I diritti dei paesi in via di sviluppo nel governo mondiale |
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29 giugno 2011 - Luis Beaton www.granma.cu |
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Cuba ha reiterato che tutti i paesi in via di sviluppo hanno un legittimo diritto a partecipare pienamente alle principali istanze di governabilità mondiale.
Intervenendo nel dibattito dell’Assemblea Generale su "Il Governo globale", l’ambasciatore alterno di Cuba presso la ONU, Rodolfo Benítez, ha segnalato che di fronte ad un ordine mondiale insostenibile, la società umana per sopravvivere, dovrà organizzarsi in un modo differente.
“Cuba sostiene una forma di governo mondiale basata sul diritto internazionale e la giustizia sociale, senza egemonie, nè doppie facciate, in cui prevalgano la solidarietà umana e la giustizia e nella quale non ci siano spazi per l’egoismo e la devastazione che apportano la guerra e l’uso della forza”.
Il diplomatico cubano ha richiamato coloro che hanno la responsabilità storica di interrompere lo spreco ed il consumo irrazionale delle risorse limitate del pianeta e le loro destinazioni, per promuovere la pace e lo sviluppo sostenibile.
“Le decisioni più significative, ha detto ancora Benitez, non si possono prendere nella cornice di un club esclusivo di paesi dominati da un conciliabolo tra le grandi potenze.
“Non è accettabile che un governo globale preservi il sistema economico attuale, piagato da gravi deficienze, ingiusto, carente d’equità ed inefficace. La soluzione alla crisi economica passa necessariamente per la rifondazione del sistema finanziario internazionale”, ha puntualizzato.
Benítez ha reclamato per i paesi n via di sviluppo un trattamento speciale e differenziato, quando sia costruita la nuova architettura economica e finanziaria internazione che sostituisca le attuali istituzioni finanziarie internazionali, profondamente anti democratiche.
“È ingiustificabile che gli esseri umani che risiedono nel sud del pianeta, siano condannati da quando nascono a vivere meno e peggio degli abitanti del nord industriale”, ha denunciato il rappresentante di Cuba.
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