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115º Anniversario
della morte in combattimento
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5 luglio 2011 - www.granma.cu
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Il 5 luglio del 1896, nella Loma del Gato, a Santiago di Cuba, una pallottola spagnola troncò la vita di uno dei generali dell’Esercito Libertador: José Maceo y Grajales, che, per la sua audacia e combattività passò alla storia come ‘il Leone d’Oriente’.
Nel 1868 cominciò la sua carriera militare. Discriminazione per il colore della pelle, esilio, prigione, persecuzioni e intrighi gli forgiarono un forte carattere, che lui pose a prova nelle tre guerre d’indipendenza.
Furono molte le situazioni che richiesero la sua forza fisica, i suoi principi e le sue qualità.
Máximo Gómez scrisse di lui in una lettera del 24 luglio del 1896: "Poche volte nella nostra vita militare, abbiamo incontrato uniti in un uomo i doni del sentimento: lealtà, disinteresse e abnegazione, e le grandi virtù marziali: coraggio, subordinazione e nobiltà."
Queste caratteristiche furono quelle che lo identificarono come il paladino che non accettò il Patto del Zanjón, restando fermo nella Protesta di Baraguá assieme a suo fratello Antonio, l’uomo delle innumerevoli prodezze per burlare le più sofisticate prigioni europee dell’epoca e che offerse il suo sangue per la libertà dei cubani.
Il giorno della sua morte, 115 anni fa, fu avvisato della presenza nemica e ordinò di avanzare e marciò al fronte sino morire nello stesso campo di battaglia.
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