Giunga a Tony l’abbraccio

del popolo

17.10.2012 - Olga Díaz Ruiz www.granma.cu

“Nella cella c’è un uomo. La sua fermezza li frustra e li fa tremare. C’è un orologio che funziona, ma l’ora non importa...”

 

Con questi versi dell’anima comincia la poesia che Antonio Guerrero ha dedicato a uno dei suoi fratelli di lotta. Era il compleanno di Gerardo, e dalla distanza della detenzione gli giungeva così l’abbraccio di Tony.

 

Ieri, martedì 16, nella prigione di Marianna, in Florida, il poeta, il caricaturista, l’ingegnere, il padre amato, il figlio evocato... Antonio, ha compiuto 54 anni, anche lui nella sua cella, lontano dalla famiglia, dagli amici, dalla Patria che difende e ama.

La sua fermezza di carattere, il suo coraggio, la sua dignità hanno fatto tremare sicuramente l’assedio dell’ingiusta condanna.

 

Negli ultimi 14 anni, d’isolamento e reclusione, i Cinque Eroi cubani hanno subito un manipolato processo legale, assecondato da campagne mediatiche dirette da Washington per far tacere le voci della solidarietà internazionale.

 

Nel loro isolamento arbitrario sono stati bersaglio ricorrente di episodi di maltrattamento, crudeltà e mutilazioni dei più elementari diritti umani.

 

In occasione del suo compleanno giunga almeno a Tony l’impegno di bambine e bambini, di persone giovani e anziane, dentro e fuori da Cuba, di continuare ad esigere il suo ritorno a casa: il suo e quello dei suoi fratelli di causa, perchè, come si legge al termine della poesia: “Alla fine se hai valore e fede, giunge la libertà dall’assedio”.

 

Auguri, René!
 

 

13 agosto 2012 - Dalia Gonzáles Delgado www.granma.cu

 

 

In qualche angolo degli Stati Uniti René González Sehwerert ha compiuto lunedì 13 agosto 56 anni.

 

Dopo aver passato 13 compleanni in carcere, nemmeno questa volta ha potuto celebrarlo con la sua famiglia.

 

Sua madre racconta che René non da molta importanza alla date convenzionali perché “non l’ho abituato in questo modo”. Irma parla sempre al plurale quando si riferisce a René, come se lui e suo fratello Roberto fossero la stessa persona.

 

René nacque il 13 agosto del 1956 a Chicago. Con il trionfo della Rivoluzione la sua famiglia tornò a Cuba.

 

Chiedendo ad Irma come celebravano i compleanni quando i suoi figli erano bambini, ci si aspetta la consueta risposta di torte, festa e pagliacci, però la risposta è sorprendente infatti racconta che passavano il compleanno in una trincea o in fabbrica. “Io ero sola con loro. Se volevo fare Rivoluzione dovevo portarli con me dappertutto, così il compleanno lo celebravamo in qualsiasi posto”.

 

Irma lo racconta come se ci fosse qualcosa di male in questo sacrificio. “Una volta gli chiesi se mi portavano rancore per questo, e René mi rispose che ero stata brava, e che la migliore decisione fu quella di lasciare gli Stati Uniti, portandolo via da quella società”.

 

“Noi non avevamo l’abitudine di festeggiare giorni specifici, perché alla fine queste sono feste puramente commerciali. Non perché i compleanni passassero inavvertiti. Non gli è mai mancato il bacio, l’affetto, e gli abbiamo sempre cantato gli auguri. Però nessuno dei miei figli ha sofferto per non aver ricevuto un regalo”.

 

“In tutti questi anni nei quali siamo stati lontani, lui mi ha sempre chiamato il giorno 13, molto presto. Il telefono suona alle 7:00 a.m. ed io so che è lui”.

