Piazza Simón Bolívar ha vibrato con il messaggio del presidente Hugo
Chávez al popolo venezuelano e ai capi di Stato e di Governo, agli alti
dignitari presenti alla celebrazione dell’8º anniversario dell’Alleanza
Bolivariana per i Popoli di Nuestra America. (ALBA).
Il vicepresidente esecutivo, Nicolás Maduro, con il presidente della
Bolivia,
Evo Morales, ha guidato la cerimonia popolare che ha ricordato gli otto anni
dell’ ente integrazionista, creato il
14
dicembre 2004
a L’Avana, quando Chávez e Fidel firmarono il documento costitutivo
di un blocco regionale al
quale oggi appartengono otto paesi dei Caraibi, Centro America e
Sudamerica.
La celebrazione si è svolta nel più emblematico centro sociale e
culturale di questa capitale, la Piazza Bolívar, dove sono stati commemorati
vari eventi storici: i 200 anni del Manifesto di Cartagena, scritto da
Bolívar; il 18º anniversario del primo incontro di Chávez e Fidel; i 13 anni
dall’approvazione per referendum della Costituzione della Repubblica
Bolivariana del Venezuela, e la costituzione dell’ALBA, otto anni fa.
Il vicepresidente del Consiglio dei Ministri di Cuba, Miguel
Díaz-Canel, presente per Cuba, ha ricordato che tutti questi avvenimenti
sono marcati come una colonna vertebrale da un concetto: l’unità, ed ha
trasmesso un saluto
pieno d’affetto di Fidel e Raúl, e del popolo cubano, ai
venezuelani.
“Tutto il popolo cubano vi accompagna in questi momenti difficili,
come tutti i popoli del mondo che sono uniti all’agguerrito popolo del
Comandante Hugo Chávez” ha detto.
Il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri di Cuba ha ricordato
che l’ALBA fu la morte definitiva dell’Alleanza di Libero Commercio per le Americhe ‘ALCA’, l’iniziativa di nuova colonizzazione proposta dagli Stati
Uniti per l’America Latina e i Carabi.
Evo Morales ha ricordato a sua volta le conquiste dei popoli
latinoamericani da allora e la guida regionale del presidente venezuelano,
ed ha dichiarato che scommette che il fratello Chávez, che ha vinto tante
battaglie politiche, economiche e colpi di Stato, adesso vincerà anche
questa battaglia di difesa della vita.
Hanno partecipato alla commemorazione di questi eventi storici anche
i primi ministri Di Antigua y Barbuda, Baldwin Spencer; Dominica, Roosevelt
Skerrit; e San Vicente y las Granadinas, Ralph Gonsalvez. A nome del
presidente Rafael Correa, il ministro degli Esteri dell’Ecuador, Ricardo
Patiño con la ministra di Governo del Nicaragua, Ana Isabel Morales, che ha
rappresentato il comandante Daniel Ortega.
Con il gabinetto ministeriale della
Repubblica Bolivariana del Venezuela, hanno partecipato alle celebrazioni
storiche i rappresentanti del popolo venezuelano attraverso la popolazione
di Caracas,
che ha riempito ogni angolo della piazza centrale della capitale.
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"Ora sì la storia dovrà contare sui poveri d'America, con gli
sfruttati e offesi, che hanno deciso di iniziare a scrivere loro
stessi, per sempre, la loro storia", ha detto di fronte
all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il Comandante Ernesto Che
Guevara il 12
dicembre 1964.
Dura è stata l'epopea vissuta da allora ma quarant'anni dopo, due
rappresentanti degli sfruttati e offesi del continente proclamavano
a L'Avana la nascita dell'Alternativa Bolivariana per i popoli della
Nostra America (ALBA), che è diventata, anni dopo, Alleanza
Bolivariana per i Popoli di
Nostra America.
"Affermiamo che il principio
cardine che deve guidare l’ALBA
è la solidarietà più ampia tra i popoli dell’America
Latina e dei Caraibi, che si fonda sul pensiero di Bolívar, Martí, Sucre, O’Higgins,
San Martín, Hidalgo, Petion, Morazán, Sandino e di tanti altri grandi, senza
nazionalismi egoisti né politiche nazionali restrittive che neghino l’obiettivo
di costruire una Patria Grande nell’America
Latina, come sognarono gli eroi delle nostre lotte emancipatrici",
recita il documento siglato dai presidenti di Cuba, Fidel Castro,
e Venezuela, Hugo Chavez, il
14
dicembre 2004.
In soli otto anni l'ALBA somma ora otto paesi (Cuba, Venezuela,
Bolivia, Ecuador, Nicaragua, Saint Lucia, Dominica e Antigua e
Barbuda) che sarebbero nove se - con le simpatie e il sostegno
degli Stati Uniti - un colpo di stato in
Honduras non aveva spazzato il governo costituzionale di Manuel
Zelaya.
