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Mercenari
Yoani Sánchez e la prostituzione politica |
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10/11/11 - M.H.Lagarde http://cambiosencuba.blogspot.com/
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Yoani Sánchez pubblica un
testo in El Pais in cui, come si addice a un mostro creato per diffamare
Cuba, ripete gli stessi modelli, che da decenni, sono utilizzati dai
progettisti delle campagne mediatiche contro Cuba.
In tali informazioni la notizia non č che
da decenni Cuba ha chiuso di colpo il grande bordello in cui gli Stati Uniti
avevano convertito l'isola, per mezzo secolo, per placare i desideri dei
marines yankee a guardia della neocolonia;
ma che dopo caduta del muro di Berlino, quando il governo di turno degli
Stati Uniti, con il vile opportunismo che lo caratterizza, ha accentuato il
blocco
contro Cuba, alcune cubane siano state costrette a vendere il proprio corpo
fosse per una serata di festa notturna con luci brillanti o per un pezzo di
sapone.
Curioso, perň, č che la blogghera
mercenaria non abbia detto, nel suo testo di El Pais, una sola parola sulla
prostituzione politica di cui lei č oggi, senza dubbio, la figura
paradigmatica dell'Isola.
Parlo, ovviamente, dei mercenari che
vendono la loro anima per un pugno di dollari alle potenze nemiche del paese
in cui sono nati ed esercitano l'ufficio di portavoce demonizzanti che dopo
giustificheranno 'posizioni comuni', blocchi e perfino invasioni
'umanitarie' di sterminio di massa. A Cuba, come altrove, - staremo uscendo dal sottosviluppo - ci sono donne che per vari motivi vendono il proprio corpo. Queste sono quasi sante se le si compara con le puttane che, in cerca di un vantaggio personale, vendono il loro popolo.
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