Migliaia
di giovani hanno assistito qui ad un concerto speciale
offerto da trovatori e bande di diversi generi che
prestarono la loro arte con motivo del 14° anniversario
dell’arresto dei Cinque cubani negli Stati Uniti.
Sulla
scalinata dell’Università de L’Avana - luogo di
storiche manifestazioni studentesche in altre epoche - si
riunì ieri sera una moltitudine che chiuse, insieme ai suoi
artisti favoriti, una giornata internazionale in richiamo di
libertà per Antonio Guerrero, Fernando Gonzalez, Ramon
Labañino, Gerardo Hernandez e Renè Gonzalez.
Questo mercoledì solo la
pioggia ha potuto ritardare il principio del recital, nel
quale hanno partecipato giovani de L’Avana e studenti
latinoamericani che frequentano a Cuba differenti corsi
universitari.
La fusione di ritmi urbani e
tradizionali del gruppo Qva Libre, la canzone pensante di
Buena Fè e la chitarra, quella lirica della trova cubana,
offerta da cantautori come Raul Torres, Adrian Berazain e
Tony Avila, segnarono alcuni dei momenti più emotivi della
serata.
I Cinque cubani dell’isola
sono stati catturati il 12 settembre 1998 negli Stati Uniti,
dove penetrarono organizzazioni estremiste vincolate
ufficialmente al governo di Washington, che organizzano
azioni violente contro Cuba da questo paese.
Nonostante il crescente
appoggio internazionale alla causa della loro scarcerazione,
il governo degli Stati Uniti non ha transatto nella sua
posizione e mantiene confinati in penitenziari di massima
sicurezza quattro di questi lottatori contro il terrorismo.
Mentre, Renè Gonzalez – dopo
aver compiuto la sua pena in prigione – rimane nella
Florida, sotto il regime di libertà vigilata.
14 anni di resistenza contro
l’ingiustizia statunitense!
Il Comitato Italiano
Giustizia per i 5 porta a Roma l’urlo di rabbia e d’amore
della campagna internazionale per la Libertà Immediata dei
Cinque
14.09.12 -
www.granma.cu
Oggi mercoledì 12 settembre è il 14° anniversario
dell’ingiusto arresto e carcerazione dei Cinque agenti
cubani dell’anti terrorismo da parte degli USA, che furono
arrestati dopo che avevano denunciato alle autorità
statunitensi la presenza sul loro territorio di una cellula
terrorista che stava pianificando l’ennesima catena di
attentati a Cuba. Chiediamo che Gerardo, Ramón, Antonio,
Fernando e René (che deve restare negli USA
obbligatoriamente altri 3 anni pur avendo già finito di
scontare la sua pena detentiva) vengano liberati, che
possano tornare nella loro Patria e riabbracciare le loro
famiglie.
In una recente lettera Antonio Guerrero, con dati
oggettivamente riscontrabili, illustra cosa è Cuba
realmente, con i progressi nel campo dell’istruzione, della
medicina, della salute, della cultura, del turismo e dei
diritti umani. Successi che la rendono un esempio per
l’America Latina. Un continente che attraverso la
cooperazione solidale dell’ALBA, sta lottando e lavorando
per superare le fortissime disparità sociali prodotte da
secoli di colonialismo e dalle più recenti politiche
liberiste. Incarcerando i “Cinque” si vuole colpire
l’esempio” spiega con inoppugnabile evidenza Antonio
Guerrero Rodríguez. In tutto il mondo questo 12 settembre si
svolgono manifestazioni in sostegno dei Cinque. Da Mosca a
Madrid, da Cuba a Concepcion, da Bogotà a Beirut sono
centinaia le città dove sono state convocate manifestazioni
di solidarietà .
A Roma il Comitato Italiano Giustizia per i Cinque, in
collaborazione con l’Associazione Nuestra America ed il
Circolo Italia-Cuba di Roma "Julio Antonio Mella", hanno
aperto per larga parte del pomeriggio i microfoni di Radio
Città Aperta agli ascoltatori e agli amici di Cuba.Un filo
diretto davvero partecipato, con molte le telefonate per
informarsi e messaggi di sostegno ed incoraggiamento a
continuare questa campagna di denuncia e di solidarietà a
favore della liberazione immediata dei Cinque.
Alle 17.30 si è tenuto un flash mob davanti alla sede
dell’ONU in piazza San Marco a Roma. Sono stati distribuiti
volantini alle centinaia di turisti e cittadini che
solitamente affollano questa centralissima zona di Roma.
