Alicia BarcenaLa nostra regione ha accumulato un’esperienza economica che gli permette di essere più resistente alla crisi finanziaria, ha affermato qui Alicia Barcena, segretaria esecutiva della Commissione Economica per America Latina ed i Caraibi (CEPAL).

 

Benché l’area si stia decelerando, il processo non si trova alla stessa velocità che nei paesi sviluppati, perché conta su un gruppo di fattori propizi per affrontare la situazione, precisò in un’intervista del giornalista Oliver Zamora dello spazio televisivo della Mesa Redonda.

 

In primo luogo, ha osservato, il bilancio del debito estero è abbastanza favorevole, con l’eccezione dei paesi caraibici anglofoni – che hanno economie altamente indebitate -, perché le nazioni hanno saputo preservare le loro finanze pubbliche e continuano a crescere le esportazioni. In questo senso sottolineò l’aumento del 23% delle esportazioni dell’area il passato anno, benché facesse notare che questo volume proviene soprattutto dal componente prezzo, e, quindi, si deve prestare attenzione alla diversificazione dell’economia ed ottenere maggiori produzioni.

 

Secondo Barcena, i meccanismi di integrazione sono molto importanti per lo sviluppo del subcontinente, perché la complementarietà tra le nazioni con differenti caratteristiche commerciali è imprescindibile per ottenere lo sviluppo.

 

Ha sottolineato inoltre che il debito estero in America Latina non sorpassa il 35% del prodotto interno lordo, il conto corrente è relativamente ordinato e l’inflazione è abbastanza bassa, perché quella importata è quella di maggiore impatto.

 

La valutazione del cambio, tuttavia, è uno degli aspetti contraddittori, ha segnalato, perché crea uno stato di fragilità per i nostri paesi, incentivando più le importazioni che le esportazioni.

 

In generale credo che possiamo vedere come una buona notizia che i motori in America Latina si sono decelerati, ma non si sono spenti, e pertanto, continuiamo a contare sulla capacità per fare fronte alla crisi, ha concluso.