 

Irma racconta che il giorno speciale per la sua famiglia era il sabato. “In questo giorno tutti gli amici di Renecito e Roberto venivano a casa nostra la sera. La mia casa era il luogo delle riunioni. E si faceva una festa con limonata o con le bibite, non come oggi. Però ci divertivamo. Questi erano i veri compleanni”.

 

“In seguito quando ci trasferimmo nel Cotorro il giorno sacro era la domenica, perché pranzavamo e ci trattenevamo a tavola anche per quattro o cinque ore, parlando di politica, dei problemi del mondo, di come andavano le cose”.

 

Durante la breve conversazione con Irma, la donna ha ripetuto più volte che “René era un bambino con un animo nobile”.

 

Quando lo punivo, non poteva dormire fino a quando non gli davo un bacio e lo perdonavo, e mi ripeteva che non lo avrebbe più fatto”.

 

“Era di animo nobile, però con questo non voglio dire che fosse un bonaccione. Ha sempre avuto un alto senso della giustizia, e per questo lo ammiravo molto. Una volta litigò per difendere un vicino perché dei bambini più grandi si stavano prendendo gioco di lui, burlarsi dei più deboli è una brutta cosa”.

 

Mentre si ascolta il racconto dell’infanzia di René si capisce quanto Irma è orgogliosa di aver cresciuto i suoi figli in questo modo, con il suo esempio ha forgiato le vite dei “suoi ragazzi”. L’interlocutore non può fare altro che sentirsi orgoglioso di avere di fronte una donna così, dalla quale solo possono nascere uomini buoni. Il 13 di agosto è anche il suo giorno, perché ha dato alla luce un eroe in carne ed ossa.

 

Festeggiamo, non soltanto oggi, la nascita di un essere umano straordinario, René González Sehwerert.

 

 

Guantanamo fa gli auguri a Ramón Labañino per il suo

compleanno e gli dedica l’assegnazione della sede del 26

 

 

 

 

12 giugno 2012 -   www.granma.cu

 

 

 

 

Gli abitanti di Guantanamo hanno dedicato l’assegnazione della sede dell’Atto Centrale del 26 di Luglio a Ramón Labañino, uno dei Cinque eroi cubani prigionieri negli Stati Uniti, nel giorno del suo 49º compleanno.

 

Luis Torres Iríbar, membro del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e primo segretario della provincia di Guantanamo, ha condiviso con il popolo l’immensa soddisfazione ricevuta che è stata fatta giungere ai Cinque Eroi cubani, protagonisti della lotta contro l’imperialismo.

 

Il centro della città orientale del paese si è paralizzato in seguito ad una concentrazione popolare avvenuta spontaneamente quando è giunta la notizia e la Piazza 11 Aprile è stata scenario di un incontro del popolo con i dirigenti locali in un atto animato da cantanti di trova ed il Grupo Changüí, che ha creato versi in onore all’avvenimento.

 

I rappresentanti delle organizzazioni di massa hanno trasmesso la grande allegria del popolo dell’Alto Oriente Cubano per la decisione del Burò Politico ed hanno sottolineato il grande impegno che genera questo riconoscimento.

 

Torres Iríbar, parlando ai propri conterranei, ha riconosciuto nel popolo il principale artefice dell’onore di festeggiare (per la terza volta) a Guantanamo il 59º anniversario degli assalti alle caserme Moncada e Carlos Manuel de Céspedes, dopo le celebrazioni nazionali del 1985 e 1995, nelle quali la terra di Pedro Agustín Pérez fece da scenario all’evento.

 

Ha precisato che essere la sede di tale avvenimento rappresenta una grande sfida di fronte ai compiti presenti e futuri, ed ha chiamato il popolo a rendersi partecipe immediatamente per convertire l’efficienza e la qualità in doti imprescindibili del lavoro quotidiano.

