Mentre il governo degli Stati Uniti applica misure per ridurre di
un 20% le spese dei trasporti, della tecnologia e della pubblicità, le entità di
questo paese autorizzano fondi per realizzare azioni contro Cuba.
Avendo
criticato la povera gestione del Congresso nei confronti dei problemi economici
di questa nazione del nord, il Presidente Barack Obama ha firmato un ordine
esecutivo, lo scorso 9 novembre, che concede alle istanze del governo 45 giorni
allo scopo di concretare delle misure di risparmio.
Tuttavia, mentre alcuni settori fanno dei ritagli, sono numerose le evidenze di
come dall’amministrazione di questo stato vengono finanziate delle iniziative
per favorire la reazione contro la direzione del governo cubano ed il suo
popolo, mentre negli Stati Uniti 14 milioni di persone sono senza lavoro e ogni
giorno realizzano proteste contro il sistema economico.
Un esempio di questo è ciò che è successo lo scorso mese di ottobre quando
l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID) ha anticipato
la preparazione di una festa con l’obiettivo di celebrare la consegna del Premio
Nobel per la Pace 2011 ai controrivoluzionari Oswaldo Payà ed Oscar Elias Biscet,
perché consideravano questo già un fatto concreto.
Per questo è stato approvato un totale di 250mila dollari per finanziare alcune
attività che avrebbe avviato l’Ufficio degli Interesse degli Stati Uniti a
L’Avana, come la stampa di 100mila magliette con l’immagine dei premiati,
avendo sullo sfondo le bandiere di entrambi paesi e la frase “E’ arrivata l’ora
di Cuba”.
Il presupposto avrebbe compreso, inoltre, il pagamento dei vestiti che avrebbero
portato nella cerimonia i supposti premiati, che durante lunghi anni si sono
dedicati a promuovere azioni contro Cuba, motivati dai funzionari
dell’amministrazione di Washington e dai loro parenti.
Alla fine hanno ricevuto il premio Nobel per la Pace Ellen Johnson-Sirleaf
(Presidentessa della Liberia), la liberiana Leywah Gbowee (responsabile
dell’Organizzazione non Governativa Women Peace and Security Network Africa) e
l’attivista yemenita Tawakkel Karmen.
Le azioni organizzate e finanziate dal territorio USA contro Cuba sono state
denunciate durante anni dalle autorità dell’arcipelago caraibico e silenziate
dai grandi mezzi di comunicazione che operano a Washington.
Come parte di questo aiuto, solo per l’esercizio fiscale del 2011,
l’amministrazione nordamericana ha approvato 62 milioni di dollari destinati
all’incidenza politica, sociale e mediatica a Cuba, ciò che rappresenta un 34%
in più rispetto al 2010.
E’ da notare che sebbene ci siano 14 milioni di persone senza impiego, 46
milioni di persone vivendo al di sotto della linea della povertà e le costanti
proteste contro il fratturato sistema economico vigente, l’appoggio a L’Avana
cresce.
Come viene usato questo aiuto?
Quasi la metà di questi 62 milioni annuali si distribuiscono tra i mezzi della
radio e della televisione Martì, che trasmettono programmazioni verso l’isola
violando le regolazioni stabilite dall’Unione Internazionale delle
Telecomunicazioni.
Per il 2012 il governo di Obama ha proposto utilizzare altri 21 milioni di
dollari con lo scopo di ampliare i progetti indirizzati a fomentare la libertà a
Cuba, principalmente tramite l’Usaid.
Sei milioni di dollari sono stati destinati per facilitare il libero accesso dei
cubani all’informazione tramite le nuove tecnologie ed i mezzi tradizionali.
Sei milioni saranno dedicati a programmi con l’obiettivo di incentivare la
libertà di espressione e d’associazione nei giovani con l’età tra i 12 ed i 24
anni.
Nove milioni si dedicheranno per cercare di fare coscienza nei membri delle
comunità locali, dei quartieri e degli altri gruppi sui loro diritti e sulle
loro responsabilità civiche, per sviluppare in loro le abilità di essere dei
leader e per prepararli perché abbiano una partecipazione attiva nello sviluppo
democratico.
Però mentre il capitale annuale per le azioni contro la maggiore delle Antille
aumenta, secondo i dati del 2010 pubblicati dall’Ufficio del Censimento degli
Stati Uniti, in termini percentuali, il tasso di povertà è di un 15,1%, il più
alto dal 1993.