|
Più di 150000 haitiani alfabetizzati con il metodo cubano ‘Io sì posso’ |
10 settembre 2012 - Amelia Duarte de la Rosa www.granma.cu
|
Con più di 900 persone alfabetizzate e diplomate con il metodo cubano ‘Io sì posso’ nei Dipartimenti Centro e Artibonite, è stato celebrato ad Haiti l’8 settembre nella ‘comuna Las Cahobas’ il Giorno Internazionale dell’Alfabetizzazione.
La commemorazione, dichiarata da UNESCO nel 1967 e il cui tema annuale è vincolato alla pace e ai molteplici usi dell’alfabetizzazione, è stata la cornice propizia per consegnare i titoli ai partecipanti alla quarta tappa del programma, che è guidato in tutta Haiti da undici specialisti cubani.
Hanno partecipato alla giornata Ewuard Timoleon, funzionario della Segreteria di Stato per l’alfabetizzazione; Liliana García Socarrás, consigliera dell’ambasciata di Cuba in Haiti, rappresentanti diplomatici di Venezuela e UNASUR, con autorità del Governo locale.
“Anche se con questa consegna di diplomi il numero degli alfabetizzati della presente tappa ha raggiunto i 500000, restano nelle aule più di 3000 alunni che devono terminare alla fine di settembre”, ha detto a Granma Francisco Cirilo Mentol, coordinatore della Brigata Cubana di Alfabetizzazione ad Haiti.
“Esistono più di duemila gruppi in totale, ognuno con 30 partecipanti e sino a che non termineremo questa tappa, non potremo cominciare con la successiva. Comunque ci stiamo preparando, perchè nel prossimo anno vogliamo far diplomare 300000 persone in tre tappe di quattro mesi”ha aggiunto.
Da quando è stato applicato il metodo cubano in Haiti, nell’agosto del 2010, si sono diplomate esattamente 150216 persone con più di 15 anni.
Si calcola che il tasso d’analfabetismo puro e funzionale supera in Haiti il 50% ed è uno dei più alti in America Latina.
Prima del terremoto i censimenti indicavano che esistono in Haiti almeno 5 milioni di analfabeti; attualmente non ci sono dati specifici e gli specialisti credono che la cifra raggiunga 3 milioni di persone che non sanno leggere e scrivere. |
Haiti si scrive senza H |
26 giugno 2012 - A.D. de la Rosa www.granma.cu
|
Alle cinque del pomeriggio, quando tutti rientrano ed i luoghi cominciano a svuotarsi, l’orfanotrofio di la Rue de Frerè a Petion Ville si riempie di persone. Su una piccola collina, avvolta da un caldo infernale di 37º, il centro accoglie in una delle sue installazioni oltre 50 haitiani che imparano a leggere e scrivere con il metodo cubano “Yo sí puedo” (Io si posso).
Mentre alcuni prendono posto, la piccola aula sembra un formicaio. Costantemente entrano uomini e donne di ogni età. Si siedono, si accomodano sulle sedie e posizionano i loro quaderni. La scarsa ventilazione della costruzione rende l’attesa una tortura interminabile. Anche così, con rassegnazione, gli alunni restano ai loro posti per ricevere la lezione. Un interesse comune li unisce dal lunedì al venerdì, e l’opportunità di imparare è più forte della stanchezza di una giornata di lavoro e del caldo dei Caraibi.
Il giovane professore haitiano comincia la lezione e l’attenzione è immediata. Non c’è corrente elettrica ed in questo modo, la lezione che prevedeva una tele-classe, viene impartita dal professore con il metodo classico del programma.
Fino alla lavagna giunge Jislène Adele. È minuta, magra, usa un turbante e non smette di sorridere nonostante la dentatura incompleta. Si mostra orgogliosa, a 57 anni, di poter scrivere il proprio nome. La vita le ha inferto duri colpi fin da bambina: quattro fratelli, orfana di padre ed una miseria più grande dell’ignoranza. Doveva procurarsi da vivere in strada ed i pochi soldi accumulati a malapena bastavano per un boccone decente. Però adesso sa leggere ed è come se vivesse una seconda infanzia. Con il metodo cubano si impara rapidamente, in soli tre mesi può godersi tutto, anche la Bibbia che per mezzo secolo ha stretto tra le mani senza sapere cosa ci fosse scritto.
Per due ore, gli alunni scandiscono le sillabe, scrivono, leggono ad alta voce, fanno calcoli e cantano una canzone sulla campagna di alfabetizzazione. All’uscita tutti si disperdono nuovamente. Sembrano soddisfatti! Domani sarà un altro giorno per imparare cose nuove.
“Yo sí puedo” ad Haiti
Nel paese più povero della regione è difficile quantificare il numero di persone che non sanno leggere e scrivere. Il tasso di analfabetismo, puro e funzionale, supera il 50% ed è uno dei più alti in Latinoamerica. Il circolo di povertà estrema che stritola la nazione, insieme alla disuguaglianza sociale, incide direttamente nel problema che, per essere debellato, ha bisogno soprattutto di volontà politica.
Il Governo del presidente Michel Martelly ha tracciato un piano per alfabetizzare in cinque anni cinque milioni di haitiani attraverso il metodo “Yo sí puedo”. La cifra è pretenziosa, però fino ad oggi sono state alfabetizzate 100mila persone. Un totale di 15 collaboratori cubani forniscono assistenza all’implementazione del programma nel paese.
Julio Albóniga Rojas, coordinatore della Missione di Educazione ad Haiti, che cominciò a collaborare con l’insegnamento basico nel 1999, riferisce che attualmente ci sono oltre 67mila partecipanti nelle aule, in questa quarta tappa cominciata a marzo. “Esistono circa 2000 gruppi in tutto il paese. I corsi, che durano da tre a quattro mesi, sono impartiti da professori haitiani che guidiamo e prepariamo nella gestione del programma. Le aule hanno televisori e video per impartire le tele-classi, che insegnano a leggere e scrivere in creolo”.
“Quando finirà questo corso - indica - avremo più di 150mila diplomati. Nella prossima tappa avremo 6000 professori che abbiamo preparato e sono pronti per lavorare”.
Alfabetizzare ed istruire i bambini dev’essere un obiettivo condiviso da tutta la società. Sopprimere l’ignoranza è un requisito fondamentale per lo sviluppo economico e sociale di ogni Stato. Anche se è un piccolo passo avanti, ormai migliaia di haitiani scrivono (con orgoglio ed in creolo) Ayiti, il nome della loro terra.
|
|