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Il traduttore si scusa per gli errori

 


Giornata internazionale per l'eliminazione

della violenza contro le donne

 

25 novembre 2011 -  G.Minuti www.granma.cu

 

Tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come la “Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne”, ed ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG ad organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica in quel giorno.

 

L'Assemblea Generale dell'ONU ha ufficializzato una data che fu scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi nell'Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà (Colombia) nel 1981.

 

Questa data fu scelta in ricordo del brutale assassinio del 1960 delle tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l'impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo, il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell'arretratezza e nel caos per oltre 30 anni.

 

Il 25 novembre le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio Militare di Intelligenza. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono torturate, massacrate a colpi e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente. L'assassinio delle sorelle Mirabal è ricordato come uno dei più truci della storia dominicana.

 

Nell’ambito della XVI settimana della Cultura Italiana e nel 150º anniversario dell’Unità d’Italia, una delle attività più ricca tra le tante- tutte di grande interesse e con una buona partecipazione - è stata un incontro intitolato “Donne, emancipazione e comunicazione: esperienze italiane e latinoamericane”, che si è svolto nell’emiciclo del Museo delle Belle Arti de L’Avana, con un nutrita partecipazione di donne di tutte le età.

 

L’occasione ha voluto festeggiare il 50º anniversario della rivista cubana “Mujeres”, invitando la rivista uruguaiana “Cotidiano Mujer” e “Noi donne”, storica pubblicazione italiana, legata alla UDI – Unione Donne Italiane - per molti anni.

 

“La sua storia non è solo la storia di ‘Noi donne’. ma anche la narrazione della condizione delle donne italiane negli ultimi ‘70 anni, con articoli che raccontano le lotte per conquistare libertà e diritti, ed anche l’evoluzione del nostro paese”, ha detto Tiziana Bartolini, direttrice di questa pubblicazione nata in Francia, per volontà delle esiliate italiane fuggite dal fascismo e diffusa clandestinamente.

 

Il primo numero ufficiale fu pubblicato a Napoli nel 1944 per iniziativa di Palmiro Togliatti e Nadia Spano, quando le donne italiane non avevano ancora diritto al voto.

 

Con Tiziana, la direttrici delle altre due pubblicazioni, l’uruguaiana Lilian Celiberti, che fu imprigionata e isolata per cinque mesi durante la dittatura, provocando la reazione indignata dell’allora console italiano in Uruguay, Marco Baccin, oggi ambasciatore a L’Avana e organizzatore, con i suoi collaboratori, di questo incontro.

 

Isabel Moya è la direttrice di Mujeres, la rivista che ha accompagnato la storia della Federazione delle Donne Cubane – FMC - la cui eterna presidentessa, Vilma Espin, disse in un’occasione: “Certo che c’è ancora molto da fare e abbiamo nuovi e trascendentali compiti da svolgere davanti a noi, ma già nessuno può identificare in questo paese quello che l’Esercito Ribelle incontrò nel gennaio del 1959. Già non siamo le stesse!”

 

Il dibattito nell’emiciclo è durato alcune ore, con un ricco dibattito dopo gli interventi di Nadia Angelucci sul movimento internazionale delle donne dalle pagine di ‘Noi donne’; quello di Mariela Castro, figlia di Vilma Espin, nota sessuologa, che ha ricordato le conquiste dei diritti delle cubane, a volte sanciti anche prima che lo facesse la legge corrispondente, dopo il trionfo della Rivoluzione del 1959.

 

Melania Mazzucco ha analizzato il calpestato - per secoli - diritto femminile d’essere artista e una simpaticissima Bianca Pitzorno ha raccontato come le donne dovevano tenere la bocca chiusa – le donne mute - tra vallette, veline e ragazze coccodé... e che ha fatto una raccomandazione in ‘itagnolo’: “Dobbiamo essere tutte Unidadosisimas!!!

 

La rivista Mujeres ha

compiuto mezzo secolo

 

 

14 novembre 2011 -  Martha Andrés www.granma.cu

 

La rivista Mujeres, organo di diffusione della vita e dell’operato delle donne a Cuba, ha festeggiato il suo arrivo a 50 anni di presenza giornalistica nell’Isola.

 

Creata il 15 novembre del 1961 dalla grande rivoluzionaria Vilma Espín, sin dal suo inizio la pubblicazione si è proposta di riflettere il ruolo del donne in tutti i settori della società e promuovere la battaglia per la piena uguaglianza dei diritti.

 

“Nelle pagine della rivista c’è la cronaca della storia della Rivoluzione vista attraverso le donne, dato che ha saputo adattarsi ad ogni epoca”, ha affermato Rolando Alfonso Borges, capo del Dipartimento Ideologico del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba, che ha ricordato che per 50 anni questo mezzo d’informazione ha contribuito all’educazione e all’orientamento delle lettrici che hanno incontrato nella rivista un’arma per apprendere e per affrontare le difficoltà che impone la quotidianità.

 

Durante l’incontro di commemorazione per l’anniversario che si è svolto nel Memoriale José Martí de L’Avana, è stato riconosciuto il lavoro di varie fondatrici e giornaliste, con una lunga esperienza nella pubblicazione.

 

Isabel Moya, direttrice dell’Editrice della Donna, che pubblica la rivista, ha segnalato che quest’anniversario implica la sfida di presentarla in una maggiore varietà di sistemi, per adattarsi alle nuove tecnologie ed estendere la sua diffusione.

 

La specialista nei temi di genere ha ringraziato per l’appoggio offerto negli anni dalla Federazione delle Donne Cubane, l’Unione dei Giornalisti di Cuba, UPEC, l’Istituto Cubano del Libro e gli organismi che hanno contribuito allo sviluppo di Mujeres.

 

Tubal Páez, presidente della UPEC, ha commentato per Prensa Latina che il lavoro del collettivo di Mujeres stabilisce un esempio per le pubblicazioni cubane, perchè anche in momenti di difficoltà economica, ha trovato le strategie per mantenere la sua presenza.