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Cinema

 

Habanastation

in fotogrammi

 

21 settembre 2011 - Estrella Díaz Giornalista cubana www.granma.cu

 

Con il lungometraggio Habanastation, il cubano Carlos Otero debutta come “still man”, il fotografo incaricato di fare i fotogrammi di un film che, con il tempo, rappresentano la memoria dei giorni della realizzazione: quello che è successo davanti e dietro alle telecamere. A Cuba tradizionalmente ci sono stati eccellenti autori di fotogrammi; però purtroppo negli ultimi anni i giovani registri sembra che non diano molta importanza a questo lavoro. Un errore che non si è permesso Ian Padron, il registra di questo film.

Otero definisce così la sua esperienza: “Per prima cosa, è un tremendo orgoglio aver lavorato in questo film cubano, con un registra giovane e di grande talento artistico ed un collettivo “di lusso”, non ho mai pensato che avrei avuto questa opportunità”. “D’altronde, ci siamo divertiti molto, si è creato un ambiente di solidarietà, un rapporto di amicizia, ci siamo trovati benissimo, soprattutto nei quartieri più umili”.

“Lavorare a Zamora è stata un’esperienza unica. Lì, le persone si sono consacrate al film e aprivano le porte delle loro case senza nessuna riserva. Nel mio caso per esempio, se mi bussasse alla porta un fotografo dicendo che vuole fotografare la mia intimità, forse non lo lascerei entrare”. “Ed invece a Zamora tutte le persone offrono il poco che hanno. L’ultimo giorno della registrazione i vicini si sono organizzati e con le loro stesse possibilità ci hanno preparato la cosiddetta “callosa”, insomma, ti fanno sentire a casa tua”.

“Questo non è successo in altri luoghi dove la gente mantiene una certa distanza. Quando il film si è girato a Zamora bisognava vedere la faccia delle persone e la loro allegria perché si vedevano proiettati sullo schermo grande. È stato molto emozionante ed ho fatto molte fotografie che servono come testimoni di quel momento”.

-Qual’è il metodo di lavoro?

-Ho come metodo di lavoro quello di fare molte fotografie. Faccio una specie di film in movimento tramite i fotogrammi. Per “Habanastation” ho lavorato con il maggiore interesse e sono uscite più di diecimila fotografie! Sono stato nella realizzazione quasi tutto il tempo. Credo di aver esagerato”.

-Al cinema Chaplin si è fatta una mostra di circa 30 foto scattate da te.

-Ian Padron è un registra che da molta importanza al lavoro dei fotogrammi ed ho avuto la fortuna di collaborare nella maggior parte dei suoi video-clip; è un creatore a cui interessa conservare la memoria di quello che succede.

-Soddisfatto?

-Soddisfatto non lo sono mai e vorrei, se ci fosse una prossima opportunità, fare foto migliori, con più qualità. È la mia sfida.

-Come si è fatta la scelta?

-Abbiamo deciso, tenendo conto dello spazio, che la mostra doveva essere composta da circa 30 fotografie, però l’ultima scelta è arrivata a 146.

Dopo aver poi discusso intensamente, siamo riusciti a sceglierne solo una parte,

però sono rimaste fuori alcune immagini molto buone che sarebbero potute rimanere incluse. In materia d’arte, discriminare è complesso, però bisogna farlo.

-Come è stata la tua formazione?

-Abbastanza lontana dal cinema. Ho studiato Ingegneria in Idrogeologia in Russia dove mi sono laureato nel 1987. Mentre ero allievo di quell’Istituto, un fotografo di una grande esperienza ci ha offerto un corso di fotografia. Sono rimasto innamorato della forza dell’immagine ed a partire da quel momento, non mi sono potuto separare più dalla macchina fotografica.

Quando sono ritornato a Cuba ho cominciato a lavorare nel settore del turismo facendo il fotografo di cabaret e di diversi centri di svago.

