Una combinazione di campagna elettorale e odio viscerale contro i movimenti
e i paesi rivoluzionari, fanno di aspiranti allo scranno della Casa Bianca, come
Michele Bachmann, dell'estrema destra repubblicana del Tea Party, veri
pappagalli che usano solo la menzogna come argomento.
Per Cuba non è nuovo che Washington la ponga nella sua lista delle nazioni che
patrocinano il terrorismo, proprio come appena fatto dal Dipartimento di Stato.
In ogni caso, come dice la
dichiarazione
del Ministero degli Esteri di Cuba, "Il Governo degli Stati Uniti, che storicamente ha praticato il
terrorismo di Stato, le esecuzioni extragiudiziali, i sequestri di persona, gli
assassini con aerei non pilotati, la tortura e le detenzioni illegali, che ha
stabilito carceri segrete, che è responsabile della morte di centinaia di
migliaia di civili innocenti... non ha la minima morale né alcun diritto di
giudicare Cuba, che ha un percorso irreprensibile nella lotta contro il
terrorismo e che, inoltre, è stata sistematicamente vittima di questo male."
Parallelamente a queste campagne, l'attuale amministrazione USA, dopo la sua
sfacciataggine di dichiarare che avrebbe posto il veto a qualsiasi possibile
ingresso della Palestina alle Nazioni Unite, cerca di distogliere l'attenzione
dal fatto; usa il potere mediatico al suo servizio e inventa nuove storie,
questa volta accusando Cuba di dare ospitalità a basi di addestramento del
libanese Hezbollah.
Hezbollah (Partito di Dio in arabo) è un movimento di resistenza islamico basato
su una miscela ideologica, sociale, religiosa e politica, fondato in Libano nei
primi anni ottanta. La repressione di Israele contro i palestinesi e
l'occupazione sionista di una parte del Libano, ha portato alla nascita di
Hezbollah come un movimento di resistenza. Oggi è uno dei principali partiti
libanesi, con una presenza nel parlamento di quel paese di otto deputati.
Il fatto di collegare [Hezbollah] a presunte basi a
Cuba parrebbe davvero ispirato alla fantasia più superficiale, invece è
comparso improvvisamente in una nota del giornale italiano “Corriere della
Sera”, a firma di Guido Olimpio che è l’esperto in questioni di Intelligenza
e Sicurezza e che è stato perfino invitato a Washington per dichiarare al
Senato su temi riguardanti il terrorismo e le armi non convenzionali.
Questo signore, senza usare alcun dato comprovato, coprendosi
dietro la formula “secondo fonti europee” che non cita per nome, ha aperto il
suo articolo affermando che “Hezbollah sta costruendo una base militare molto
sofisticata a Cuba” allo scopo di “formare delle cellule terroriste integrate da
membri di Hezbollah, con la missione di vendicare la morte del loro comandante
Imad Moughniyé”.
Per ampliare la strada delle supposizioni sulle quali ha
elaborato la “notizia”, il giornalista italiano suggerisce che “questa base
verrà aperta dopo che Hazbollah è stato in vari paesi, come il Brasile, il
Paraguay e il Venezuela”
Per dare un minimo di “serietà” alla faccenda, l’autore
include delle dichiarazioni del comandante dell’America del Sud presso il
Congresso degli Stati Uniti, secondo il quale Hezbollah si stava per stabilire
nelle regioni di frontiera fra Brasile, Paraguay, Argentina e Colombia.
Naturalmente, questo pastrocchio impossibile da digerire
perfino per la grande stampa occidentale che non ha dato molta eco alla faccenda
della presunta presenza di Hezbollah a Cuba, ha però trovato una sponda nella
candidata presidenziale nordamericana per il Partito Repubblicano, Michele
Bachmann, che vista la sua scarsa popolarità denunciata dalle inchieste di
opinione, ha lanciato un disperato colpo di coda pronosticando una nuova crisi
dei missili, il cui protagonista, questa volta, secondo lei sarebbe il gruppo
Hezbollah sullo scenario cubano.
Una informazione da Washington del 30 settembre scorso segnala
che “le conclusioni dell’aspirante alla presidenza nordamericana supera la
narrativa allarmista del Corriere della Sera, infatti l’articolo italiano
denunciava la presunta presenza dei rappresentanti di Hezbolla nell’isola, ma
non ha mai parlato di istallazioni di missili. Bachmann li ha tirati fuori dal
baule della guerra fredda è ha scambiato i russi di Krushov con i libanesi del
Partito di Dio.
Non dimenticare che la signora Bachmann è ben consapevole dei dividendi che
potranno facilitarle il voto cubano-americano di Miami. Per questo ha visitato
la Little Havana, il museo della brigata mercenaria 2506 sconfitta in Giron, e
poi andare alla catena FOC e da Google, ad Orlando, Florida, al dibattito
elettorale in cui, ancora una volta, si é scagliata contro ogni tipo di
flessibilizzazione nella politica statunitense contro Cuba.
Così si costruiscono le politiche di un impero che vieta l'ingresso del popolo
palestinese all'ONU, mantiene ed accentua il
blocco
economico e commerciale da oltre 50 anni contro Cuba e tiene in prigionie i
Cinque
patrioti cubani.
Nel frattempo, questa stessa Miami dove si decide la politica contro Cuba delle
amministrazioni USA, ha dato le
chiavi
della città al terrorista
Luis Posada Carriles.
|