Almeno sette membri delle Forze Armate dell’Honduras (FF.AA.) sono implicati nell’assassinio di un adolescente, morto per la sua presunta resistenza ad obbedire ad un ordine nella chiamata Operazione Fulmine.
La denuncia presentata al Pubblico Ministero assicura che Ebed Jaasiez Yánez, di 15 anni, è stato seguito e crivellato per non essersi fermato all’ordine intimato dai militari a capo della suddetta operazione, iniziativa governativa orientata ad affrontare l’ondata di violenza nel paese.
Gli indagati integravano il comando militare di guardia nel luogo del crimine, nel quartiere della capitale Villa Vieja, e procedevano su un veicolo presentato come prova dell’accusa, ha dimostrato il bollettino del corpo armato.
Il ministro della Difesa, Marlon Pascua, ha coordinato ufficialmente il processo dei sette accusati anche se ha precisato che la loro colpevolezza non è stata ancora provata. Inoltre, i militari continuano a svolgere i propri incarichi, ha aggiunto il quotidiano La Tribuna.
Secondo le dichiarazioni del ministro, nonostante questo avvenimento e le molte denunce di maltrattamenti commessi dalla polizia e dai militari durante l’Operazione Fulmine, questa continuerà per permettere di ristabilire la sicurezza nazionale.
Anche il direttore generale della Polizia Nazionale, Juan Carlos Bonilla, ha anticipato che saranno rafforzate le azioni congiunte con le FF.AA., come parte di questa strategia, implementata da novembre 2011.
L’Operazione Fulmine, riattivata lo scorso marzo dal Congresso Nazionale, prevede pattugliamenti del territorio, ispezioni ai cittadini che utilizzano il trasporto pubblico e detenzioni in caso di sospetti.
La sua esecuzione è stata la risposta allo scandalo dell’istituzione della polizia per il presunto vincolo di alcuni agenti con il crimine organizzato ed il coinvolgimento in vari omicidi di civili.
L’Honduras ha il tasso di omicidi più alto del mondo -86,5 per ogni 100 mila abitanti-, cifra superiore al tasso mondiale di 8,8 riportata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (2000).
Casa Alleanza, gruppo in difesa dei diritti dei minori di 23 anni, ha denunciato che nel mezzo di questa situazione è molto marcata la criminalità contro bambini e ragazzi: dal 1998 a marzo del 2012 sono stati assassinati 315 persone appartenenti a questa categoria, ha precisato.
Dall’ascesa al potere del presidente Porfirio Lobo, le cifre annuali di crimini contro i giovani hanno raggiunto il numero di 2092, ovvero più del doppio delle 1019 registrate sotto il mandato di Carlos Flores (1998-2002) e le 1976 avvenute durante il governo di Ricardo Maduro (2002-2006).