Fedele al suo spirito fondante, grazie a l'ALBA, decine di milioni
di latinoamericani e caraibici hanno conosciuto, per la prima volta,
un medico, hanno imparato a leggere e scrivere, hanno avuto servizio
elettrico stabile o hanno potuto affrontare, con successo, problemi
di disabilità.
"L'ALBA si basa sui principi di solidarietà, genuina cooperazione e
complementarità tra i nostri paesi, nell'utilizzo razionale e
in funzione del benessere dei nostri popoli, delle sue risorse
naturali, - compreso il suo potenziale energetico - nella formazione
integrale ed intensiva
del capitale umano necessario per il nostro sviluppo e
nell'attenzione ai bisogni e alle aspirazioni dei nostri uomini e
donne" hanno sottoscritto, nel suo V Vertice, i rappresentanti dei
suoi Stati membri.
Sì l'America Latina, e gran parte del mondo, che vivono oggi in
attesa della salute del presidente Chavez operato di cancro a Cuba,
è soprattutto perché il leader bolivariano, insieme con i capi di
stato dei paesi dell'ALBA, e in particolare Fidel, hanno avverato
quanto proclamato dal
Che
dalle Nazioni Unite.
L'ALBA è un'onda che andrà crescendo, come anticipò il comunista i
cui sogni non poterono cancellare gli uomini della CIA a La Higuera:
"Questa onda andrà crescendo ogni giorno che passa.
Perché tale onda la formano i più, la maggioranza in tutti gli
aspetti, quelli che accumulano con il loro lavoro le ricchezze,
creano i valori, fanno muovere le ruote della storia e che ora si
svegliano da un lungo sonno abbruttente a cui sono stati
sottoposti".
Ocho años del ALBA: El cumpleaños de los más
Iroel Sánchez
“Ahora sí la historia tendrá que contar con los pobres de América, con los
explotados y vilipendiados, que han decidido empezar a escribir ellos mismos,
para siempre, su historia”, decía ante la Asamblea General de la ONU, el
Comandante Ernesto Che Guevara el 12 de diciembre de 1964.
Dura ha sido la epopeya vivida desde entonces pero cuarenta años después,
dos representantes de los explotados y vilipendiados del continente
proclamaban en La Habana el nacimiento de la Alternativa Bolivariana para
los pueblos de Nuestra América (ALBA), devenida años después Alianza
Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América.
“Afirmamos que el principio cardinal que debe guiar el ALBA es la
solidaridad más amplia entre los pueblos de América Latina y el Caribe, que
se sustenta con el pensamiento de Bolívar, Martí, Sucre, O’Higgins, San
Martín, Hidalgo, Petión, Morazán, Sandino, y tantos otros próceres, sin
nacionalismos egoístas que nieguen el objetivo de construir una Patria
Grande en la América Latina, según lo soñaron los héroes de nuestras luchas
emancipadoras”, reza el documento que rubricaron los presidentes de Cuba,
Fidel Castro, y Venezuela, Hugo Chávez, el 14 de diciembre de 2004.
En sólo ocho años el ALBA suma ya ocho países (Cuba, Venezuela, Bolivia,
Ecuador, Nicaragua, Santa Lucía, Dominica y Antigua y Barbuda) que serían
nueve si -con las simpatías y el apoyo de Estados Unidos- un golpe de estado
en Honduras no hubiese barrido con el gobierno constitucional de Manuel
Zelaya.
Haciendo honor a su espíritu fundacional, gracias al ALBA, decenas de
millones de latinoamericanos y caribeños han conocido por primera vez un
médico, han aprendido a leer y escribir, han tenido un servicio eléctrico
estable o han podido enfrentar exitosamente problemas de discapacidad. “El
ALBA se sustenta en los principios de solidaridad, cooperación genuina y
complementariedad entre nuestros países, en el aprovechamiento racional y en
función del bienestar de nuestros pueblos, de sus recursos naturales
-incluido su potencial energético-, en la formación integral e intensiva del
capital humano que requiere nuestro desarrollo y en la atención a las
necesidades y aspiraciones de nuestros hombres y mujeres”, suscribieron en
su V Cumbre los representantes de sus estados miembros.
Si Latinoamérica, y gran parte del mundo, viven hoy pendientes de la salud
del presidente Chávez, operado en Cuba de cáncer, es sobre todo porque el
líder bolivariano, junto a los jefes de estado de los países del ALBA, y
especialmente Fidel, ha hecho realidad lo proclamado por el Che en la ONU.
El
ALBA es una ola que irá creciendo, como anticipó el comunista cuyos sueños
no pudieron aniquilar los hombres de la CIA en La Higuera: “Esa ola irá
creciendo cada día que pase. Porque esa ola la forman los más, los
mayoritarios en todos los aspectos, los que acumulan con su trabajo las
riquezas, crean los valores, hacen andar las ruedas de la historia y que
ahora despiertan del largo sueño embrutecedor a que los sometieron”. (Publicado
en CubAhora) |