Immagini sequestrate

 

 

12 settembre 2012 - Ricardo Alarcón de Quesada www.antiterrorista.cu

 

 

La questione delle immagini che i satelliti USA registrarono sugli eventi del 24 febbraio 1996, richieste senza successo dall'ICAO per il rapporto che avrebbe inviato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, riapparve durante il processo di Miami. La determinazione del luogo esatto in cui avvenne l'incidente non era rilevante per Gerardo poiché lui era totalmente alieno al fatto dovunque questi fosse avvenuto. Ma era fondamentale per il tribunale poiché solo sarebbe stato competente se lo sfortunato evento avesse avuto luogo al di fuori del territorio cubano.

In Miami si ripeté la discussione sui contrastanti dati dei radar. Fu un esperto del governo, alto ufficiale in pensione dell'Air Force, che scoprì la pentola. Pensando forse di risolvere la controversia semplicemente chiese perché non vediamo le immagini dei nostri satelliti?

Immediatamente la difesa sostenne l'idea, la fece sua e presentò una mozione per la quale la Giudice avrebbe richiesto al Governo di presentare le immagini. La procura ostinatamente si oppose. Ora la controversia non era circa l'ubicazione dell'incidente aereo, ma sulla posizione delle immagini che avrebbero
chiarito la questione. La Corte si schierò con il governo e non accolse la richiesta.

Da allora non sono stati pochi gli sforzi per trovare le tanto famose quanto perse immagini. Il Centro per i Diritti Costituzionali e  i Diritti Umani, rispettabile istituzione privata della California, da anni fa innumerevoli sforzi per ottenerle, finora senza successo. Difeso dal Freedom of Information Act (FOIA) le ha ripetutamente chieste agli organismi ufficiali USA che gestiscono i satelliti di quel paese. Tutti si sono rifiutati di consegnarle. Il Centro ha inoltre fatto ricorso alla via giudiziaria ed è in attesa di una sentenza della Corte d'Appello della California.

Una richiesta simile è inclusa nell'
Habeas Corpus presentata a nome di Gerardo Hernández Nordelo. Come sicuramente avrà intuito il lettore, la Procura nella sua risposta si é ancora opposta alla presentazione di immagini.

Il governo USA ha dato prova di una rigorosa coerenza nel suo ostinato rifiuto a mostrare le immagini scattate dai propri satelliti. Solo l'esaminarono, ovviamente, le autorità statunitensi, che al tempo stesso, si sono incaricate d'impedire che qualcun altro possa vederle. Non può conoscerle l'ICAO, né il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, né un tribunale federale, né la società civile statunitense. Solo il governo ha avuto accesso alle immagini. Nessun altro. Sono passati più di 16 anni di ermetico occultamento. Le immagini satellitari furono semplicemente sequestrate, scomparvero.

Come spiegare questo comportamento? Quale altra spiegazione può esservi se non che i governanti USA, gli unici privilegiati che videro le immagini, sanno che esse dimostrano che l'incidente si verificò in territorio cubano? Solo questo può spiegare che le condannarono, anche loro, all'isolamento e le hanno affondate in un insondabile "buco".

 

 

 

IMÁGENES SECUESTRADAS

Ricardo Alarcón de Quesada

La cuestión de las imágenes que los satélites norteamericanos registraron sobre los sucesos del 24 de febrero de 1996, reclamadas sin éxito por la OACI para el informe que enviaría al Consejo de Seguridad de la ONU, reapareció durante el juicio de Miami. La determinación del lugar exacto donde ocurrió el incidente no era relevante para Gerardo pues él era totalmente ajeno al hecho dondequiera que éste hubiera ocurrido. Pero era decisiva para el Tribunal pues sólo tendría jurisdicción si el lamentable suceso hubiese tenido lugar fuera del territorio cubano.
En Miami se repitió la discusión sobre los datos contradictorios de los radares. Fue un experto del gobierno, alto oficial retirado de la Fuerza Aérea, quien destapó la olla. Pensando quizás resolver la disputa preguntó simplemente ¿por qué no vemos las imágenes de nuestros satélites?
De inmediato la Defensa respaldó la idea, la hizo suya y presentó una moción por la cual la Jueza habría instruido al Gobierno que presentase las imágenes. La Fiscalía tercamente se opuso. Ahora la disputa no era sobre la ubicación del incidente aéreo sino sobre la ubicación de las imágenes que supuestamente aclararían el asunto. La Corte se puso del lado del Gobierno y no accedió a la petición.
Desde entonces no han sido pocos los esfuerzos para encontrar las tan famosas como perdidas imágenes. El centro para el Derecho Constitucional y los Derechos Humanos, respetable institución privada de California, desde hace años lleva a cabo incontables gestiones para obtenerlas, hasta ahora infructuosamente. Amparado en la Ley de Libertad de Información (FOIA) las ha solicitado varias veces a los organismos oficiales de Estados Unidos que manejan los satélites de ese país. Todos se han negado a facilitarlas. El Centro ha recurrido también a la vía judicial y está a la espera de un pronunciamiento de la Corte de Apelaciones de California.
Semejante reclamo está incluido en el Habeas Corpus presentado a nombre de Gerardo Hernández Nordelo. Como seguramente habrá adivinado el lector, la Fiscalía en su respuesta se opuso ya a la presentación de las imágenes.
El Gobierno de Estados Unidos ha dado prueba de una rigurosa consistencia en su tenaz negativa a mostrar las imágenes tomadas por sus propios satélites. Sólo las examinaron, obviamente, las autoridades norteamericanas, quienes, al mismo tiempo, se han encargado de impedir que alguien más pueda verlas. No pudo conocerlas la OACI, ni el Consejo de Seguridad de la ONU, ni un tribunal federal, ni la sociedad civil norteamericana. Sólo el gobierno accedió a las imágenes. Nadie más. Han pasado más de 16 años de hermético ocultamiento. Las imágenes satelitales fueron, sencillamente, secuestradas, desaparecieron.
¿Cómo explicar esa conducta? ¿Qué otra explicación puede tener como no sea que los gobernantes norteamericanos, los únicos privilegiados que vieron las imágenes, saben que ellas prueban que el incidente ocurrió dentro del territorio cubano? Sólo eso puede explicar que las condenasen, también a ellas, al confinamiento solitario y las hayan hundido en un insondable “hueco”.