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Nuestra America - Colombia

 

Farc: comunicato pubblico sulla

liberazione dei prigionieri di guerra

 

 

3.03.12 . www.annalisamelandri.it

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Le FARC annunciano la fine della pratica delle detenzioni di persone a scopo finanziario. Credo che lentamente la Colombia si stia avviando verso un nuovo momento del conflitto sociale, politico e militare. Non verso la conclusione, ma verso un momento diverso. Le FARC, come già hanno fatto tante volte in passato, stanno dando notevoli segnali di voler intraprendere una strada diversa. Ora passano la palla al governo. Che spero lasci da parte arroganza ed esercito ed accetti il dialogo offerto. Qui di seguito il comunicato:

 

Ogni volta che le FARC-EP parlano di pace, di soluzioni politiche al conflitto, della necessità del dialogo per trovare una soluzione civilizzata ai gravi problemi sociali e politici che causano il conflitto armato in Colombia, si alza infervorato il coro degli amanti della guerra al fine di screditare i nostri propositi di riconciliazione. Ci vengono immediatamente attribuite le più perverse intenzioni, al solo scopo d’insistere sul fatto che l’unica cosa da fare con noi è annientarci. In generale, i suddetti incendiari non vanno mai in guerra, e nemmeno mandano a combattere i propri figli.

 

Da 48 anni piove sul bagnato. Ogni tentativo in tal senso si conclude con un nostro rafforzamento, di fronte al quale s’incrementa nuovamente l’aggressione e il circolo si ripete. L’attuale rafforzamento militare delle FARC si dà sotto il naso di quelli che avevano proclamato la fine definitiva del conflitto, e li spinge a dichiarare la necessità d’incrementare il terrore e la violenza. Da parte nostra, consideriamo che la possibilità d’intavolare delle conversazioni non è più procrastinabile. Per tale ragione comunichiamo la nostra decisione di aggiungere, alla già annunciata liberazione dei sei prigionieri di guerra, quella degli altri quattro ancora in nostro potere. Ringraziamo la generosa disponibilità del governo presieduto da Dilma Roussef, che accettiamo senza indugi, e vogliamo esprimere i nostri sentimenti di ammirazione nei confronti dei familiari dei soldati e poliziotti da noi detenuti. Non hanno mai perso la speranza che i propri cari potessero tornare in libertà, anche in un contesto di disprezzo e indifferenza da parte dei vari governi e alti comandi militari e della polizia.

 

Per rispetto nei loro confronti vorremmo chiedere alla signora Marleny Orjuela, donna instancabile e coraggiosa nonché dirigente di ASFAMIPAZ, di recarsi ad accoglierli nella data concordata. In tal senso, annunciamo al gruppo di donne del continente che lavorano a fianco di ‘Colombiane e Colombiani per la Pace’, che siamo pronti a concretizzare quanto necessario per facilitare questo proposito. La Colombia intera e la comunità internazionale potranno verificare la volontà del governo di Juan Manuel Santos, che già lo scorso novembre ha fatto in modo che non vi fosse un lieto fine.

 

Molto si è detto in merito alle detenzioni di persone, uomini e donne della popolazione civile, che le FARC effettuano a scopo finanziario per sostenere la nostra lotta. Con la stessa volontà pocanzi espressa, annunciamo che a partire da oggi aboliamo tale pratica nel nostro agire rivoluzionario. La relativa parte della Legge 002, promulgata dal Plenum del nostro Stato Maggiore Centrale nel 2000, viene pertanto derogata. E’ora che si inizi a chiarire chi e con quali fini sequestra oggi in Colombia.

 

Esistono seri ostacoli alla realizzazione di una pace concertata nel nostro paese. L’arrogante decisione governativa d’incrementare le spese militari, il numero di effettivi e le operazioni, indica un prolungamento indefinito della guerra. Ciò comporterà più morte e distruzione, più ferite, più prigionieri di guerra da entrambe le parti, più civili imprigionati ingiustamente. E la necessità di ricorrere ad altre forme di finanziamento o pressione politica da parte nostra. E’ ora che il regime colombiano pensi seriamente ad una soluzione diversa, a partire quantomeno da un accordo di regolamentazione dello scontro e di liberazione dei prigionieri politici.

 

Desideriamo infine esprimere la nostra soddisfazione per i passi che si stanno compiendo verso la costituzione di una commissione internazionale, che verificherà le denunce sulle condizioni disumane di reclusione e sulla negazione dei diritti umani e di difesa giuridica che subiscono i prigionieri di guerra, i prigionieri di coscienza e i detenuti sociali nelle carceri del paese. Speriamo che il governo colombiano non tema e non ostacoli questo legittimo lavoro umanitario promosso dalla commissione delle donne del continente.

