La denuncia di Craig Murray, ex ambasciatore del Regno Unito in Uzbekistan, sugli 87 milioni di dollari della CIA, spesi per cercare di destabilizzare il presidente Rafael Correa, continua oggi occupando i titoli dei giornali.
Il quotidiano pubblico El Telegrafo ha intitolato la sua edizione con: 87 milioni della CIA per ostacolare la rielezione di Correa, mentre l’agenzia Andes segnala che il bilancio statunitense si impiega per influenzare le elezioni ecuadoriane.
“Usando la maggioranza dei fondi del Pentagono, che dai risultati elettorali in Venezuela sono stati triplicati, il bilancio statunitense si impiega per influenzare le elezioni ecuadoriane”, afferma una nota dell’agenzia Andes.
“Questo apre la strada alla campagna dell’opposizione per subornare e ricattare i mezzi ed i funzionari ufficiali. Si aspettano scandali mediatici e tentativi di corruzione contro il governo di Correa nelle prossime settimane”, ha aggiunto Murray.
L’ex ambasciatore britannico ha risaltato che il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti è stato sorpreso dal trionfo di Hugo Chavez nelle recenti elezioni venezuelani, perché i diplomatici di alto rango erano convinti che avrebbe perso.
Il furore per il ritorno di Chavez ha dato luogo ad un’imposizione: lo stesso errore non si deve fare in Ecuador, segnala El Telegrafo citando Murray.
L’ex funzionario ha sottolineato che non ha molti antecedenti sulla politica ecuadoriana, e realmente "non so che possibilità ha Correa di essere rieletto. Neanche so se i partiti di opposizione sono decenti. Ma sì so che gli Stati Uniti desiderano molto che Correa perda”.
Ha aggiunto che gli sforzi nordamericani saranno tanto evidenti che avranno un effetto controproducente, in una reazione nazionalista.
“D’accordo con una fonte statunitense”, ha sentenziato l’ex diplomatico britannico, “l’amministrazione del presidente democratico Barack Obama non utilizzerà i fondi per incitare ad un altro tentativo di golpe di Stato contro Correa, questa via sembra essere stata scartata”.
Le ONG che non devono fare politica
23.10.12 Yurién Portelles www.granma.cu
“Le organizzazioni non governative (ONG) radicate in Ecuador si devono astenere dal fare politica” ha affermato Gabriela Rosero, titolare della Segretaria Tecnica di Cooperazione Internazionale (Seteci) in questo paese.
Intervistata da El Ciudadano TV, la Rosero ha confermato che 26 ONG’s straniere lavorano in questa nazione sudamericana; indubbiamente, 10 non hanno risposto al domanda del governo di consegna d’informazioni e piani operativi.
Questa relazione è pertinente per far sì che la Seteci possa identificare se le azioni che si stanno organizzando saranno sostenibili dopo la partenza della ONG.
Gabriela ha indicato che cooperazione per l’Ecuador registra un ammontare d 300 milioni di dollari e il 40% di questa cifra la coprono le ONG’s straniere.
Inoltre 309 fondatori nazionali ricevono l’appoggio della cooperazione internazionale, con la consegna di 47 milioni di dollari per la loro gestione.
La titolare ha invitato a riflettere sul tema per realizzare quello che è più benefico per l’Ecuador, senza perdere la sovranità.
A Quito, per questo, si svolgerà il ciclo di conferenze “Miti e verità della cooperazione”, il 23 e 24 ottobre.
L’idea è che i funzionari pubblici divengano professionisti della cooperazione, con interessi che non vanno al di là della solidarietà, dato che l’Ecuador aspira ad una sovranità nella politica pubblica.
L’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID) non è una ONG, ha detto ma sono stati realizzati dialoghi con il ministero degli Esteri per aggiustare il lavoro e l’affanno di cercare la sostenibilità.
“Le azioni che le ONG’s realizzano a favore delle comunità potranno mantenersi per molti anni, senza la necessità che le organizzazioni continuino a stare nel paese”, ha segnalato la funzionaria.
Un’investigazione diffusa nel luglio scorso ha denunciato la presenza della Usaid nel territorio ecuadoriano, per via dell’esistenza di progetti rivelatori di obiettivi come l’intromissione nel maneggio delle risorse naturali.
Inoltre è stata denunciata l’esistenza nei progetti della USAID di strategie con nomi, ammontare e finanziamenti similari stabiliti in altre nazioni ed eseguiti da gruppi contrari al Governo ecuadoriano.