della Sierra Maestra, hanno partecipato alla veglia artistica, provenienti da nove paesi, con i familiari del Guerrigliero Eroico Ernesto Che Guevara e dei Cinque eroi antiterroristi cubani prigionieri politici negli Stati Uniti.
Oggi, sabato 13, compie 55 anni René González, uno dei Cinque, ingiustamente condannati a Miami per aver combattuto il terrorismo, assieme a Gerardo Hernández, Antonio Guerrero, Fernando González y Ramón Labañino.
“Buona notte America Latina, buonanotte Cuba, buona notte Fidel, il suo amico dell’anima Comandante, Oswaldo Guayasamin, porta questa serata per Fidel e a lei si sono uniti artisti che vengono a cantare questa notte con le voci dolci e rivoluzionarie del fondo dei loro cuori”, ha detto l’ecuadoriano Pancho García, presentatore ufficiale della serata della Fondazione Guayasamín, che ha organizzato negli anni scorsi altre tre veglie artistiche per lo stesso motivo: una a Quito nel 1988, e altre due a L’Avana nel 1996 e nel 2006. "Da diverse latitudini della Terra sono venuti numerosi amici e personalità a sommare i loro cuori” ha aggiunto.
“Il Che indimenticabile le ha scritto nella sua lettera di commiato: “Il tuo popolo che è già il mio...”. Noi le diciamo L’umanità intera è sua fratello Fidel, ha concluso Alfredo Vera prima di dare il via alla commovente serenata che è durata oltre la mezzanotte e alla quale hanno assistito anche membri delle missioni diplomatiche accreditate a L’Avana.
Erano presenti varie personalità internazionali come il nicaraguense Tomñas Borge, che compie anche lui gli anni il 13 agosto.
Il pubblico numeroso ha riempito le 5000 poltrone del teatro, rappresentando tutto il popolo cubano.
Artisti emblematici del continente latinoamericano, come il celebre cantautore uruguaiano Daniel Viglietti, l’argentina Liliana Herrero, il gruppo ecuadoriano Pueblo Nuevo, la cantante cubana Omara Portuondo e il pianista Frank Fernández, sono stati protagonisti di momenti d’alto valore emotivo nella veglia, nella quale si è fatto sentire lo splendore dei ritmi autoctoni della regione con la vasta ricchezza culturale dei popoli originari.
Durante la serata di gala sono stati testimoni dell’etica e della risonanza spirituale dei loro repertori il cantautore argentino Raly Barrionuevo; il paraguayano Ricardo Flecha; il cileno Pancho Villa; l’uruguaiano Braulio López, del duo Los Olimareños; i venezuelani del gruppo musica creola Antonio Osto; la bulgara Yordanka Kristova; la peruviana Marcela Pérez; i cubani Vicente Feliú, Manuel Argudín, Raúl Torres, Tony Ávila, Tomasita Quiala, Héctor Gutiérrez, Danilo Vázquez, Rubén Revé e i gruppi Moncada, Anónimo Consejo, Buena Fe, Cándido Fabré y su banda, María Victoria, e una selezione di rumberi trascinatori, raggruppati nel ‘Team Cuba della Rumba’. |
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