Dopo questo, mi sono iniziato nella fotografia subacquea, che è quella in cui ho avuto più successo ed alla quale ho dedicato più tempo. Grazie a questa specialità ho fatto il mio primo lavoro con Ian Padron, le registrazioni subacquee del videoclip “Sigo cayendo”, del duetto Buena Fe, realizzate nel complesso delle piscine “Baraguà”, ad est de L’Avana.

-Che cosa ti ha lasciato il lavoro nel mondo dello spettacolo?

-Vista e rapidità perché devi fare un’istantanea a qualcuno che è nel cabaret e stamparla rapidamente. Ho lavorato tanto sulla figura umana e parallelamente ho cominciato a fare fotografie agli spettacoli, con interessi più artistici ed ho tentato di esperimentare con le luci, che alcune volte sono molto forti ed altre sono molto deboli e bisogna lavorare con sensibilità. Ho acquisito un po’ di esperienza.

-Sei arrivato al mondo dell’arte a partire del mondo della scienza?

-È così. L’Idrogeologia mi ha dato l’amore all’intorno, alla natura, mi ha permesso di avere uno sguardo diverso e conoscere altri luoghi. Oggi continuo facendo molte foto della natura. A Cuba, sotto l’auspicio della Federazione Cubana di Attività Subacquee, si sono realizzate tre campionati nazionali di fotografia subacquea e sono stato campione in tutte.

Il mio lavoro da fotografo subacqueo è cominciato a Cayo Largo,

lavoravo con Photo Service e dovevo fotografare i turisti. Per me nuotare sott’acqua è sempre stato un sogno e questo lavoro mi ha permesso di portare la macchina fotografica sott’acqua. Questo, logicamente, non era il lavoro che mi piaceva di più perché volevo scegliere io le mie proprie immagini e così ho cominciato a fare foto

subacquee abbastanza serie. Nel 2005 si è fatto nelle Isole Medas, in Spagna, un Campionato Mondiale e ci sono andato rappresentando Cuba, insieme ad un assistente. È andata molto male, soprattutto perché non ero preparato per una competizione di questa categoria e la mia attrezzatura non era delle migliori, però alla fine, ho sempre avuto il presentimento di che avrei guadagnato qualcosa. Ed ecco, ho guadagnato esperienza.

-Progetti?

-Ho recentemente fatto una mostra di stanze da letto senza persone, che si è esposta nella Fototeca di Cuba, nella Piazza Vecchia de L’Avana Coloniale, ed in questo momento sta facendo un percorso in diverse città europee. L’idea è che le stanze da letto raccontino la storia dei loro abitanti e percorre da quelli che abitano in una caverna fino a quelli che abitano in una villa. Questa mostra ha sempre avuto molta accoglienza e di sicuro, continuerà ad averla perché sempre appariranno stanze da letto interessanti.

Sto anche lavorando in un’altra mostra, in Messico, sulla cura del medio-ambiente a Cuba. È stato un concorso convocato da una brasiliana, grande protettrice dell’ecologia, che ha fatto molti documentari e mostre in tutto il mondo.

Lei ha organizzato un progetto “Camminata per l’ambiente” ed ho vinto il primo posto con una fotografia subacquea, però non è nemmeno stata l’immagine di un pesce perché io a poco a poco ho cambiato i miei concetti: non mi interessa tanto fare foto di animali affascinanti, quanto utilizzare la parte peggiore affinché serva da strumento per fare appelli alla coscienza.

Ho concepito una foto abbastanza concettuale nella quale appariva un uomo nudo tirando fuori, dal fondo del mare dei carapaci di tartarughe. “Camminata per l’ambiente” mi è servita per essere invitato, insieme ad altri fotografi cubani a questo nuovo progetto.

Sebbene continui con la foto con tematica ambientalista, vorrei proseguire formando parte del gruppo di lavoro di Ian Padron. Magari mi tenesse presente per il suo prossimo film!