 

Antonio Guerrero: “Non ci sono parole per

descrivere la nobiltà e l’integrità di Gerardo”

 

 

04.06.12www.cubadebate.cu traduzione di Ida Garberi

 

 

Cari amici:

 

Questo lunedì 4 giugno, in un violento penitenziario dove continua compiendo un’ingiusta condanna, Gerardo somma un anniversario alla sua vita. Ieri ho letto un libro di poemi di Rimbaud che, come è successo altre volte, venne a cadere miracolosamente nelle mie mani (non abbondano qui i libri di poesia ed in generale i libri in lingua spagnola). Non tardai a fermarmi in alcuni dei geniali versi delle sue Illuminazioni.

 

Viaggiai alla cella del nostro caro fratello e scrissi:

 

‘Nella cella, c’è un uomo; la sua fermezza li frustra e li fa tremare.
C’è un orologio che funziona, ma l’ora non importa.
Ci sono uno specchio ed un tavolino con storie troppo spinose.
C’è una caricatura da finire ed un libro da leggere.
Ci sono alcune lettere che danno colore al colore, sangue al sangue
e vita alla vita.
C’è un elenco di amati e non amati fantasmi
che oltrepassano la porta di ferro
e parlano senza avere risposte.
È, alla fine, quando abbiamo valore e fede,
una libertà in agguato’.

 

Non ci sono parole per descrivere la nobiltà e l’integrità di questo nostro fratello che nella sua vita non ha mai fatto danno a niente ed a nessuno, piuttosto ha dedicato la sua vita a salvare vite, sacrificando tutti i momenti di infinito amore che avrebbe potuto vivere vicino alla sua inseparabile Adriana.

 

Che arrivino al nostro Gerardo Tanti Auguri!

Cinque abbracci.
Vinceremo!

 

Tony Guerrero Rodriguez
1 giugno 2012
Prigione Federale di Marianna

 

 

Celebrando il compleanno con Gerardo

 

 

5.6.12 -  www.cubadebate.cu Comitato Internazionale per la Libertà dei Cinque Cubani traduzione Garberi

 

 

“Oggi 4 giugno, Gerardo Hernandez, uno dei Cinque Eroi Cubani celebrò i suoi 47 anni in una prigione di massima sicurezza di Victorville, in California. Nonostante tanti anni di ingiusto incarceramento, in occasioni come questa, i “Cinque” non sono stati mai soli; li accompagna l’amore dei loro cari, del loro popolo e di amici solidali di tutte parti del mondo.

 

Oggi per la sorpresa di Gerardo, oltre a sua sorella Isabel si sommarono alla celebrazione il Padre Michael Lapsley di Amici di Cuba del Sudafrica, e Bill Hackwell ed Alicia Jrapko del Comitato Internazionale per la Libertà dei 5 Cubani negli USA.

 

Durante l’incontro che durò 6 ore, dove non mancò il senso dell’umorismo e l’allegria, Gerardo disse che negli ultimi 14 anni questo è stato il migliore compleanno che aveva vissuto. Il festeggiato menzionò che negli ultimi giorni ha ricevuto un’enorme quantità di lettere e biglietti di auguri in occasione del suo compleanno, e ci chiese che ringraziassimo per tutte le dimostrazioni di affetto ed amicizia sincera.

 

La mancanza di una buona torta non ha appannato per niente l’allegria dell’incontro e quando si avvicinava la fine della visita abbiamo potuto cantargli pian pianino “tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri Gerardo, tanti auguri a te!”.

 

Prima di salutarci ha ripetuto che sperava di potere festeggiare il suo prossimo compleanno a Cuba insieme alla sua amata Adriana ed altri familiari ed amici.

 

Arrivò il momento dell’addio, e mentre c’allontanavamo verso la porta di uscita, vedemmo Gerardo alzare il suo pugno in alto in segno di solidarietà. Non potemmo evitare di sentirci piccoli piccoli, e c’invase l’enorme necessità di moltiplicare la lotta per fare realtà il sogno di Gerardo: che questo sia l’ultimo compleanno lontano dalla sua amata patria”.