HOME AMERICA LATINA
 

 

 
 

Washington dice no all’estradizione

di Gonzalo Sanchez de Lozada

 


7.09.2012  - Prensa Latina traduzione di Ida Garberi

 

 

Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha criticato questo venerdì la decisione degli Stati Uniti di non estradare l’ex presidente, Gonzalo Sanchez de Lozada, accusato nella nazione sud-americana del massacro di 67 persone e più di 400 feriti nel “massacro di ottobre” del 2003.

 

Morales ha rilasciato queste dichiarazioni durante la chiusura di un corso per le donne delle forze armate della Bolivia, il primo di questo tipo in Sud America, nel quale risaltò la vocazione e volontà delle donne militari di servire socialmente il popolo e di difendere il paese.

 

Il governante ha sottolineato durante l’atto, trasmesso dalla televisione statale che una nota di Washington ricevuta questo giovedì nega l’estradizione di colui che ha fatto molto danno alla Bolivia ed ha deciso un cattivo uso delle forze armate.

 

“Non è possibile che dicano mediante una lettera dagli Stati Uniti che la società civile non può essere responsabile delle azioni militari”, ha segnalato il dignitario boliviano respingendo chiaramente l’argomento brandito dalla Casa Bianca.

 

Gli Stati Uniti sono il paradiso dell’impunità, ha affermato lo statista affermando che il governo della nazione settentrionale non rispettò mai la dignità e la sovranità dell’America Latina, e protegge delinquenti che commisero delitti di lesa umanità.

 

Ha segnalato inoltre che il governo di questo paese non ha ratificato mai i trattati sui diritti umani.

“Come possono parlare della difesa dei diritti umani, e di democrazia, quando i golpe di Stato provengono dagli Stati Uniti?”.

 

Ha espresso lo sperare che il governo nordamericano possa smettere di essere un paese che da rifugio ai genocida, e siano espulsi e consegnati ai tribunali nei loro paesi.

 

“Ci sono persone che hanno attentato alla vita, hanno abbattuto aeroplani e poi si esiliano felici negli Stati Uniti dopo avere molti morti sulla coscienza”, ha affermato in riferimento al terrorista ed assassino confesso Luis Posada Carriles, autore di un attentato ad un aereo civile cubano, in volo, con 73 persone a bordo, nel 1976.