Dopo avere aperto lo striscione che chiede la liberazione
dei Cinque, una delegazione di attivisti insieme ai
Vicepresidenti del Comitato Italiano Giustizia per i Cinque,
il Professor Luciano Vasapollo e Franco Forconi, ha
consegnato una lettera ( vedi in allegato) ai funzionari
dell’ONU e dell’Istituto Interregionale delle Nazioni Unite
per la Ricerca sul Crimine e la Giustizia ad essa
collegato.Nella lettera oltre a denunciare l’ingiusta
detenzione, il Comitato Italiano Giustizia per i Cinque
chiede un incontro a breve con il Direttore dell’UNICRI,
Jonathan Lucas, ricordando che tra i compiti istituzionali
dell’Istituto c’è la lotta al terrorismo e lo sviluppo di
sistemi di giustizia penale giusti ed efficienti, di
sostenere il rispetto degli standard internazionali, di
accrescere l'assistenza giudiziaria e la cooperazione
internazionale.
Mentre questi 5 agenti cubani che hanno difeso il loro paese
dal terrorismo sono costretti ad una durissima quanto
ingiusta detenzione nelle prigioni statunitensi, gli USA
danno asilo politico a terroristi reo confessi come Posada
Carriles, responsabile dell’attentato che il 4 settembre
1997 dilaniò il giovane italiano Fabio Di Celmo nella hall
dell’Hotel Copacabana a Cuba. La lettera si conclude
ricordando che l’ingiustizia contro Renè, Antonio, Fernando,
Ramon e Gerardo ferisce tutti gli uomini sinceramente
democratici, per questo chiediamo giustizia e libertà per i
Cinque, così come chiediamo rispetto per Cuba e pari dignità
per i popoli che perseguono la loro strada per
l’emancipazione e l’indipendenza nell’autodeterminazione.
Comitato Italiano Giustizia per i 5, Associazione e Rivista
Nuestra America,
Circolo Italia-Cuba di Roma “Juan Antonio Mella”
I giovani, con i Cinque
nel cuore
13.09.12 -
Olga Díaz Ruiz www.granma.cu
L’unico
modo per ottenere che si faccia giustizia sul caso dei
Cinque è attraverso la spinta della solidarietà e
dell’opinione pubblica internazionale. Ogni giorno diventa
più importante esporre al mondo quanto è inumana questa
prigionia, ha affermato Elizabeth Palmeiro, moglie di Ramón
Labañino, in un incontro con gli studenti dell’Università de
L’Avana (UH) nell’inizio della Giornata “Por los Cinco de
Corazón”, nel compiersi 14 anni della loro reclusione.
Mercoledì
12 settembre, in occasione della campagna nazionale per il
90º anniversario dalla creazione della Federazione
Studentesca Universitaria (FEU), un gruppo di giovani si è
recato presso la Biblioteca Centrale Rubén Martínez Villena
della Collina Universitaria, per rendersi protagonista di
un’altra delle costanti azioni che si realizzano dentro e
fuori dall’Isola per esigere la liberazione ed il ritorno
immediato in Patria di Antonio, Gerardo, Fernando, René e
Ramón.
L’incontro
con Laura Labañino, figlia di Ramón, María Eugenia Guerrero,
sorella di Antonio e María Karla de la Vega Guerriero, sua
nipote, e Armando Hart, direttore dell’Ufficio del Programma
Martiano e Presidente della Società Culturale José Martí, è
stato un evento emotivo all’interno dell’ampio programma di
attività, che si moltiplicheranno in tutto il mondo fino
agli inizi di ottobre.
Durante il
dibattito, Graciela Ramírez, presidentessa del Comitato
Internazionale di Solidarietà con i Cinque, ha segnalato che
questo è un giorno nel quale si rivendica la resistenza
senza riserve e la dignità martiana degli Eroi cubani e le
loro famiglie.
Si
compiono 14 anni dal processo farsa, ha aggiunto, mentre la
Casa Bianca prova a mettere a tacere la verità della causa e
riconosciuti terroristi continuano a circolare impunemente
in territorio statunitense.
Nelle loro
dichiarazioni gli studenti universitari hanno sottolineato
che la soluzione definitiva è nelle mani di Barack Obama,
che ha la facoltà di disporre la liberazione immediata dei
Cinque. Fino a quando questo non succederà non mancherà il
loro appoggio incondizionato ed il desiderio di lottare per
denunciare questa ingiustizia ed esigere il loro ritorno,
hanno assicurato. |