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Nuove misure facilitano

il lavoro in proprio

 

9 ottobre 2011 - Lourdes Perez Navarro Prensa latina

 

La decisione del governo cubano di ampliare il lavoro in proprio come un’alternativa in più di impiego, è stata approvata con la recente messa in vigore delle normative giuridiche che facilitano il suo avvio. Come parte del processo di rinforzamento dell’economia, il cosiddetto lavoro privato è stato approvato a partire dall’ottobre del 2010 dopo l’autorizzazione dell’esercizio di questa funzione in 178 attività.

I risultati sono interessanti: nel settembre del 2010 c’erano 157mila lavoratori privati ed alla fine dell’agosto scorso la cifra si era raddoppiata avendosene contabilizzati 333mila 206.

La vice ministro delle Finanze e dei Prezzi, Meisi Bolaños, ha espresso che questa quantità ha sorpassato le previsioni della crescita concepita in un anno.

Le esperienze e le opinioni riunite in questo periodo hanno motivato l’adozione di modificazioni nella legislazione che regge questa modalità di lavoro non statale, allo scopo di facilitare la sua esecuzione.

“Questa è la prima attualizzazione, però non sarà l’ultima, giacché si sta facendo la revisione della situazione sistematicamente”, ha affermato in un incontro con la stampa la Ministro del Lavoro e della Sicurezza Sociale (MLSS), Margarita Gonzalez Fernandez.


NOVITÀ NELLE LEGISLAZIONI



Le misure recentemente adottate dai Ministeri del Lavoro e della Sicurezza Sociale delle Finanze e dei Prezzi, del Trasporto, della Sanità e dell’Istituto degli Alloggi, sono state pubblicate nella Gazzetta Ufficiale nelle edizioni straordinarie del 6 e 7 settembre 2011.

Tra le novità troviamo che, le normative giuridiche si estendono da 178 attività lavorative di carattere privato a 181, avendo incluso quelle di “venditore di granita”, agente di assicurazione e quella d’organizzatore di servizi integrali per le feste.

Autorizzano anche la contrattazione di lavoratori in tutte le sfere e stabiliscono la diminuzione della quota minima mensile della tassa per l’affitto di stanze.

Ampliano anche a 50 le capacità dei commensali, 30 in più delle prime autorizzate, negli stabilimenti d’elaborazione e di vendita degli alimenti e di bevande tramite il servizio gastronomico (modalità conosciuta come “paladar”).

Secondo fonti ufficiali, esistono nel paese 1438 “paladar”, delle quali il 42% sono a L’Avana (368), 125 a Sancti Spiritus e 120 a Matanzas.

Un’altra modificazione consiste nell’estensione, a 10 anni, del pagamento retroattivo della contribuzione alla sicurezza sociale, che finora era di due anni.

Riguardo al tema, le legislazioni liberano anche dall’obbligo di affiliarsi al regime speciale di sicurezza sociale alla donna di 60 o più anni ed all’uomo di 65 o più.

Una risoluzione del Ministero delle Finanze e dei Prezzi precisa che si procederà alla restituzione delle quote pagate per concetto di sicurezza sociale alle donne od agli uomini che con questi requisiti, decidano di non continuare sotto questo regime speciale.


ALTRE CONSIDERAZIONI



L’ampliamento del lavoro privato a Cuba è un processo che porta parallelamente non poche e necessarie trasformazioni nella struttura economica e nella percezione sociale.

L’incremento in appena un anno di 100mila persone vincolate a questo tipo di lavoro dimostra che nell’economia cubana ci sono molti spazi per questa modalità nei settori della produzione e dei servizi.

Le licenze richieste sono vincolate maggiormente al trasporto pesante e di passeggeri, all’elaborazione di alimenti, alla contrattazione di lavoratori, all’affitto di abitazioni, alla falegnameria, alla produzione ed alla vendita di articoli per la casa ed alla consegna delle merci.

È chiaro che gli interessati si inclinano di più ai servizi, uno spazio senza dubbio necessario. Però l’economia del paese richiede di più interesse e sforzo nella produzione d’alimenti e di merce, capaci di coprire i fabbisogni della popolazione.

Tutto ciò implica la fornitura di mercanzie e di materia prima per il lavoratore privato tramite i mercati all’ingrosso, entità che si creeranno al più presto.

La titolare del MLSS ha affermato che lo Stato ha investito circa 120 milioni di peso per affrontare la richiesta di materiali necessari per esercitare questa forma d’impiego non statale, anche se ha riconosciuto, che sono ancora insufficienti.

Gonzalez ha annunciato che si sta studiando l’elaborazione di una legge sulle cooperative che riunisca diversi tipi di attività produttive o di servizi, le quali permetteranno alleggerire il peso dello stato.

Le diverse cooperative che vengano create si uniranno a quelle di produzione agricola e dell’allevamento di bestiame, che esistono già da diversi decenni.

Ha anche indicato che si studia la promulgazione di una normativa giuridica della Banca Nazionale per regolare il rapporto commerciale tra le entità statali e quelle private.

In un altro punto, la Ministro ha aggiunto che si stanno ispezionando attualmente i locali statali che non si utilizzano e potrebbero venire affittati, perché molte persone non hanno i posti idonei per avviare la loro attività.

Nella capitale, ha detto, questo studio si è iniziato nelle parti principali ed è già finita la prima tappa, esperienza che continuerà.

L’ampliamento del lavoro non statale richiede anche di continui sforzi negli aspetti trascendentali come sono: l’elevazione della cultura e della disciplina tributaria, una maggiore efficienza nelle ispezioni ed il rispetto delle legislazioni.

L’importante sarà identificare i nuovi ostacoli ed i fabbisogni ed attualizzare le disposizioni legali che permettano di andare avanti, ciò che, come indica la pratica, è il centro della volontà politica dello Stato.