Il traduttore si scusa per gli errori |
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7 dicembre 1896
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7 dicembre 2011 - www.granma.cu
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A San Pedro, 115 anni fa, morì in combattimento l’eroe leggendario di mille battaglie, artefice dell’Invasione: il maggiore Generale Antonio Maceo y Grajales. Con lui morì, dopo un nobile gesto di suprema lealtà, il giovane Capitano Francisco Gómez Toro, figlio del Generalissimo Máximo Gómez.
Ricordando quegli avvenimento, ogni anno ricordiamo e rendiamo omaggio a tutti quelli che sono morti nelle nostre guerre d’indipendenza, a coloro che sostenendo idee d’indipendenza, morirono nella Guerra dei Dieci anni, nella Guerra piccola e nella Guerra del ’95.
Maceo, il Titano di Bronzo, appartiene a quel tronco di Eroi che con il loro valore e la loro fiducia nel destino di Cuba, con la loro integrità e intransigenza rivoluzionarie, e con la loro realizzazione piena come soldati e come uomini, tracciarono illuminate rotte e sentieri storici nella vita dei loro popoli e, come si disse alla sua morte, “Maceo fu una spada per Cuba, quando Cuba necessitava un soldato, fu una volontà disciplinata alle leggi di Cuba, quando Cuba necessitava un cittadino”.
Fu un grande rivoluzionario e uomo d’azione e pensiero, condizioni che lo elevarono ai primi piani della direzione rivoluzionaria e lo trasformarono in uno dei dirigenti più stimati tra le masse popolari, i cui interessi difese senza mai vacillare.
Fu protagonista della storica Protesta de Baraguá, una delle pagine più gloriose del processo rivoluzionario cubano, che significò la decisione dei cubani di continuare la guerra, di mantenere i principi rivoluzionari ad ogni costo di lottare sino alla vittoria.
Con ragione, l’Apostole riferendosi al Generale Antonio segnalava “ Si deve considerare bene quello che dice perchè Maceo ha nella mente tanta forza come nel braccio”.
Evocare in un giorno come questo Antonio Maceo - e con lui tutti i caduti in più di cento anni di lotta - è evocare le sue idee, in un impegno che chiama a raddoppiare gli sforzi per costruire il futuro che il nostro popolo merita, è un grido di combattimento di fronte a qualsiasi tentativo contro l’indipendenza e la libertà.
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