 

Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP

Montagne della Colombia, 26 febbraio 2012

 

 

FARC - La lotta continua

 

 

3.03.12 - da www.odiario.info di Miguel Urbano Rodriguez

 

 

Il comunicato delle FARC sulla rinuncia ai sequestri ha portato ad una raffica di commenti, interpretando la decisione come un prologo alla fine della guerriglia. Il proseguimento della storia smentirà tale previsione. Il comandante Timoleonte Jimenez, attuale comandante in capo, ha informato che l'organizzazione rivoluzionaria continuerà la sua lotta per una Colombia libera, democratica e indipendente.

 

Lo Stato Maggiore Centrale delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia - FARC, informa in un comunicato che rinuncia ai sequestri di ostaggi e libererà nei prossimi giorni gli ultimi 10 soldati catturati in combattimento che ha in suo possesso.

 

La notizia è stata accolta con una certa sorpresa a Washington e in Europa ed è stata oggetto di molteplici interpretazioni.

 

Ben si sapeva che i sofisticati mezzi elettronici, che il Pentagono ha messo a disposizione della Forza Area Colombiana, rendono ora molto più facile la localizzazione con precisione dei campi mobili nelle montagne e nelle giungle del paese, in cui le FARC detengono gli ultimi ostaggi.

 

Contemporaneamente, i premi di milioni di dollari offerti dal governo di Bogotà alle guardie dei prigionieri incoraggiano i tradimenti che hanno portato alla consegna all'esercito di ostaggi come Ingrid Bentancourt, tre agenti della CIA e politici di primo piano.

 

Il bombardamento pirata in territorio ecuadoriano dell'accampamento del comandante Raul Reyes e le operazioni militari concluse con la morte in combattimento dei comandanti Jorge Briceno e Alfonso Cano sono stati compiuti inoltre in collaborazione decisiva del Pentagono, della CIA e del Mossad israeliano.

 

La campagna globale, che ha preceduto l'ingresso delle FARC nella lista delle Nazioni Unite delle "organizzazioni terroristiche" è stata accompagnata dall'etichetta di "guerriglia del narcotraffico".

 

In realtà lo slogan coniato per screditare le FARC è stato creato da un diplomatico degli Stati Uniti, l'ambasciatore Louis Stamb, uomo del Pentagono e della CIA.

 

Ho avuto l'opportunità di verificare personalmente nel 2001 che le FARC, a El Caguan, capitale della zona smilitarizzata, proibirono il consumo e il traffico di droga. Ma la calunnia ha percorso il mondo, guadagnando credibilità.

 

Sicuramente sono compromessi con il narcotraffico, questi si, l'ex presidente della Colombia, Alvaro Uribe, e l'attuale, Jose Manuel Santos, i cui nomi sono infatti negli archivi della Drug Enforcement Agency-DRUG, l'agenzia che controlla il business della cocaina.

 

Virginia Vallejo, ex Miss Colombia, che fu amante del re della droga, rivela in una biografia (1), best seller negli Stati Uniti, che Pablo Escobar non ha nascosto che l'aiuto di Alvaro Uribe, come direttore dell'aviazione civile di Antiochia, gli ha permesso di far uscire dal paese centinaia di tonnellate di cocaina.

 

Il comunicato delle FARC sulla rinuncia ai sequestri ha portato ad una raffica di commenti, interpretando la decisione come un prologo alla fine della guerriglia.

 

Va ricordato che la dissoluzione imminente delle FARC è stata annunciata decine di volte dai diversi governi della Colombia.

 

Mentono.

 

Le FARC hanno subito duri colpi negli ultimi anni. Ma è da mezzo secolo che si battono nelle montagne e nelle giungle del paese. L'organizzazione politico-militare marxista-leninista, ha costruito un esercito popolare che in determinati periodi conta 18000 che combattono in 60 fronti le più potenti forze armate in America Latina - 300000 uomini - armate e finanziate dagli Stati Uniti.

 

Manuel Marulanda, fondatore e comandante in capo, morto nel 2008, è stato per anni trattato con rispetto dai capi di stato, diplomatici e politici di molti paesi, prima che venisse messa una taglia sulla sua testa sotto la pressione della Casa Bianca.

 

Nessuna calunnia potrà cancellare il suo nome come eroe dell'America Latina.

 

Il progresso della storia smentirà le previsioni sulla fine delle FARC. Il comandante Timoleonte Jimenez, attuale comandante in capo, ha informato che l'organizzazione rivoluzionaria continuerà la sua lotta per una Colombia libera, democratica e indipendente.

 

Vila Nova de Gaia, 27 Feb 2012

 

1.Virginia Vallejo, Amando a Pablo: Odiando a Escobar, Random House, Bogotá, 2007