Il caso dei Cinque antiterroristi cubani condannati negli Stati Uniti rappresenta una vergogna ed una violazione costante dei diritti umani, ha affermato a L’Avana la coordinatrice del Comitato Internazionale per la loro liberazione, Alicia Jrapko.
In un’intervista a Prensa Latina, l’attivista sociale ha dichiarato che fin dal loro primo giorno di prigionia, Ramón Labañino, Antonio Guerrero, René González, Gerardo Hernández e Fernando González hanno subito attacchi ai loro diritti come esseri umani, infatti la loro cattura fu assolutamente ingiusta.
I Cinque, come sono conosciuti nel mondo, furono arrestati nel 1998 per aver monitorato i gruppi terroristi con base a Miami che pianificavano azioni contro Cuba, e furono condannati senza il riscontro di prove alle accuse formulate.
Jrapko ha definito questi avvenimenti come una vergogna, “infatti sono stati compiuti dal paese che si professa paladino dei diritti umani: gli Stati Uniti”.
Al riguardo, ha citato vari momenti nei quali “sono stati violati in maniera scandalosa i loro diritti”, come quando furono tenuti in isolamento per 17 mesi dopo il loro arresto.
Oppure la negazione del visto in questi 14 anni ad Adriana Pérez e Olga Salanueva, mogli rispettivamente di Gerardo e René, che volevano recarsi negli Stati Uniti per far visita ai loro mariti.
Nel caso di Adriana e Gerardo, con questa misura gli è stato negato il diritto elementare di concepire dei figli e formare una famiglia.
Jrapko ha parlato anche dell’attuale situazione di René, che dopo aver scontato la sua condanna fino all’ultimo giorno, deve restare per altri tre anni in territorio nordamericano in regime di libertà vigilata.
“Lui ha tutto il diritto di tornare a casa, con la sua famiglia, con suo nipote Ignacio appena nato, però in pratica è ancora detenuto”, ha aggiunto.
L’attivista ha fatto riferimento ai rapporti pubblicati da Amnesty International nei quali l’associazione esprime preoccupazione sul caso ed in uno di questi considera ingiusto il processo realizzato a Miami tra il 2000 ed il 2001.
Recentemente l’avvocato della difesa di Gerardo, Martin Garbus, ha presentato un ricorso con prove documentali che svelano che il governo nordamericano pagò elevate somme di denaro a circa 80 giornalisti con lo scopo di creare un clima ostile sul caso e fare pressioni sulla giuria.
Inoltre, Jrapko ha ricordato che il Gruppo di Lavoro sulle Detenzioni Arbitrarie delle Nazioni Unite ha definito illegale l’arresto dei Cinque.
“Sono molti gli organismi internazionali che stanno dicendo che sono stati violati i diritti di questi uomini e difendono l’ipotesi del loro ritorno a casa”, ha dichiarato.
Il Comitato per la Liberazione dei Cinque, coordinato da Jrapko, prevede per il prossimo anno di intensificare le azioni di divulgazione della causa negli Stati Uniti, con l’obiettivo di raggiungere direttamente il presidente Barack Obama, che ha la facoltà di liberarli.
In tal senso, ha manifestato, stiamo già preparando la seconda giornata “Cinque giorni per i Cinque”, da celebrare a Washington, probabilmente nel mese di maggio.
“Molti amici di tutto il mondo ci hanno confermato la loro partecipazione e stiamo già pianificando questa giornata perché la prima fu efficace, però fu la nostra prima esperienza, quindi in questa occasione metteremo in campo ciò che abbiamo appreso, però soprattutto il cuore”, ha assicurato.