“Cari amici:
Un momento fa sono ritornato dal mio lavoro. La situazione col secondo gruppo di classe è più critica di quello che pensavo. Sono già 12 alunni. Di loro, solo 2 sanno dividere i numeri interi con una certa abilità. Credo che siano gli unici due che sanno la tavola pitagorica. Circa cinque non sanno sottrarre e sommano con molta difficoltà. Mi sono proposto di ottenere che tutti sappiano almeno risolvere queste semplici operazioni. Ho spiegato a loro l’importanza che tutto questo ha con esempi pratici. Se non mettono del loro, potrò fare poco.
La maggioranza sono giovani che non hanno 30 anni, di nazionalità messicana, ci sono anche studenti dell’America Centrale e Porto Rico in entrambi i gruppi.
E meditava oggi, senza fare, ovviamente, nessun commento nell’aula, sulla grandezza della Vittoria di Giron, su quello che sarebbe stato il destino del nostro paese se la Rivoluzione fosse stata sconfitta. Indubbiamente milioni di cubani avrebbero dato le loro vite se quella crudele invasione avesse generato un conflitto maggiore, ed oso affermare che non avremmo riposato fino a sconfiggere il vile nemico, per poderoso che fosse. Dal nostro lato non c’era un esercito preparato, neanche una milizia preparata, ma esisteva un fatto principale che era l’unità di tutto un popolo, difendendo la sua dignità e la sua indipendenza, per la quale avevamo lottato per decine di anni, e lì stava Fidel.
Alcuni giorni fa leggevo un articolo su “la povertà” in Cuba. Esistono persone che da una scrivania, molto comodi, fanno tutta una teoria della “realtà cubana”. Sono gente che vedono la ricchezza solo nelle cose materiali; sono gente, a mio giudizio, che, pure volendo essere utili con un criterio, fanno male alla Rivoluzione con la loro superficialità, che dà adito ai nemici in agguato per fabbricare campagne contro l’opera socialista costruita con tanto amore e sacrificio dal nostro popolo.
Non si è mai detto che la nostra opera sia perfetta, non si è mai detto che siamo un paese ricco con tutti i problemi risolti, non si è mai detto che sappiamo la formula per avanzare senza inciampi e sconfiggere tutte le nostre deficienze, ma quello che sì si è detto è che solo col socialismo si può costruire una società più giusta e degna; quello che sì si è detto è che il capitalismo non è la soluzione ai problemi dell’umanità; quello che sì si è detto è che il nostro paese, con una cultura elevata, sa quello che significherebbe ritornare al passato e difenderà la Rivoluzione al prezzo che sia necessario, come lo ha fatto in Giron.
“Essere colti per essere liberi”, ci disse Josè Martì.
Cinque abbracci.
Vinceremo!
Tony Guerrero Rodriguez
16 aprile 2012
FCI MARIANNA”