Il traduttore si scusa per gli errori |
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Parole dal carcere |
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8 settembre 2011 - www.granma.cu
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Fidel scriveva ottimista, nel settembre del 1953, a suo fratello Ramón, dalla prigione di Boniato, a Santiago di Cuba, recluso in attesa del processo per i fatti del 26 di Luglio del 1953.
“Dopo tutto per me il carcere è un buon riposo, che ha di male solo il fatto d’essere obbligatorio. Ma se non fosse così, quando mai potrei mettermi a riposare?
La vita è come la sappiamo interpretare.
In generale l’uomo non è mai soddisfatto. Nè ricco, nè povero, nel bene o nel male. Se siamo liberi ci preoccupano altre cose; se siamo prigionieri ci preoccupa essere liberi e così è tutta una catena che quando si comprende bene ci da serenità per tutto.
Perchè, principalmente per me, il carcere è utile? Perchè approfitto del tempo... leggo molto e studio molto.
Sembra incredibile: le ore passano come fossero minuti e io che sono di temperamento irrequieto passo il giorno leggendo, quasi senza muovermi per niente. Inoltre non soffro per alcun genere di pentimento, con la più completa convinzione che mi sacrifico per la mia Patria e compio il mio dovere, e questo indubbiamente è un forte stimolo.
Assai più delle mie pene personali, m’intristisce il ricordo dei compagni morti nella lotta. Ma i popoli sono avanzati solamente così, sulla base del sacrificio dei loro figli migliori. È una legge storica. che va accettata.
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