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Ricordato il combattente italiano Gino Donè |
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23 marzo 2011 - Gioia Minuti www.granma.cu
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Il combattente ribelle italiano Gino Doné Paró, uno dei partecipanti alla spedizione dello yacht Granma, è stato ricordato nel Museo della Rivoluzione de L’Avana, in occasione del 3º anniversario della sua scomparsa fisica.
L’incontro auspicato dall’ICAP, Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli, è stato un omaggio italo-cubano ad un uomo coraggioso, timido e introverso, con un’immensa umanità e dedizione per la Rivoluzione, che dopo il suo abbraccio Fidel, a Bayamo, 50 anni dopo la traversata storica, gli disse che era molto orgoglioso d’essere uno dei suoi.
Hanno partecipato al commovente incontro Kenia Serrano Puig, presidentessa dell’ICAP, Arsenio García Dávila, participante alle gesta che portarono alla vittoria rivoluzionaria, Gilberto Forneris, vice decano dell’Università di Torino, con Pier Carlo Porporato, coautori con Mundo Latino di un bellissimo documentario che rivela la personalità di Gino, che sosteneva sempre, come regola di vita, “A Fidel, fidelidàd”.
Nel Mausoleo dello yacht Granma è stata posta una corona di fiori in memoria dell’ex partigiano italiano e il capitano di fregata Lázaro Martínez Armenteros, responsabile dello storico luogo, ha raccontato alcuni dettagli dell’arrivo dell’imbarcazione e sullo sbarco del gruppo dei ribelli, il 2 dicembre del 1956, a Playa Las Coloradas. guidati da Fidel, con Raúl, il Che, Almeida e tutti gli Eroi che hanno conquistato la definitiva libertà per Cuba.
Hanno partecipato all’incontro vari assaltanti della Caserma Moncada, dirigenti del PCC e dell’Assemblea Nazionale del Poder Popular, con amici italiani, tra i quali Giustino di Celmo e Vando Martinelli, due decorati con la medaglia dell’amicizia del Consiglio di Stato di Cuba.
Arsenio García Dávila ha offerto un ricordo intenso e molto bello, sulla partenza dal Messico, la traversata e i fatti che avvennero dopo ai ribelli e a Gino, che è un esempio per la gioventù del mondo, ha detto.
Pier Carlo Porporato responsabile dei Servizi Audiovisivi dell’Università di Torino, ha segnalato la lealtà di Gino per la sua Patria d’origine e per la seconda: Cuba.
Nell’occasione è stato proiettato il documentario "Cuba Libre”, del regista Omelio Borroto, di Mundo Latino, nel quale i sopravvissuti allo sbarco offrono importanti testimonianze.
Gino è morto bene come visse, il 2 marzo del 2008, e rimarrà
per sempre nei cuori di tutti coloro che l’hanno conosciuto e amato. |
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