Fiancheggiatori

 

Diplomazia ceca: chi tiene il tetto di

vetro non deve tirar pietre

 

 

26/04/11 - Elson Concepción Pérez www.granma.cubaweb.cu

 

 

Correva il mese di marzo 2011. Uno dei mercenari che scontavano la pena in prigione a Cuba era stato rilasciato. Il suo nome, Oscar Elias Biscet.

 

Quando solo erano trascorse poche ore dopo il rilascio, i funzionari dell'Ambasciata della Repubblica Ceca a L'Avana lo hanno portato presso la loro sede diplomatica perché proferisse insulti e offese verso il popolo cubano e il Governo di Cuba.

 

Vale la pena ricordare che questa è una violazione della Convenzione di Vienna sulle Relazioni Diplomatiche che nel paragrafo 3 dell'articolo 41, afferma: "i locali della Missione non devono essere utilizzati in modo incompatibile con le funzioni della stessa".

 

Altre provocazioni erano accadute nel recente passato, quando i diplomatici dell'ambasciata Ceca si sono mostrati  "molto attivi" con piccoli gruppi di controrivoluzionari cubani in attività provocatorie pubbliche.

 

Ma l'espressione del patriota antifascista ceco Julius Fucik nel suo "Scritto ai Piedi della Forca" , quando disse agli uomini "state all’erta" di fronte all'azione nemica, è stata ed è una costante della Rivoluzione cubana.

 

Ciò che questi diplomatici fanno è parte di un piano più ampio dei governi cechi che, per cercare di nascondere il loro  "tetto di vetro", si prestano alle missioni più imbarazzanti per servire il loro più grande padrone: gli Stati Uniti.

 

Nel Consiglio dei Diritti Umani a Ginevra, sono i cechi che accompagnano i loro "maestri" della menzogna ignominia, quanto dire i governi di Washington.

 

Le ragioni sono ovvie: fa parte della diplomazia ceca nella campagna anticubana orchestrata dalla mafia di Miami e l'estrema destra nord americana.

 

Nei loro falsi pamphlet, come apparenti guardiani dei diritti umani, i cechi non devono dimenticare ciò che accade nel loro paese, soggetto alle leggi del neoliberismo dove vanno a braccetto disuguaglianze sociali, atti di xenofobia e di discriminazione.

 

Mi vengono in mente alcune notizie lette nel corso degli anni su tale società. E’ il caso degli attacchi contro gli zingari rom di Ostrava, così come la violazione dei diritti del bambino in caso di minori i cui genitori siano in carcere.

 

Vediamo cosa riflette un’analisi dell'Agenzia dell'Unione Europea (UE) per i Diritti Umani "i gitani cechi si sentono i più discriminati di tutta l'UE". E riferisce che in uno studio per 12 mesi sono stati vittime di discriminazioni il 64% dei gitani della Repubblica Ceca ed il 42% soffrirono atti criminali.

 

In questo agire non deve essere dimenticato quando nel 2006, il Ministero degli Interni ceco sciolse l’associazione civica Komunistiky Svaz Mladezc (Unione dei Giovani Comunisti).

 

Inoltre, riferisce l'agenzia di stampa italiana ANSA, "tra il 2006 e il 2009 la Repubblica Ceca ha concesso licenze di esportazione (vendita) catene, armi a scariche elettrica e spray chimici a sei paesi che utilizzano questi mezzi come torture".

 

Conoscendo la debolezza della loro "diplomazia" in stile yankee, i cechi che sono nella Missione di L'Avana dovrebbe prestare maggiore attenzione alle regole del Diritto Internazionale e alla Convenzione di Vienna, e se ciò non bastasse poi conosceranno meglio il nostro popolo, che odia quelli che vendono i principi al peggior offerente.